L’italiano ed il gioco d’azzardo

Seminole Indian Reservation Opens New Casino In EvergladesFrank Sinatra diceva sempre “l’unico posto dove il denaro realmente parla è Las Vegas: ti dice sempre goodbye” . In Italia il fenomeno del gioco d’azzardo è in continua crescita e in questi anni sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti, come osservabile dall’andamento delle statistiche dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex AAMS) relative alla quantità di denaro giocato.

In parallelo si stanno anche rafforzando le evidenze scientifiche che portano a connotare quanto la pratica del gioco d’azzardo può esitare in sviluppo di forme di vera e propria dipendenza (gioco d’azzardo patologico) o comportamenti a rischio (gioco d’azzardo problematico).

La definizione di gioco d’azzardo ruota intorno a due caratteristiche: il denaro e l’aleatorietà del gioco. Si può dire che vi è gioco d’azzardo quando il risultato del gioco dipende prevalentemente dalla fortuna rispetto all’abilità, e quando su questo risultato si investono soldi per vincere altri soldi. 

Ma siamo davvero noi italiani quelli che giocano d’azzardo più di tutti?  E’ un problema quello del gioco d’azzardo che riguarda soprattutto l’Italia?. Come si comportano i giocatori negli latri Paesi?

Alla recente ICE Gaming Conference di Londra, praticamente una conferenza mondiale, dove partecipano tutte le aziende si occupano del gioco d’azzardo, è stato presentato un rapporto completo sul gioco d’azzardo nel mondo, su quanto cioè si spende, paese per paese. Dall’analisi si evidenzia che per fortuna non siamo quelli che dilapidano di più denaro al gioco, però figuriamo nelle parti alte di questa classifica, sesti dopo gli Stati Uniti.

Quelli che spendono di più di tutti sono gli australiani con una cifra di oltre 1.000 dollari a testa, segue Singapore con circa 900. Poi i finlandesi superano i 600 e a seguire neozelandesi, statunitensi e italiani, attestati attorno ai 450 dollari.

Insomma, secondo questa statistica siamo i sesti nel mondo. Spendiamo un po’ più degli inglesi (che proverbialmente sono i maggiori scommettitori) e ben il doppio dei tedeschi. E nella classifica per nazioni, dominata ovviamente dagli Usa, saliamo al quarto posto.

Queste tabelle però, ci fanno scoprire delle cose molto interessanti. Il rapporto molto curiosamente fa un conteggio diverso. Cioè sotto la voce “Lost money by resident” si calcolano le perdite dei giocatori. Cioè, fondamentalmente, si camuffano gli incassi del gioco d’azzardo, con le perdite. Per capirsi: se si giocano 100 euro su una slot e la macchinetta e ne restituisce 80. La spesa (perdita per il giocatore) è di 20 euro: quindi il guadagno per la macchinetta,  corrisponde alla tua perdita cioè 20 euro.

Quindi le statistiche che dicono che ne hai spesi 100 non rappresentano la verità in toto. Calcolare l’emolumento delle giocate non vuol dire valutare le perdite e di conseguenza le vincite per i gestori.  Secondo questo rapporto, gli italiani nel 2013 hanno speso (perso) 24 miliardi di dollari (pari a circa 17 miliardi di euro) nel gioco d’azzardo. Una cifra abnorme, che rasenta la piaga sociale.

Ma il dato più interessante è un altro, che rappresenta l’anomalia italiana. La spesa pro-capite è divisa per tipologia: casinò, gaming machines (in sostanza, slot), betting (scommesse), lotterie, interattivi, altri. Fra tutti gli altri l’Italia è in testa in quello che è il più alienante, ipnotizzante e pericoloso fra i giochi d’azzardo, la slot machine.

Infatti in nessun altro paese si incontrano slot machine  in tanti posti come in Italia. Ma si sa che tutte le richieste alle autorità di regolamentare  questo mercato, sembrano cadere nel vuoto, se non peggio facendo sorgere sospetti su un ruolo del crimine organizzato.

Consistenti rimangono le spese per le lotterie, (lotto, bingo, gratta e vinci ecc.) seconde dopo le slot machine, mentre non sembriamo un paese di scommettitori, e non amiamo, forse per difficoltà oggettive, i giochi interattivi tramite rete.  Curiosando in giro si scopre che una modalità di gioco sempre più in aumento nel mondo è quella del “bedbetting” parola che sta a significare la possibilità di giocare dal proprio letto, cioè restandosene comodamente a casa.

Questo sistema è frutto dell’evoluzione della rete e della tecnologia mobile, che consente la registrazione su determinati siti, e quindi decidere di scommettere su quello che si vuole. Il gambling interattivo raccoglie, tutti i tipi di scommesse, da quelle sportive, al poker, giochi da casinò, e altri tipi di scommesse.

In tutta questa evoluzione c’è un però. Mentre nei casinò, c’è una controllo sulle giocate, e sui sistemi di gioco, poiché l’interesse rimane quello che il giocatore comunque qualcosa vinca, e non si senta truffato, i giochi sulla rete, i casinò on line, non sono controllabili, e quindi il rischio di essere truffati (nel senso che non si vinca mai) è altamente probabile. Tanto che molti siti di giochi d’azzardo on line sono considerati illegali.

Oltre la beffa anche il danno.

Gianfranco Marullo

foto: cislromagna.it

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