Nel Vangelo di Matteo (25,31-46-31) – si legge “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, si siederà sul trono della sua gloria”. Quale significato si nasconde dietro a questa frase, apparentemente scontata? Cosa si intende per “gloria” e perché nomina “tutti” gli angeli?
Vangelo secondo Matteo: il “peso” di Dio
La frase del Vangelo di Matteo, si collega in qualche modo al Libro dell’Apocalisse e altri testi biblici. Partendo dal concetto di appokatastasis, che richiama il ristabilimento di tutto, il Figlio dell’uomo è anzitutto il giudice che realizza la giustizia. Ma questo riferimento al Figlio dell’uomo, nel Vangelo di Matteo, è accostato alla gloria dello stesso Figlio dell’uomo che si lascia vedere all’interno del mondo angelico. E sul concetto di gloria, il mistero s’infittisce. Il termine “gloria” in ebraico “kavod”, traducibile come “peso” o “consistenza”, cosa vuol dire? Esiste un nesso fra i due termini?
Senso metaforico o senso letterale?
La frase del Vangelo di Matteo, getta luce sul significato profondo del Figlio dell’uomo, svelando una serie di connessioni tra gloria, umiliazione, giudizio e amore universale.
La gloria, che si manifesta in modo unico nella crocifissione di Cristo, porta un’inversione di prospettiva: coloro che erano venuti a osservare diventano oggetto di osservazione.
M facciamo un passo indietro. Il Figlio dell’uomo è presentato come un re o un pastore, un’immagine che, nella tradizione giudaica, si sovrappone spesso. Così come un re è anche un pastore, con l’attenzione e la cura per le sue pecore, il Figlio dell’Uomo si collega al Verbo che si è fatto carne, portando il concetto che le pecore sono parte della sua stessa carne.
Dunque, secondo Matteo, se si è uniti al Figlio dell’uomo, ci si troverà a giudicare insieme a lui.
Questo giudizio finale mette tutti di fronte a coloro che, senza rendersene conto, si sono ritrovati a essere uno con Lui attraverso la sofferenza e le situazioni di fragilità umana.
Verrà nella gloria o nel peso?
La risposta riflette la profondità di questa connessione: ogni gesto di compassione verso gli altri è, in realtà, un gesto compiuto verso Lui. Ma chi liberamente sceglie di restare insensibile alle situazioni fragili, chiudendo il proprio cuore nell’egoismo, si allontana dalla possibilità di unirsi a Lui.
Di conseguenza, quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, lo farà con la sua gloria, intesa letteralmente come peso, attraverso cui schiacciare chi ha scelto di abbracciare la morte e l’oscurità.
E verrà con “tutti” gli angeli
Gli angeli invece, in contrapposizione al peso, simboleggiano la leggerezza con cui porterà in alto chi ha scelto di seguire il suo pastore. Avrà bisogno di tutta la squadra angelica.
Ecco allora che le parole ci parlano dell’assoluta necessità di recepirle: un avvertimento a garanzia dell’enunciato, “peso-gloria”, che ogni cristiano dovrebbe cogliere.
Foto di charlotte_202003 da Pixabay
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