Skindred. Metal e Reggae è possibile?

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Tutti i generi musicali sono in grado di miscelarsi fra di loro dando vita a nuove armonie, nuovi ritmi, nuovi suoni e nuovi testi. Il Metal è sicuramente uno dei più poliedrici fra i tipi di musica in tal senso: è stato unito con successo con la musica Classica (ascolta Yngwie Malmsteen), con la musica Tradizionale (ascolta Eluveitie), con il Prog (ascolta Dream Theater). Tuttavia per la sua ricerca di suoni aggressivi e gravi, non dovrebbe accostarsi facilmente con sonorità più leggere e dai testi più solari come spesso sono quelli nati in seno alla musica Reggae; o no?

Veloce storia del reggae

Il Reggae non sarebbe nato se non esistesse la Giamaica. Quest’isola del Mar dei Caraibi, la terza per grandezza della zona, è stata dominata dagli spagnoli dopo l’arrivo di Colombo, fino la conquista inglese nel 1655. In quei secoli venne sfruttata per le piantagioni di zucchero e fu spettatrice della deportazione degli africani come schiavi fino al 1838. Dal 1962 è indipendente dal Regno Unito ma ancora all’interno del Commonwealth con Re Carlo III come sovrano formale della nazione.

Come altri territori del nord e sud America dove furono deportate le popolazioni africane, queste portarono parte del loro bagaglio culturale e in parte ne svilupparono uno nuovo nei nuovi territori. La musica è parte di questa evoluzione. Non solo, la musica dimostra anche un continuo incontro e scambio fra persone nonostante le distanze geografiche. In zona caraibica, con epicentro l’isola di Trinidad e Tobago (isola che dista meno di 20 chilometri dal Venezuela). Si svilupparono generi tribali chiamati Kaiso e Kumina, direttamente legati a ritmiche e melodie africane che poi influenzarono direttamente la musica Calypso. Quest’ultima denota forti elementi di contatto con la musica Mento giamaicana, nonostante i 1800 chilometri che separano le due isole. La musica Mento è stata la base per lo Ska e poi per il Reggae.

Ciò che collega i generi musicali delle isole è il ritmo, con gli accenti spostati tutti sul “levare”, tale caratteristica rende quell’effetto oscillatorio dei brani, acuito dal contrappunto di basso e chitarra. A livello armonico, invece, furono più importanti le influenze che vennero dal blues americano. Quando le radio si diffusero nell’isola di Giamaica, era possibile ascoltare brani spagnoli diffusi nei vicini Cuba e Messico, oppure francesi per via della vicinanza con Haiti. Ma in Giamaica si parla inglese, sicché furono soprattutto i brani trasmessi dagli USA a trovare interesse fra la popolazione che condivideva con i vicini del nord lo stesso passato di oppressione e schiavitù.

La musica Reggae, ancora più della Ska, è diventato uno dei simboli culturali della Giamaica andando a connettersi con tematiche politiche e anche con il Rastafarianesimo, religione nata nell’isola negli anni ’30 e promossa da numerosi cantanti e musicisti anche fuori dai confini nazionali. Il Reggae si sviluppa nella forma che conosciamo ancora oggi attorno fra gli anni ’50 e ’60 e viene promosso in questa decade da diverse formazioni, fra cui Toots and the Maytals, o i The Wailers di Bob Marley. Negli anni ’70 il Reggae incontra popolarità internazionale, in parte per la scoperta del genere da parte di alcuni artisti americani e inglesi fra cui Johnny Nash, Paul Simon, o Eric Clapton, in parte perché dopo l’indipendenza, nel 1962, molti giamaicani lasciarono l’isola per cercare lavoro negli USA, in Canada e nel Regno Unito portando con sé la propria cultura.

Dub War

Nel 1967 nacque a Newport, nel Galles, Benji Webbe, figlio di una copia di migranti giamaicani. Nel 1993, a ventisei anni forma una band musicale, Dub War, con un mix di Metal, Punk e Reggae. I brani sono costruiti per accogliere le varie influenze in due possibilità: o un’impostazione a blocchi dove si passa da una strofa aggressiva a una svuotata dalle distorsioni e con batteria e basso dalle sonorità reggae (vedi Million Dollar Love del 1997, da Wrong Side Beautiful); oppure, un incontro fra due mondi diversi dove la voce e gli accenti si muovono nella zona del reggae mentre l’accompagnamento arriva dal punk britannico (vedi Strike It del 1995, da Pain).

Skindred

Nel 1999 a causa di una disputa con la precedente etichetta, Earache Records, i Dub War si sciolgono e si ricompongono con un nuovo nome, gli Skindred. Rimane la proposta musicale Reggae-Metal. Del resto la centralità della voce di Benji Webbe è proprio ciò che rende salda l’influenza giamaicana nella sonorità del gruppo che nel frattempo acquisisce sempre più notorietà nel panorama Alternative anglosassone. Nel 2002 esce l’album Babylon, già dal primo brano, Set It Off, si riconoscono tutti gli elementi provenienti dai diversi generi finora enunciati. Il testo ricorda certi brani Dancehall giamaicani, fra lo spronare il ballo e ricordare i problemi sociali: <You know the pople dem ah rock and everything is just fine. We do need no violence, we no need no crime>. Nel 2007 esce Roots Rock Riot, qui la carica metal è anche più importante, giacché la voce indugia in gravi propri del growl metal (come in Ratrace), ma senza dimenticare le origini reggae-punk (come in State of Emergency). La canzone che riassume in toto l’idea musicale degli Skindred è sicuramente Kill the Power, dal loro omonimo album del 2014, in cui sono miscelate sia sonorità che testi di tutti i mondi attraversati da Benji Webbe e la sua band.

Nel 2015 si assiste a una reunion dei Dub War. Da questo momento sia questa band che Skindred andranno avanti, entrambe con Benji come cantante: nel 2022 esce l’album Westgate under Fire coi Dub War, nel 2023 Smile con gli Skindred.

Conclusioni

I Dub War e gli Skindred dimostrano come un incontro di culture e suoni distanti possano trovare un comune denominatore ed evolversi in una cosa totalmente nuova trovando terreno fertile in aree geografiche diversissime e venire apprezzate da pubblici lontani nel tempo e nello spazio.

Nobody in live, dall’album Babylon, 2004

Fonte foto di copertina: Facebook Skindred

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