MacDonald’s si fa bio e ricicla l’olio della frittura

McDonaldsRidurre le emissioni del 20% entro il 2020 per rispettare i parametri del protocollo di Kyoto: questa la sfida lanciata da Roberto Masi, amministratore delegato di McDonald’s Italia.

A Lainate, vicino a Milano, è sorto il ristorante pilota, quello che dovrebbe dare l’esempio ed essere presto replicato anche nel centro-sud.

Particolarità? Partendo dagli esterni, l’asfalto che circonda l’edificio è composto da un materiale ecoattivo, il biossido di titanio, in grado di assorbire l’inquinamento dell’atmosfera. Le auto elettriche possono ricaricarsi gratuitamente presso le apposite colonnine nel parcheggio e il tetto è ventilato e ricoperto di pannelli fotovoltaici.

L’interno non è da meno. I bidoni per svuotare i vassoi permettono di differenziare plastica, materiali organici e carta e comprimono la spazzatura accumulata per risparmiare spazio. L’illuminazione è interamente a led e c’è un sistema di recupero dell’acqua piovana.

Ma veniamo all’idea più innovativa, che possiamo sfruttare anche noi ogni giorno. L’olio di semi di girasole utilizzato per la frittura viene conservato dopo l’uso e trasformato in biogas, sufficiente ad alimentare tutti i furgoni utilizzati dallo stabilimento di Lainate per il trasporto dei rifornimenti.

L’idea di recuperare l’olio da cucina non è nuova. In alcuni comuni italiani è una realtà già da qualche anno. I cittadini vengono invitati a conservarlo dopo la cottura e poi versarlo negli appositi contenitori che si trovano nelle vie della città, oppure passa direttamente un incaricato del comune a ritirarlo in giorni prestabiliti. Il tutto viene poi consegnato al Consorzio Oli Usati, che purifica e rigenera gli oli e li rende nuovamente utilizzabili come carburanti a basse emissioni, lubrificanti per auto e per l’industria, ecc. Succede da tempo per gli oli di origine industriale. Adesso avviene anche nelle case degli italiani, a Palermo come a Novate Milanese, alle porte di Milano. L’olio riciclato viene trattato come un qualsiasi rifiuto da raccolta differenziata. Così si evita di eliminarlo attraverso lo scarico del lavandino, da cui passerebbe nelle acque sotterranee creando un grave danno all’ambiente. Infatti, gli oli esausti sono solo in minima parte biodegradabili, quindi rimangono imprigionati nei terreni, nelle acque di fiumi e mari e riducono la quantità di ossigeno disponibile per la flora e per la fauna.

di Eleonora Alice Fornara

OlioUsatoPalermo

Sopra, nella foto di Eleonora Alice Fornara, uno dei bidoni per la raccolta dell’olio usato presenti nel centro di Palermo.

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