L’Europa ci protegge dalle sostanze pericolose

Cosa sono gli ftalati?

Gli ftalati sono derivati dell’acido ftalico, un gruppo di molecole largamente utilizzate dall’industria, sia come solventi che per impartire flessibilità a materiali plastici, e trovano quindi impiego in moltissimi prodotti come i materiali per costruzione, i contenitori per alimenti, i dispositivi medici, mentre quelli più volatili sono utilizzati come solventi, soprattutto nei cosmetici.

Alcune di queste molecole sono pericolose per la salute umana in quanto interagiscono con il sistema endocrino e riproduttivo, e sono stati definiti interferenti endocrini. Infatti, alcuni studi pubblicati su riviste scientifiche specializzate dimostrano, ad esempio, che nell’urina di persone che hanno difficoltà da avere dei figli (una problematica purtroppo in continuo aumento) si trovano concentrazioni di metaboliti di ftalati maggiori di quelle che si trovano in soggetti che non hanno questo tipo di problema. I metaboliti sono i prodotti della biotrasformazione che avviene nel corpo umano quando si introduce una sostanza estranea, affinchè possa essere più facilmente eliminata con le urine.

Dal 1979 l’Europa ha iniziato a proteggere i consumatorilimitando la presenza di 6 ftalati nei prodotti per l’infanzia. Infatti i bambini piccoli sono particolarmente sensibili agli effetti negativi di queste sostanze, in quanto il loro apparato riproduttivo è in via di sviluppo. Inoltre alcuni studi ipotizzano che queste sostanze possano avere effetti negativi anche sullo sviluppo cognitivo.

Il 1 Giugno 2007 è entrato in vigore il Regolamento Europeo dettoREACH (Registration, Evaluation and Authorization of CHemicals), adottato per migliorare la protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente dai rischi delle sostanze chimiche, stimolando nello stesso tempo la competitività dell’industria chimica europea. Fino ad oggi sono state registrate più di 21000 sostanze!

REACH è l’abbreviazione di Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, ossia registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche;Il REACH attribuisce alle aziende l’onere della prova, per cui le aziende, a norma del regolamento, devono identificare e gestire i rischi collegati alle sostanze che producono e vendono nell’Unione europea, dimostrare all’agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA)come utilizzare tali sostanze senza correre rischi e informare gli utenti delle misure di gestione dei rischi. Se tali rischi non sono gestibili, le autorità hanno la facoltà di imporre varie limitazioni all’uso delle sostanze e nel lungo termine le sostanze più pericolose devono essere sostituite con sostanze meno pericolose.

L’ ECHA, con una procedura iniziata nel 2010 e conclusasi nel 2017, ha identificato alcuni ftalati come “estremamente preoccupanti” con l’obiettivo di portare alla loro graduale eliminazione dai beni di consumo per ridurre i rischi per la salute umana.

Cosa è accaduto quindi?

A Torino nel Giugno 2018, al 35° Congresso Nazionale di Igiene Industriale e Ambientale, è stato presentato uno studio che ha confrontato fra i livelli urinari dei metaboliti di 5 ftalati, tre dei quali indicati dal REACH come pericolosi, misurati nel 2016 in un gruppo di circa 150 volontari in Italia Centrale rispetto  a quelli misurati nel 2011. (Prime evidenze degli effetti indiretti del processo di autorizzazione REACH nell’esposizione a ftalati negli ambienti di vita. Giovanna Tranfo, Lidia Caporossi, Daniela Pigini, Silvia Capanna, Bruno Papaleo, Enrico Paci).

Lo studio ha rivelato che i livelli medi dei metaboliti nelle urine dei soggetti studiati sono drasticamente ridotti a distanza di 5 anni, arrivando in alcuni casi a meno del 10%.

Inoltre questi valori sono inferiori anche a quelli riscontrati in studi analoghi effettuati negli Stati Uniti.

E’ evidente che l’azione intrapresa dal REACh si è rivelata efficace e le aziende hanno ridotto le quantità di ftalati utilizzate,dimostrando come fosse quindi possibile sostituirli o eliminarli, a vantaggio della salute dei consumatori. Questo ha avuto un effetto non solo sulle sostanze attenzionate dall’ECHA ma anche su quegli ftalati che non erano candidati per essere proibiti.

Sicuramente la sostituzione o l’eliminazione non è stata facile per le aziende utilizzatrici, e la soluzione probabilmente costosa. Se non ci fosse un regolamento che obbliga a farlo, difficilmente le sostanze pericolose verrebbero eliminate dai beni di consumo, e se non ci fosse un’entità terza, non politicamente coinvolta, come l’Europa, gli interessi aziendali rischierebbero di prevalere su quelli dei consumatori.

L’esistenza dell’ECHA, l’agenzia Europea per le sostanze chimiche, e l’applicazione del Regolamento REACh ci tutelano senza condizioni dalle sostanze pericolose esistenti e da quelle che verranno.

*Biochimico, direttore del  Laboratorio Rischio Agenti Chimici dell’INAIL 

Foto di succo da Pixabay

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