Berlusconi: l’addio al Cavaliere amato e odiato

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Silvio Berlusconi è deceduto ieri all’ospedale San Raffaele di Milano. La notizia della sua morte ha suscitato reazioni contrastanti nel Paese, diviso fra detrattori e sostenitori.

Quello che si può dire, senza timore di smentita, è che il Cavaliere è stato uno dei personaggi più influenti degli ultimi 40 anni. 

Berlusconi imprenditore 

Alla fine degli anni Sessanta, Berlusconi iniziò a dominare la scena dell’imprenditoria meneghina, bruciando ogni tappa. Gli amici d’infanzia lo ricordano come un venditore insuperabile, uno che riusciva ad appioppare alla gente qualunque cosa.

Fu così che, ancora giovanissimo, decise di concentrarsi sul settore immobiliare, investendo 30 milioni di lire della liquidazione del padre. Fu così che nacque Milano2, una “città del futuro”. Nel giro di pochi mesi, Berlusconi edificò negozi, case, strade pedonali e carrozzabili in un’area di 712mila metri, intascando un utile di 35 miliardi delle vecchie lire.

Un vulcano di idee 

Secondo gli amici più fidati, Silvio Berlusconi in quegli anni lavorava incessantemente e non contento di aver concretizzato i suoi obiettivi nel campo dell’edilizia, decise di lanciarsi nel mondo delle comunicazioni, approfittando di un momento propizio. Nel 1974 la Corte costituzionale aveva infatti sancito l’illegittimità del monopolio Rai.

Fu così che il 7 settembre 1978, l’imprenditore milanese acquisì Telemilano 58, trasmessa via cavo, che nel 1980 divenne Canale 5 con la fondazione del Gruppo Fininvest. Gruppo che si sviluppò con altre società: Videoprogram (centro di produzione), Reteitalia (acquisto e distribuzione programmi), Publitalia (concessionaria di pubblicità).

Nei primi anni ottanta, acquistando Italia 1 di Rusconi e Retequattro di Mondadori, divenne il più insidioso antagonista delle tv di Stato. Le emittenti del Cavaliere furono le prime a sostenersi esclusivamente grazie alla pubblicità e a proporre l’idea di una tv commerciale.

Nel 1985 le reti di Berlusconi entrarono a far parte della Federazione radio e televisioni, che raggruppava tv e radio locali; fu con le reti di Berlusconi che si arrivò al primo contratto collettivo di lavoro nel settore privato della radiotelevisione. 

Il Milan dei record

Fra un investimento e l’altro, l’11 febbraio 1986 Berlusconi comprò il Milan, salvandolo dal fallimento. Da quel momento, la squadra incassò una vittoria dietro l’altra: otto scudetti, cinque Champions League, una Coppa Italia, sei Supercoppe Italiane, due Coppe Intercontinentali e un Mondiale per Club. 

Ma torniamo alle tv 

A fine anni Ottanta, il Cavaliere piazzò 14 parabole nelle sedi regionali per l’utilizzazione ­di due canali dell’Intelsat, e per l’uso di una stazione mobile.

Negli anni Novanta, aggirando con un cavillo la legge Mammì sulla riduzione delle reti concesse ad un privato e sulla diminuzione della pubblicità nei programmi televisivi (tre dedicati alla Fininvest, uno sull’apertura della Rai a capitali privati), Berlusconi rafforzò ulteriormente la sua egemonia. Nel 1993 fondò Mediaset e la sua ascesa, tra alti e bassi, non ebbe fine.

La “discesa in campo” nell’agone politico

Poliedrico come pochi, nel 1994, periodo cruciale del post Tangentopoli, Berlusconi decise di entrare in politica e, usando la metafora calcistica della “discesa in campo”, creò Forza Italia.

Da allora, apportò alla politica cambiamenti epocali, grazie al suo stile comunicativo rampante e confidenziale al tempo stesso. In quel periodo fu persino coniato il termine “berlusconismo”, per descrivere un modo di approcciare la politica, i media e la cosa pubblica secondo il suo stile.

Il suo partito ha dominato la scena politica per vent’anni, nel corso dei quali il Cavaliere è stato Presidente del Consiglio quattro volte. Un partito che, a onor del vero, fu fondato assieme al “fedelissimo” Marcello Dell’Utri (condannato poi in via definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa) e ad altri suoi amici fidati.

Amato e odiato 

Amato dai suoi sostenitori, dall’ingresso in politica Berlusconi ha spaccato in due l’opinione pubblica. Processato ben 36 volte con centinaia di capi d’accusa a suo carico e condannato solo una volta in via definitiva a quattro anni per frode fiscale (pena scontata). A salvarlo da altre condanne furono numerose prescrizioni e, secondo i suoi detrattori, 60 leggi “ad personam”, alcune delle quali furono poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta.

A dire il vero, le prime ombre erano emerse fin dall’inizio della sua attività imprenditoriale. Fu accusato, infatti, di vari illeciti, frodi economiche, rapporti con la mafia e la massoneria (in particolare la P2 di Licio Gelli). Si aggiunsero poi numerose accuse relative alla sua etica, con i processi Ruby (la presunta nipote di Mubarak). 

In molti si indignarono perché gli contestavano di aver portato in Parlamento “nani, ladri e puttane”; i suoi festini, i “Bunga bunga”, “Papi girl” e le burlesque a sfondo erotico misero in ridicolo il nostro Paese anche all’estero.

Le dimissioni 

“Perseguitato” dalle vicende giudiziarie, nel 2011 l’Unione europea costrinse il Cavaliere alle dimissioni per sostituirlo con un esponente di punta della tecnocrazia della stessa Unione: Mario Monti. 

Berlusconi tuttavia non aveva intenzione di mollare la presa. Iscrisse Forza Italia al Partito Popolare Europeo e trasformò Mediaset in un oligopolio europeo. 

Un lento declino 

Nonostante ogni sforzo e la grande ambizione, come quella di diventare Presidente della Repubblica, il Cavaliere fu sostituito nelle preferenze degli elettori di centro-destra prima da Matteo Salvini e poi da Giorgia Meloni.

Di Silvio Berlusconi si continuerà a parlare, nel bene e nel male: si continuerà a commentare le sue macchie ed i suoi trionfi ma non ci sono più giudici, qui, che egli debba affrontare. Un altro Giudice, ben più imparziale, saprà soppesare pregi e difetti meglio di noi.

I funerali 

I funerali di Stato dell’ex Premier si terranno mercoledì 14 giugno alle ore 15:00 nel Duomo di Milano.

Alle esequie parteciperanno anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economici e monetari, in rappresentanza della Commissione europea.

Prevista anche la partecipazione di Matteo Renzi, Carlo Calenda, Elly Schlein e Mario Draghi. Oltre a quelle di Matteo Salvini, della Premier Giorgia Meloni e di una nutrita rappresentanza di ministri e parlamentari di maggioranza.

A presiedere la cerimonia sarà l’arcivescovo metropolita di Milano, monsignor Mario Delpini. 

La camera ardente allestita a Villa San Martino è aperta solo ai familiari e agli amici più stretti.

Fonte foto: pagina Facebook Silvio Berlusconi

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