Le nuove truffe ai genitori

Le menti criminali dei truffatori inventano sempre nuove idee, diaboliche. E se prima i destinatari prediletti dei truffatori erano prevalentemente persone anziane e sole (ad esempio, l’imbroglio del finto incidente stradale procurato da un colpo sulla fiancata di una auto per millantare un danno allo specchietto della macchina del malvivente), ora il loro campo di azione si è ampliato colpisce chiunque.

Vorremmo, qui, spiegare la truffa della telefonata dei “Carabinieri”, ovvero di un finto milite dell’Arma, che spacciandosi per un maresciallo della Benemerita, telefona alla persona presa di mira. La chiamata avviene di notte o comunque di sera, per approfittare di una maggiore fragilità del destinatario che magari sta dormendo e che viene svegliato di soprassalto.

La telefonata annuncia che “suo figlio ha avuto un incidente con la macchina”, così dichiara il postulante, spacciandosi appunto per un carabiniere che ha raggiunto il luogo del sinistro e che sta procedendo ai rilievi del caso. Sentendo questa allarmante notizia ognuno di noi rimarrebbe atterrito, cos come avviene in chi sente questa frase.

Ma il lestofante tranquillizza la vittima di turno: “Non si preoccupi, suo figlio sta bene ma ha investito una persona che ora è stata trasportata all’ospedale”. Aggiunge poi dei particolari inquietanti, dicendo che i familiari dell’investito, giunti subito sul luogo dell’incidente, sono pronti a rinunciare alla denuncia se venissero liquidati subito del danno, poiché sono di altra città e debbono ripartire subito.

Se il genitore chiede di parlare col figlio il “carabiniere” dichiara che lo stanno portando in caserma per accertare eventuali alterazioni dovute ad alcol e droga e che non può rispondere a nessuno perché il cellulare si è rotto nell’incidente (o è stato momentaneamente sequestrato dai militi). Questa eventuale responsabilità del figlio rende il genitore ancora più fragile ed apre la strada all’inganno che segue.

Il finto maresciallo aggiunge che lui è disposto a chiudere un occhio e non procedere alla verbalizzazione e alla denuncia se le parti si accordassero immediatamente. Al che la madre o il padre si dichiarano pronti a conciliare la vertenza e a corrispondere una eventuale cifra ragionevole richiesta dall’investito. Cifra che viene determinata dal “maresciallo” per solito in tremila euro.

Ovviamente non tutti hanno tanto denaro liquido in casa e quindi prendono tempo. Il finto carabiniere chiede se la persona può andare o mandare qualche convivente a ritirare subito il denaro in qualche sportello automatico postale o bancario, essendo a quell’ora chiusi gli uffici al pubblico. Così facendo il malvivente viene informato se la vittima è sola in casa oppure no.

A seconda della risposta ottenuta, il finto carabiniere avverte che il familiare dell’investito è disposto ad andare a casa dei genitori a ritirare i soldi oppure propone di incontrarsi subito davanti all’ufficio postale o bancario della vittima. Si fissa quindi un appuntamento e il complice del finto carabiniere è già pronto, perché conosce l’indirizzo della vittima e si trova nei pressi dell’abitazione.

Ad incontro avvenuto, il familiare dell’investito rilascia una ricevuta al genitore nella quale, con dati anagrafici ovviamente inventati, si dichiara che la vittima dell’incidente rinuncia a qualunque ulteriore richiesta di risarcimento per quel determinato sinistro, aggiungendo di essere stato liquidato con una cifra pattuita che soddisfa il danno subito. Il malvivente si allontana e il raggiro è compiuto.

Facciamo tutti attenzione e ricordiamo: i Carabinieri non chiedono soldi e nessuna transazione può essere risolta in mezzo alla strada.

Image by Mohamed Hassan from Pixabay

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