Le monache compositrici della Chiesa d’Oriente e d’Occidente

Le monache

In un clima di suggestiva e ispirata valenza religiosa come quello della Santa Pasqua, nel primaverile tempo di rinascita e speranza, la musica risuona, con la sua sacralità, nelle chiese, nei monasteri, nei luoghi di culto, ma anche nella mente delle monache compositrici. Esse, figure femminili oltremodo affascinanti, popolano la Chiesa d’Oriente sin dal IX secolo.

Kassia

Kassia, badessa, poetessa e musicista, è la prima donna compositrice della storia. Nasce in una famiglia aristocratica greco-bizantina, la sua produzione comprende circa cinquanta inni, il più famoso dei quali è “L’inno di Kassiani”, che viene cantato nella settimana santa. Si racconta che prima di abbracciare la vita monastica, ella partecipa alla sfilata delle spose, in cui l’imperatore bizantino Teofilo, avrebbe dovuto scegliere la sua futura moglie, consegnando alla prescelta una mela d’oro. Abbagliato dalla bellezza di Kassia, il giovane sovrano le dice, facendo riferimento al peccato originale di Eva:

“Attraverso una donna si distillano le passioni più vili”.

Kassia gli risponde, pensando alla nascita di Gesù:

“Attraverso una donna giungono le cose migliori”.

Per orgoglio Teofilo prende in sposa Teodora e si racconta che l’imperatore chiede di rivederla solo prima di morire. Egli si reca al monastero dove Kassia è intenta a scrivere un inno, ma dopo aver saputo della sua presenza, per non incontrarlo, si nasconde. Perciò quando Teofilo entra nella cella non la trova, ma nota, però, l’inno incompiuto sul tavolo e decide di terminarlo. Kassia, successivamente, lo legge e piange amaramente.

Teodosia e Tecla

Teodosia, anche ella badessa di un monastero vicino Costantinopoli, scrive un canone di 220 versi, dedicato al beato Ioannikios, morto nel nell’846.

Infine Tecla dirige un monastero femminile, sempre a Costantinopoli e scrive un canone in onore di Maria Theotokos, l’unico scritto da una donna che si sia conservato nei secoli.

Ildegarda, la profetessa tedesca

Parallelamente, anche nella Chiesa d’Occidente ci sono due sante da annoverare. La prima è lldegarda di Bingen, conosciuta come “profetessa tedesca”, è una monaca benedettina, dichiarata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI nel 2012. Possiamo definirla una delle figure più sorprendenti del medioevo europeo, emblema di sapienza senza tempo, genio eclettico vissuto durante il primo secolo dell’anno 1000. Ella si serve della musica per far conoscere il messaggio inviatole da Dio. La considera uno strumento sublime, poiché in grado di parlare direttamente all’anima dell’uomo, risvegliando la componente divina che è in lui. Ildegarda afferma:

“ll canto e la musica umana sono una risonanza del paradiso, benevolmente concessa da Dio, sono un’eco del suono originario di Dio, Uno e Trino. La musica risveglia nell’uomo la nostalgia del paradiso”.

Perciò per Santa lldegarda il mondo è una realtà continuamente attraversata dai suoni musicali e la sua esistenza completamente pervasa dalla musica. Ogni cosa ha un suo suono proprio che armonicamente si inserisce nella grande sinfonia della creazione e della salvezza. Particolarmente conosciuti sono i 73 anni liturgici da lei composti, raccolti nella sua “Sinfonia dell’armonia delle rivelazioni celesti” e l’opera teatrale liturgica “L’ordine delle virtù”, scritta nel 1151, rappresentata più volte.

Brigida di Svezia

Santa Brigida di Svezia, vissuta tra il 1303 e 1373, compatrona d’Europa, famosa fondatrice delle monache brigidine, pur non essendo stata una compositrice, ha dato vita per le sue religiose, ad una particolare liturgia in onore di Maria, madre del Salvatore. Brigida redige i testi, mentre le melodie vengono adattate dal gregoriano. Questa liturgia nella tradizione è denominata Cantus Sororum, cioè canto delle sorelle, resta un unicum nella storia degli ordini religiosi femminili.

Nel corso dei secoli, quindi, nel silenzio dei conventi, non ha risuonato solo l’eco campane, ma soprattutto la musica celeste di queste compositrici, che ha dato voce ad un mondo sommerso.

Foto di Frauke Riether da Pixabay

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.