Yara: Liberato marocchino per cattiva traduzione

Sarà liberato in giornata il marocchino ventiduenne arrestato sabato con l’accusa di omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere ai danni di Yara Gambirasio. La motivazione?Secondo la difesa le accuse mosse sono supportate da elementi troppo deboli e da una frase telefonica che, in realtà, è stata tradotta male; non avrebbe detto, quindi, “Allah mi perdoni non l’ho uccisa io”, ma la sua sarebbe stata un’ imprecazione perché la persona chiamata non rispondeva. Per di più la “fuga” era in realtà una vacanza programmata da tempo, come conferma il suo datore di lavoro, e che Mohammed Fikri fa ogni anno. Domani il gip Ezia Maccora deciderà se convalidare il fermo perché Fikri resta comunque un indagato e sarà tenuto sotto controllo per capire se e fino a che punto sia coinvolto nel caso. Il cugino e coinquilino del marocchino, Abderrazzaq,  lo ha difeso rivelando che venerdì avevano parlato proprio della scomparsa di Yara che, come rivela Abderrazzaq, suo cugino non conosceva affatto e dell’interrogatorio a cui era stato sottoposto, ma la conversazione non si era protratta oltre perché poco interessava o preoccupava Fikri,data la sua estraneità ai fatti. Le indagini oggi inizieranno dal punto di partenza, rivalutando quelle poche testimonianze e provando a capire fino a che punto possano essere giudicate attendibili, poiché un testimone dice di aver visto Yara con due giovane verso le 18:30 del 26 novembre, un altro, il diciannovenne Enrico Tironi, descrive le due figure come due uomini adulti e una citroen rossa ammaccata, a bordo della quale ci sarebbe stato un altro testimone che definisce i due misteriosi uomini di nazionalità italiana.  Le ricerche di ieri sono state nuovamente deludenti per chi sperava di poter ritrovare Yara; nessuna traccia di lei, infatti, nel pozzo prosciugato dalla protezione civile, vicino il cantiere dove i cani hanno fiutato l’odore di Yara, né presso la fonderia che è stata segnalata. Il Garante della privacy interviene pregando i giornalisti di:«evitare accanimenti informativi sul caso» e di limitarsi ai dati essenziali nel rispetto della volontà della famiglia.

di Redazione

Foto: www.apcom.net

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