Ecomuseo Casilino: recuperare senso storico e culturale della Capitale

308d621c-de83-4fc6-8511-3086941b76d2Un nuovo progetto partecipato approvato, nato, pronto, per la tutela, valorizzazione e sviluppo dell’area del Comprensorio Casilino che conferma ancora una volta che è dalle ‘periferie’ che arriva l’innovazione sociale. Nasce e prende vita l’Ecomuseo. Con  percorsi archeologico, storico, paesaggistico-urbanistico, artistico, antropologico, spirituale, rappresenta alcuni dei livelli del complesso palinsesto che compone l’Ecomuseo Casilino e il progetto ha il fine di renderli concreti e diretti attraverso la pratica  della “passeggiata esplorativa”.

Dal parco di Centocelle a Villa Gordiani, una delle ultime tracce dell’Agro romano immerso nel contesto urbano. Un’area che si estende dal parco di Centocelle, sulla Casilina, fino a Villa Gordiani, sulla Prenestina, includendo le vie di Torpignattara, Acqua Bulicante e Tor de’ Schiavi.

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Una progettualità importante, vale la pena qui approfondire. Una progettualità importante, vale la pena qui approfondire. Nasce con questo scopo “l’Ecomuseo Casilino Ad duas Lauros“, un progetto che parte da lontano e che oggi prende forma e che si basa sull’idea della “musealizzazione diffusa del territorio” inteso non solo come paesaggio ma anche come tessuto di relazioni tra i suoi abitanti, cultura, memoria, eredità storica. In particolare, poi,  saranno realizzati un percorso antropologico per la conoscenza di storia e cultura alternativi e di integrazione come convivenza tra storie, nazioni, religioni diverse, quello archeologico, dal mausoleo di Sant’Elena alle ville romane del Parco di Centocelle, dal Colombario di Largo Preneste al sepolcro dei Gordiani; non manca il percorso culturale (dai murales alla street art,  dalle librerie indipendenti agli spazi associativi fino ai co-working, spazi sociali e comuni in cui integrare diverse forme di lavoro, idee e progettualità; il percorso  sacro (con luoghi di culto cattolici, musulmani, induisti), quello storico (dalla nascita dei quartieri al protagonismo durante la resistenza) ed il percorso urbanistico e paesaggistico (per censire aree verdi e luoghi urbani “vuoti” salvaguardandoli da speculazioni future), laboratori di ricerca, idee e sperimenti artistici e culturali. La salvaguardia dell’ambiente Inoltre, con l’arrivo della primavera ma soprattutto dell’estate, l’avvio di laboratori partecipati che delineeranno sei percorsi che prevederanno  passeggiate esplorative,  tour , gite turistiche, visite guidate, insieme ai relativi “hot spot”, ovvero luoghi simbolo segnalati “on the road” attraverso totem.  Luoghi rappresentantivi e non solo, significativi di zone  ma anche dell’intero quartiere; spazi del sentimento e dell’immaginario condiviso: luoghi delle memoria, della storia, della cultura, dell’arte, delle identità. la valorizzazione del grande ambientale ed artistico come filo conduttore del progetto e dell’Ecomuseo.

ecomuseo-casilinoIn ultimo, martedì 23 Febbraio parte il primo ciclo della Scuola Popolare di Tor Pignattara. Partendo dai sei percorsi dell’Ecomuseo (il “cosa” da raccontare), il laboratorio indagherà modi e forme della narrazione social dei territori. Dopo un incontro introduttivo, inizierà la progettazione della strategia narrativa vera a propria, divulgando anche la progettualità e le iniziative, sui maggiori social-media. Avvalorato anche dalla lettera firmata dal WWF Pigneto/Prenestino e Parco di Centocelle, si avvia la riqualificazione ambientale della periferia orientale del Comune di Roma, la salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali presenti.

La nascita e la divulgazione dell’Ecomuseo, sono importanti, proprio per la conoscenza. Il patrimonio storico, culturale ed ambientale sono diventati oggetto di grande interesse pubblico in cui la società può conoscere il territorio che la circonda. Un ecomuseo, in maniera differente da un normale museo, non è circondato da mura ed ingressi, non si paga il biglietto, ma si propone come un’opportunità per scoprire e promuovere una zona di particolare interesse naturalistico o artistico per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca, che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni culturali.

Inoltre ricordiamoci che il museo “diffuso” appartiene alla comunità, che è essa stessa l’ecomuseo, quindi a noi.  La società, siamo noi, non lo ricordiamo mai?

di Alessandra Paparelli

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