La folle piazza di Donald Trump

Donald Trump è comparso davanti alla New York County Criminal Court, a Manhattan.

A grandi linee, gli si contesta di aver mentito in ordine ad un pagamento di 130 mila dollari che, per l’accusa, sarebbero serviti a comprare il silenzio di Stormy Daniels, una porno star con la quale Donald avrebbe avuto una relazione. Di questo rapporto sarebbe stato meglio tacere durante la campagna per l’elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America; per questo il pagamento di 130 mila dollari dal quale sarebbero discesi ben 34 capi di imputazione.

La vicenda è sub iudice e se ne parlerà più approfonditamente nei prossimi mesi, ma l’occasione era perfetta per radunare davanti al Tribunale una piccola folla: supporter e detrattori dell’ex Presidente hanno inscenato un rumoroso e colorato spettacolo, trasformando la piazza in un palcoscenico ad uso e consumo di giornalisti e curiosi.

Se qualcuno si aspettava una folla oceanica sarà rimasto deluso, in piazza c’erano probabilmente più giornalisti ed agenti di polizia che manifestanti. Ma non per questo lo spettacolo è mancato.

I sostenitori di Trump, contrariamente a quello che si potrebbe credere, sono apparsi sobri: li riconoscevi dal cappellino rosso con la scritta Make America great again, sventolavano grandi bandiere con la faccia del loro mito e qualcuno discuteva con un oppositore in un clima di allegro tifo da stadio.

I detrattori avevano poche bandiere (forse quella al centro della piazza con la scritta Fuck Trump ed un dito medio alzato era parsa sufficiente) ma tanti cartelli e scritte variegate: Trump ha perso, Perdente, Trump è un criminale, Le frodi di Trump sono oltre ogni ragionevole dubbio, Rinchiudetelo e il diffusissimo Nessuno è sopra la legge.

Raccontata così, questa potrebbe sembrare una qualsiasi piazza del mondo nella quale si incontrino opposte tifoserie, anche se c’è da riconoscere ai partecipanti una grande civiltà: non ci sono stati scontri di alcun genere ma solo qualche acceso scambio di opinioni.

Però qui non siamo in una qualsiasi parte del mondo, qui siamo in America e, soprattutto, siamo a NYC dove la normalità non è di casa. 

Ed infatti ecco chi ho incontrato.

C’era un uomo che si aggirava suonando un campanaccio e impugnando una croce nella mano destra; non diceva “ricordati che devi morire” ma è probabile che lo pensasse.

C’era un distinto signore vestito da Abraham Lincoln, c’era una graziosa ragazza mascherata da poliziotta con un Trump fantoccio in manette che le sedeva accanto, c’erano un paio di tipi mascherati da Donald Trump in divisa da carcerato e c’era anche l’uomo-banana, che perché avesse ritenuto opportuno mascherarsi da banana non si sa ma si vede che gli andava bene così.

Ma i miei preferiti sono due.

Anzi tutto il famoso Cowboy Nudo, uno che per solito sta fisso a Time Square, in stivali, mutande e con la chitarra a tracolla e che oggi ha sentito la necessità di venire davanti al Tribunale a sostenere Donald.

E poi la mia preferita in assoluto, che è apparsa nel primo pomeriggio, quando la piazza si stava svuotando. Stavo per andare via quando mi sono trovata davanti una signora di una certa età, con la pelle nera verniciata di bianco; aveva un abbigliamento che potremmo definire succinto, composto da scarpe da ginnastica, un pannolino tipo quelli da neonato e dello scotch da tappezziere appiccicato a mo’ di reggiseno (o, più propriamente, a mo’ di copri-capezzoli), occhiali da sole, una parrucca bionda ed uno zainetto sulle spalle. Era l’incarnazione in versione folle di Stormy Daniels, la porno attrice di cui sopra, ed in effetti, a sentire quello che la finta Stormy stava gridando a proposito di quello che Trump le aveva infilato dentro il pannolino, avrei dovuto capire di chi si trattava.

Quando la finta Stormy ha terminato il suo show sono andata via, avevo visto abbastanza.

Questa umanità festosa, composta da individui in buona parte leggermente disturbati e venuti in piazza più per godere di qualche minuto di notorietà che per ragioni politiche, si è pacificamente dissolta, disperdendosi per le strade di NYC dove la incontrerò di nuovo. Il Cowboy nudo so già dove trovarlo ma il solo che avrei davvero piacere di rivedere è Roy, il cagnolino con al collo la scritta “Lock him up”, rinchiudetelo, che stava lì seduto, attendendo che la sua padrona lo portasse via, e si guardava intorno con rassegnata pazienza.

1 risposta

  1. Tom Banana

    che perché avesse ritenuto opportuno mascherarsi da banana. Forse senza che?

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