Il compito degli arcangeli della tradizione giudaico-cristiana è quello di contemplare Dio con soluzione di continuità, glorificandolo e proteggendone il mistero allo scopo di preservarlo; i loro nomi che finiscono con la desinenza “el” (che per l’appunto significa “Dio”) riportano ai tre più celebri che sono Gabriele, Raffaele e Michele.
Dotati di una missione particolare a carico di ognuno, il primo “annunciò” la nascita di Gesù, il secondo “soccorse” San Giovanni apostolo e il terzo “sconfisse” Satana brandendo la spada, poi in seguito imitato dal suo omologo San Giorgio che uccise il Drago identificato sempre con il Diavolo.
29 settembre
Vero è che il 29 settembre è dedicato a San Michele Arcangelo, ma è altrettanto vero che la stessa ricorrenza è dedicata anche agli altri due, San Raffaele Arcangelo e a San Gabriele Arcangelo, uniti nell’indissolubile triade che glorifica Dio con l’incessante contemplazione del suo Volto; il compito dei tre Arcangeli, è quindi quello di comunicare all’uomo in modi diversi la sua volontà ed essere ispirazione per gli esseri umani, catalizzatori della Grazia divina.
Molto complessa è l’identificazione degli Angeli, presenti anche nella religione ebraica che li considera come esseri soprannaturali che appaiono in tutta la loro storia e che nella loro liturgia tradizionale appaiono come agenti del Dio d’Israele.
Riconducibili alla figura mistica dell’Angelo Custode che ogni cristiano invoca a propria protezione, nell’ambito dei 9 Cori angelici dell’Albero della Vita che ne comprende 72 in tutto, l’Arcangelo Michele è a capo il Coro n. 8 che rappresenta la Verità e che appare nel Libro di Daniele, il profeta che parla del suo esilio di Babilonia e delle sue visioni apocalittiche del Vecchio Testamento; nello stesso libro si trova anche l’Arcangelo Gabriele che gli annunciava la visione del tempo della fine e che si trova anche nel Nuovo Testamento quando annuncia a Elisabetta, cugina di Maria e madre di Gesù, la futura nascita di Giovanni il Battista nel Vangelo di Luca.
In tutte le sue rappresentazioni iconografiche, il ruolo rivestito da Michele con la sua inseparabile spada, è quello del combattente in lotta contro gli angeli ribelli capeggiati da Lucifero che guidò le schiere celesti nella guerra e che portò alla loro definitiva cacciata dal Paradiso; la nuova battaglia di Michele non è più il cielo, ormai interdetto a Satana, ma è nella cura delle anime degli esseri umani da proteggere dalle costanti lusinghe del Male che allontanano da Dio attraverso le tentazioni fuorvianti dalla retta strada spirituale.
San Michele Arcangelo
L’Arcangelo Michele interviene per insegnare agli esseri umani come distinguere il bene dal male, la verità dalla menzogna, nel suo preciso ruolo di difensore di Dio contro il Maligno e i suoi inganni.
Ecco perché San Michele Arcangelo, guerriero celeste, è protettore degli spadaccini e dei maestri d’armi, proclamato protettore delle forze dell’ordine da Pio XII nel 1949 in omaggio alla “lotta” che il poliziotto combatte tutti i giorni al servizio dei cittadini per la sicurezza sociale.
Secondo alcuni studiosi, il ruolo dell’Arcangelo Michele si identifica con l’influenza di antichi miti legati alla figura leggendaria del dio babilonese Marduk che era un eroe uccisore di mostri, come anche il retaggio di divinità pagane come il dio greco Hermes impegnate a fare da mediatrici tra il cielo e la terra; probabilmente la stessa festa dedicata a Michele il 29 settembre, cadrebbe in questo giorno come eredità delle celebrazioni dell’Equinozio d’Autunno, festa consacrata a Mitra, divinità legata al Sole, prima presso i persiani e poi nei culti romani.
San Gabriele Arcangelo
Anche l’Arcangelo Gabriele, come Michele e Raffaele, viene quindi festeggiato il 29 settembre; il suo nome deriva dall’ebraico e significa “Potenza di Dio” oppure “Dio è forte”. La tradizione biblica lo vuole come uno degli angeli più vicini al trono del Creatore, al punto da essere definito “la mano sinistra di Dio”.
Gabriele porta con sé il dono dell’intellegibilità perché porta con sé il messaggio di Dio agli uomini con il potere di renderlo comprensibile, ponendosi in ascolto con cuore puro per far accettare la volontà di Dio Onnipotente; in alcune interpretazioni iconografiche, anche esoteriche, si vuole vedere in lui l’angelo che soffierà il corno annunciatore del Giorno del Giudizio Universale, almeno così si legge nell’Apocalisse di Giovanni, ma l’iconografia cristiana lo raffigura come un giovane efebo alato, che spesso porta tra le mani un giglio, simbolo dell’Annunciazione a Maria.
Ragione per cui, Gabriele è considerato il protettore di chi lavora nelle comunicazioni, quindi dei postini, degli ambasciatori, dei giornalai e dei corrieri.
San Raffaele Arcangelo
Infine, Raffaele. Il meno noto dei tre ma non per questo il meno importante perché la sua missione è quella di portare la guarigione.
Anch’egli indicato nella Bibbia come quello tra gli angeli più vicini al trono dell’Onnipotente, ha il nome derivato dall’ebraico che significa “Medicina di Dio”, nella narrazione biblica, restituendo la vista al padre di Tobia, Raffaele apre i suoi occhi alla Verità dell’Onnipotente, così come quando scaccia i demoni che perseguitano la fanciulla a lui promessa, rendendo possibile il loro amore finalizzato al matrimonio, rendendoli puri e adeguati per unirsi nel nome dell’amore benedetto da Dio. Per questo Raffaele è considerato anche protettore dei fidanzati e dell’amore coniugale. Ma il potere dell’Arcangelo Raffaele guarisce anche la cecità, come la fede e l’amore che ogni giorno i sacerdoti ci aiutano ad aprire verso Dio.
L’azione divina di Raffaele va quindi interpretata come volontà di guarire l’anima, alleviandola dalle sofferenze per renderla ben disposta all’accoglienza del Creatore; spesso raffigurato con un vaso contenente medicamenti e del pesce, è patrono anche dei farmacisti, dei viandanti e dei profughi.
Tre figure meravigliose, insomma, simbolicamente orientate a migliorare tutte le azioni umane su questa Terra.
Foto di lbrownstone da Pixabay
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