AltaRoma Luglio 2018: la scommessa di Sabrina Persechino tra mondo ellenico e architettura moderna

Optical Geometric Pattern, il pret-à-couture di Sabrina Persechino, giovane stilista romana, inaugura la sezione Atelier del calendario di AltaRoma.

Una sfilata da gran soirèe, nel cuore della Capitale, in via Nazionale, a pochi passi dall’Altare della Patria, in una location lontana dagli studi di Cinecittà, e scelta non a caso, perché sede prestigiosa di numerose mostre, e manifestazioni d’arte contemporanea.

E così, vicino alla mostra “L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018” una carrellata di opere della collezionista Donata Pizzi, la linea Autunno-Inverno 2018-2019 della Persechino, sfila tra gli eleganti saloni del Palazzo delle Esposizioni, e oltre a dare il via alla fervida settimana della moda capitolina, attraverso un ready to wear dall’impronta assolutamente couture, tra passato e innovazione, racconta della stessa designer: la voglia costante di sperimentare, la professione di architetto, unita alla forte passione per la moda, e poi l’amore smisurato per il mondo classico e la civiltà ellenica.

Tutto concentrato in 21 proposte, che sulle note di melodie sofisticate cariche di suspense, con delicato ancheggiare percorrono la lunga passerella di marmo, sotto lo sguardo furtivo di ospiti curiosi e addetti ai lavori.

Un vestire femminile, dove geometrie cut-out aderiscono come seconda pelle e diventano protagoniste.

La stilista Sabrina Persechino

Sperimentazioni innovative con programmi professionali come AutoCAD, partendo da un disegno vettoriale, proprio come si fa con i progetti architettonici” racconta così Sabrina Persechino, che in quest’ultima edizione dell’anno di AltaRoma, punta tutto sulle incisioni al laser e sulla grafica vettoriale.

Sono loro, la sua vera scommessa.

Ricami ad intaglio, in serie, verticali, paralleli, a raggiera, permettono di dettagliare dunque gli abiti. Dalle forme sinuose ed eleganti dei tubini con scollo capestro, passando per le jumpsuit da cerimonia, fino alle morbide tuniche che ricordano quelle delle divinità greco-romane.

E dove sono proprio le decorazioni dei fregi ellenici, che riscoprendo anche un andamento verticale, con twist contemporaneo si alternano a quelli più squadrati tipici della cutting architecture, ossia le architetture tagliate, con il Masterplan di Beirut, che abilmente tradotto sugli abiti, lascia intravedere nudità pulite e segmentate.

Optical Art, a tratti psichedelica, che riporta alla mente i pattern anni Settanta, e con lo stesso metodo gioca su tessuti diversi, come il pizzo, il cachemire o il faille, ma anche sul crêpe di seta degli abiti lunghi neri.

Sofisticati, morbidi, sono loro a chiudere il pret-à-couture dell’Atelier Persechino, che per la stagione fredda, oltre al bianco candido, con sperimentazioni rubate all’architettura, e trasparenze tentatrici, a colpi di eleganza e sensualità, tocca anche i toni caldi e avvolgenti del foliage autunnale.

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