Nuovo Centrodestra: Le prospettive per il futuro

Chigi - consiglio ministriTrenta senatori e ventinove deputati, è questa -allo stato attuale- la forza in Parlamento del Nuovo centrodestra (il nome ufficiale e il simbolo saranno presentati a breve), la neonata formazione politica guidata da Angelino Alfano.

Questi numeri sono il frutto della scissione dal Pdl, oramai di nuovo Forza Italia, fortemente voluta dalle colombe: “caro presidente Berlusconi”- così si rivolge Alfano al suo ex leader di partito – “qui c’è gente che le vuole bene, che le vuole tanto bene, che vuole restare nel centrodestra, ma che si era stancata dell’idea che il nostro movimento finisse in mano a radicali ed estremisti”.

Il tentativo, insomma, è quello sì di distanziarsi dagli “estremisti”, ma mantenendo fermo tra i due partiti un rapporto di collaborazione politica. Anche in vista di una probabile alleanza elettorale, come le stesse parole del capo del Nc sembrano suggerire.
Questo atteggiamento può essere dettato, oltre che da motivi di affinità politica con (la seconda) Forza Italia, anche dalla memoria di ciò che era accaduto dopo la rottura secca e poco amichevole tra Berlusconi e Gianfranco Fini, il quale venne considerato “traditore” della volontà degli elettori, ottenendo di conseguenza un risultato decisamente minore alle aspettative nel successivo turno elettorale e un basso peso politico.

Le due vicende tuttavia hanno presupposti di partenza diversi. Il primo luogo lo staccamento di Fli dal Pdl si creò nel solco di una divisione che già esisteva al momento della fondazione del partito, che avvenne infatti per la fusione di Alleanza Nazionale con (la prima) Forza Italia, la quale però aveva un ruolo predominante già in partenza. Non così per Alfano, che si è fatto portavoce di un dissenso che si è formato sostanzialmente in seno al partito e che perciò non subisce il peso di una debolezza pregressa .

In secondo luogo la figura stessa di Alfano, al contrario di quella di Fini, era di primissimo rilievo all’interno del Pdl, tanto che c’era un momento in cui era sembrato ad un passo dal diventare il successore di Berlusconi. E’ stato quindi più facile per lui aggregare attorno a sé un ampio consenso da parte dei suoi stessi compagni, ottenendo l’appoggio, tra gli altri, anche di Lupi e Quagliariello.

Insomma il Nuovo Centrodestra sembra avere tutte le carte in regola per diventare un partito di notevole importanza all’interno del panorama politico italiano. Questo obiettivo può essere però raggiunto solo a patto che sia capace di fondare rapidamente una propria identità, così da presentarsi con autorevolezza di fronte all’elettorato di destra, ormai da vent’anni coagulato attorno al carisma della stessa persona.

di Lorenzo Masucci  

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