La morte di un Piccolo Principe

“Il Piccolo Principe è morto” è il singolare titolo dell’ultimo libro dello scrittore umbro Riccardo Lestini. Ambientato in una Perugia degli anni ’80 si pone come un obiettivo fotografico sulle vie ed i paesaggi del territorio perugino attraverso l’utilizzo di un linguaggio forte e diretto, presentandoci una trama incentrata sui giovani e la droga e che ricorda molto quella del celebre Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino di Christiane F.

I personaggi quindi agiscono e si relazionano in luoghi reali conosciuti e vissuti da molte persone, luoghi nei quali chiunque ci si può immedesimare e dove diverse storie s’intrecciano coivolgendo il lettore  e rendendolo emotivamente partecipe capitolo dopo capitolo, in una speranzosa attesa di un capovolgimento della trama in positivo. 

Il “piccolo principe” (nome attribuitogli al protagonista in quanto amante dell’unico libro che abbia mai letto, “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry) è l’emblema del giovane d’oggi che, privato di stimoli positivi esterni e di compassione da parte del prossimo, si rifugia in quello che gli si presenta davanti, in quello che reputa esser l’unico modo per poter portare avanti una parvenza d’esistenza: entrare nel mondo della droga e, di conseguenza, dell’eroina.

L’autore predilige un tono schietto e a tratti volutamente volgare che riflette il gergo giovanile contemporaneo, spontaneo e, sotto certi aspetti, chiaramente sfacciato. Protagonista è difatti un giovane troppo debole e fragile per reagire di petto di fronte alla vita, complice di ciò la mancanza di compassione e solidarietà da parte di chi gli sta vicino. La fine del suo primo grande amore adolescenziale, una famiglia quasi del tutto assente e l’incertezza di un futuro dai contorni definiti lo porterà sulla strada dell’eroina, illudendosi che quest’ultima possa essere l’unica potente quanto letale ancora di salvezza per sopravvivere alla grigia monotonia delle sue giornate.

Un “piccolo principe” dei nostri giorni, con tutte le sue paure e le sue fragilità tipiche di un ragazzo normale, che viene catapultato in un mondo dai confini oscuri dove lentamente lo porterà al declino ed alla perdita della sua spensierata adolescenza.

Molti sono i riferimenti al testo originale di Antoine de Saint-Exupéry (nel testo ricorre spesso la citazione: <<..un ragazzo che non avrebbe mai scambiato un serpente che mangia un elefante con un cappello>>, oltre ad altre citazioni autografe), per questo si consiglia la lettura di tale testo prima di intraprendere il viaggio di un altro “piccolo principe”, più reale e forse per questo più fortemente tragico.

Info: Riccardo Lestini

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