La citofonata della disperazione

Amici italiani, compatrioti tutti, vi prego di scusarmi ma così non può andare avanti.

Sono stanca, sfinita ed ogni mio sforzo si sta rivelando vano.

Io, dalla perfida Albione, terra dell’eterno autunno, mi impegno a farvi divertire raccontando cosa succede qui e non è un compito facile, non è che i britannici siano cosi spassosi. 

Per di più non è semplice far ridere raccontando di un paese che funziona: si fa presto a fare della satira se, che so, si scrive di una città dove gli autobus vanno a fuoco da soli o dove le strade hanno più buche che asfalto. Basta il titolo “Esplosione nel cuore di Roma: si temeva un attentato ma era un autobus andato in autocombustione”. Si gioca facile. 

Immaginate, invece, di far ridere raccontando di treni che passano puntuali ogni due minuti e di autobus che rispettano gli orari. È uno sforzo titanico, ammettiamolo. Ma io lo ho fatto con gioia, mi sono impegnata per trovare aspetti della vita britannica che potessero divertirvi, mi è costato fatica ma qualche volta sono riuscita ad allietarvi per il tempo di un articolo.

Brexit, non lo nascondo, mi ha dato una grossa mano: era da tempo che i britannici non inanellavano tante minchiate una dietro l’altra e prenderli in giro e far ridere i lettori è stato un gioco da bambini. 

A parte questo, però, le loro vicende politiche sono così noiose che non ho mai trovato materiale da rielaborare: i politici, qui, sono dei principianti della truffa, si dimettono se vengono accusati di aver pagato il noleggio di un film porno con i soldi pubblici, finiscono in prigione come tutti i comuni mortali se mentono alla Giustizia, sono così ingenui che quasi commuovono. 

Meno male che sono arrivati Harry e Meghan a semplificare il mio compito: con le loro reali dimissioni mi hanno quasi scritto l’articolo. Ed era molto simpatico, vi siete divertiti, vero?

Ecco, ero orgogliosa dei risultati raggiunti e poi… e poi, Salvini, arrivi tu e mi rubi la scena così, con una citofonata? Questa è concorrenza sleale, lo sai vero? Come accidenti faccio a competere col tuo talento, politico ed artistico? È applauso a scena aperta per te ed io mi ritiro nel mio antro a scrivere non so più di cosa per divertire chi mi legge.

Matteo, dimmelo, aiutami, ma come t’è venuto? Chi te le scrive le sceneggiature, sono invidiosissima! Io di fantasia ne ho ma i tuoi sceneggiatori mi danno una pista! Voi mi mettete in mutande, ragazzi, come faccio a rendere divertente la politica britannica ai miei compatrioti quando poi ci siete voi, lì, ad inventare questi cabaret? 

Il massimo dello scandalo offerto dalla Famiglia Reale, prima del trionfale arrivo di Meghan, è stato quando Kate, impeccabile moglie, madre e duchessa, è stata fotografata mentre si sfilava gli slip, in casa sua. La foto, scattata da una distanza siderale, necessitava delle didascalie per intuire cosa stesse accadendo, credere che quella fosse Kate era un atto di fede ma se ne è parlato molto. Ecco, posso io, con questo materiale, competere con voi? Matteo, dimmelo tu, ti sembra una sfida ad armi pari?

D’altra parte capisco che tu debba puntare in alto, la competizione elettorale è tesa ed i rivali accanitissimi. Però, tranquillo, la tua citofonata ha surclassato anche Silvio.

Berlusconi si è tenuto sul classico: il sesso, un argomento che tira sempre, questa volta trattato con tatto, garbo ed eleganza. E deve essere stato un bel momento per la candidata Jole Santelli sentir dire dal suo leader “la conosco da 26 anni, non me l’ha mai data”, è una di quelle esternazioni che ti riempie di orgoglio.

Ma la citofonata in presa diretta va oltre, oltre Silvio, oltre Giggino che si toglie la cravatta. Tu, Matteo, li hai surclassati tutti con una citofonata di “Buongiorno, buonasera, lei spaccia?” in una tranquilla serata di comizi.

Quanto è frustrante tutto questo! A me non sarebbe mai venuto in mente, manco me la sognavo una scena così!

Da giorni, invece, ho un incubo: il mio citofono suona, vado a rispondere ed è Salvini che mi dice “Buongiorno, buonasera, lei è una mignotta?” e Berlusconi, che stava lì nei paraggi, prontamente mi difende urlando “la conosco da anni e non me l’ha mai data”.

Per par condicio, passavano pure la Meloni, che però aveva le cuffiette nelle orecchie e canticchiava “Io sono Giorgia” e Zingaretti che… che.. che non diceva niente e non è colpa mia se passeggiava su e giù e taceva, io sono solo  quella che ha l’incubo non uno degli sceneggiatori di Salvini. Giusto loro possono scrivergli le battute per animarlo un po’. 

Io c’ho già il mio bel da fare a cercare di far ridere voi, con gli scarsi mezzi a mia disposizione.

E poi c’ho Salvini al citofono quindi, scusatemi tanto, ma devo salutarvi.

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