Una delle caratteristiche dei britannici è la rigidità.
I britannici sono quelli del sì o del no, il forse non esiste quasi mai: una cosa o puoi farla o non puoi farla, un diritto o lo vanti o non lo vanti, le vie di mezzo non sono contemplate. Mentalità molto diversa dalla nostra, noi che siamo il paese in cui tutto è possibile e impossibile insieme, non si sa, dipende.
È forse per queste continue incertezze che noi italiani siamo diventati estremamente flessibili, incapaci di seguire protocolli rigidi come quelli che regolano la vita dei britannici. Così, quando ci confrontiamo con loro, comprendersi può essere complicato non per problemi linguistici ma per le molto più profonde differenze culturali. Quando, poi, l’italiana che si confronta sono io, ammetto che anche la lingua può creare qualche difficoltà in più. Però non è solo colpa mia, veramente.
Anche se tutto è iniziato per un mio errore.
Volendo fare un regalo alla mia amica Loredana ed essendo Londra in lockdown con i negozi chiusi, non c’era che acquistare online.
Così, dal divano di casa, sono andata in giro di qua e di là con il mouse, ho visitato negozi di ogni genere ed alla fine ho scelto e comprato da un sito dove non ero ancora registrata.
Allora ho riempito i campi con il mio nome, cognome, indirizzo, telefono, email e poi ho fatto attenzione ad inserire un diverso indirizzo per la consegna del pacchetto direttamente a Loredana, un click ed ho pagato. È stato un attimo. Un attimo anche quello in cui mi sono accorta che qualcosa non quadrava: perché la email di conferma mi salutava dicendo “Hello Loredana”… e io sono Valentina.
Ho controllato e mi sono accorta di aver prestato attenzione a tutto, alla scelta del regalo, alla sua composizione, alla confezione ma invece di creare un account a mio nome e spedire il pacco a Loredana, ho creato un account a nome di Loredana e ho spedito il pacco a me stessa. Grande prestazione!
Il sito non mi permette di correggere l’errore; d’altra parte non devono essere in molte quelle che creano l’account a nome dell’amica e si spediscono il pacco regalo destinato a lei. Insomma, un caso così non lo trovo tra le FAQ (acronimo che sta per Frequently Asked Questions, domande frequenti) e mi tocca telefonare al call center.
Mi risponde una centralinista tanto britannica che sono tentata di attaccare perchè comprendere i madrelingua è straziante: i centralinisti britannici non hanno la minima capacità di immedesimarsi nella fatica che fa il poveraccio dall’altra parte del telefono per capire.
Vabbè, pazienza, io devo risolvere il problema. Inizio con un good afternoon.
La centralinista mi dice che per potermi aiutare deve verificare la mia identità.
Vorrei dirle che il problema è proprio la mia identità ma lascio perdere.
Mi chiede lo spelling del mio nome che essendo diventato “Loredana” mi costringe ad una scomposizione nuova che mi esce malissimo. Infatti la centralinista non capisce.
Allora mi chiede l’indirizzo che, sempre perchè non è il mio ma quello di Loredana, impiego tre minuti a ritrovare.
Poi mi chiede una cosa che le devo far ripetere dieci volte: in ordine capisco full, phone, fall, for, far, all, hole, whole, e io le rispondo le cose più improbabili prima di capire che era four, quattro. Ecco il problema con i madrelingua qual è: hanno una pronuncia così perfetta, senza L, R, W, H, che tutte le parole sembrano uguali.
Finalmente l’interrogatorio termina e la centralinista è sicura di parlare con la ritardata intestataria dell’account.
“What’s your problem, Loredana?” mi chiede, e percepisco quanto retorica sia la domanda.
“Well” attacco io, “my problem is che io non sono Loredana ma Valentina.”
Sento un lungo silenzio.
“Who’s Valentina?” chi è Valentina, chiede alla fine.
“Valentina it’s me” le spiego e le racconto dell’errore.
Mi ascolta in silenzio. Non so se capisca, tra il mio inglese ed il mio errore non è facile per un britannico. Alla fine mi dice:
“Ti dò un indirizzo, scrivi a loro” e mi ritrovo a scrivere un indirizzo di Liverpool.
“Ma una email?” azzardo.
Con un certo fastidio me la dà e ha il buon cuore di specificare che la prima, incomprensibile lettera che ha pronunciato è “L for Liverpool”. Grazie. Sono abbastanza sicura che L sia la sola lettera giusta che ho scritto di tutto l’indirizzo.
Adesso ho un indirizzo cui mandare una lettera, forse una email cui poter scrivere e nel frattempo attendo che mi venga consegnato il regalo di Loredana comprato dal mio account che però è a nome suo.
Tanto ho già deciso cosa fare: aspetto la consegna e poi mi cancello, o meglio, cancello Loredana dal sito. È tutto troppo complicato perché un britannico possa comprendere e correggere, non rientra nei protocolli. Come non ci rientro io ma che vogliamo farci, sono italiana!
* Dedicato alla mia amica Loredana che oggi stringiamo in un forte abbraccio.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Scrivi