Primavera di fuoco in Turchia: lettera di un italiano a Istanbul

23891928Istanbul, nowadays: la testimonianza. “Solo il senso di responsabilità dei manifestanti sta evitando il peggio”

“Da venerdi pomeriggio 31 maggio il governo di Erdogan ha cominciato differenti azioni di repressione per contrastare la libera sollevazione popolare.

Questa sollevazione popolare non è stata guidata da nessun partito e da nessuna organizzazione ma è semplicemente nata come risposta agli eventi che ormai da 5 anni si ripetono regolarmente sul territorio turco. Oltre ai milioni che sono in piazza ormai da venerdì scorso, da notare che sono milioni le persone che ogni giorno dalle proprie case partecipano con spontanee manifestazioni (suono delle pentole, luci accese e spente a intermittenza).

Le principali accuse mosse al governo sono la forte limitazione della libertà di espressione, il tentativo di islamizzare il paese abbattendo parte degli ideali e dei principi costituzionali creati da Mustafa Kemal Ataturk, la crescente presenza di condizionamenti nel mercato in favore di determinate imprese chiave (anche nel settore media) nel mercato turco.
Recentemente (esempio sono i fatti accaduti durante la manifestazione del 1 maggio 2013) la polizia ha anche cominciato una forte attività di repressione usando la violenza e usando una quantità ingiustificata di gas lacrimogeni in risposta a pacifiche manifestazioni in tutto il paese.
L’ultima delle sollevazioni popolari è partita il Venerdi 31 Maggio a seguito del tentativo di sgombero del “Gezi Park” nel quartiere di Taksim.
Lo storico parco (uno degli ultimi parchi rimasti in vita nel centro della città) è nei progetti di ristrutturazione dell’aria di Taksim cancellato e sostituito da un centro commerciale e una moschea.
I giovani, nel tentativo di occupare il parco, sono stati attaccati dalle forze dell’ordine che senza prevenire hanno brutalmente attaccato con l’uso di idranti e gas lacrimogeni. Da specificare che il progetto non è stato spiegato ai cittadini ed è stato semplicemente imposto dalla municipalità. Ci sono a proposito i commenti del sindaco di Istanbul (AKP stesso partito dell’attuale Governo) che, in seguito ai fatti di violenza accaduti in questi giorni, ha ammesso l’eccessiva risposta polizia e anche le responsabilità delle istituzioni che non hanno informato a dovere e presentato il progetto.
Da quel pomeriggio, si ripetono con regolarità le azioni di violenza in tutte le città della Turchia (nella lista si contano miglialia di feriti e 3 morti). L’uso di gas indiscriminato, la violenza su singole persone stordite dai gas e quindi impossibilitati a nuocere, l’uso di idranti indiscriminato sta creando nel paese un vero rischio di incolumità per normali cittadini, anziani e turisti.
Immagini video e fotografiche chiare riportano la violenza della polizia accompagnata da non ben identificate persone che non appartengono al corpo della polizia ma sono in contatto con loro per fare i lavori “sporchi” (ci sono immagini che riportano volti di persone appartenetenti al partito di governo AKP!)
Il controllo dei Media è una delle armi usate da questo governo da ormai anni e i risvolti si sono visti in questi giorni dove solo pochi e marginali Media locali stanno risportando le notizie e le immagini degli eventi.
Il governo sta anche cominciando una forte azione di repressione con arresti (16 nella sola giornata di ieri) nei confronti della gente che, utilizzando i social network, sta cercando di diffondere immagini, notizie in modo da compensare lo “scarso” impegno dei principali media locali.
Ho paura che la situazione possa degenerare.
Se ad oggi il numero dei morti non è cosi importante è solo perchè il senso di responsabilità dei manifestanti e della gente sta evitando il peggio.
Ho paura che una forte azione di repressione anche legale (vedi arresti per uso di social media twitter/facebook) possa avanzare fortemente. La gente sta manfestando, nonostante i rischi, perchè i principali diritti sembrano gradualmente ridursi”.

(Lettera firmata)

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