Giorgio De Chirico, il ‘maestro’ della pittura metafisica

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Giorgio De Chirico. Piazza di Spagna è stata fin dal seicento non solo il “salotto” ma anche il cuore culturale di Roma. Gioca a suo favore l’affascinante scenario di Trinità dei Monti e di Villa Medici. Oltre alla vicinanza degli ateliers di Via Margutta, delle gallerie di Via del Babuino e dello storico Caffè Greco. Tra i numerosi artisti e poeti che hanno scelto di abitarvi vi fu anche Giorgio De Chirico. La sua casa-museo è un appartamento-studio a tre piani, situato nel rinascimentale Palazzetto Borgognoni, poco distante dal Memorial Keats & Shelley. L’appartamento è costituito dalla parte abitativa, lo studio del maestro e un’ampia terrazza sull’attico del seicentesco palazzo. La casa-museo è visitabile su prenotazione.

Italiano ma greco di nascita, De Chirico vi si stabilisce nel 1948, a sessant’anni. Vive qui gli ultimi trenta, insieme alla seconda moglie Isabella. Prima di allora può essere considerato un giramondo. Nasce a Volos, poi si trasferisce ad Atene dove studia le lingue e la pittura. A 18 anni si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Firenze e nel 1907 a quella di Monaco di Baviera. L’opera del maestro è apprezzata soprattutto per la sua arte “metafisica”, di cui è senz’altro l’esponente principale. Nella sua vita artistica, tuttavia, percorre esperienze stilistiche diverse.

Giorgio De Chirico a Parigi, il primo periodo metafisico

Lo stile “metafisico” di De Chirico nasce nel 1910 a Firenze. Il suo primo quadro è L’enigma di un pomeriggio d’autunno. L’opera è ispirata a una visione da lui avuta in Piazza Santa Croce. In seguito tali visioni saranno ricorrenti. Segue un famoso autoritratto con la scritta in latino: “E cosa amerò se non ciò che è enigma?”. Il periodo metafisico prosegue a Parigi, dove l’artista giunge il 14 luglio 1911 insieme al fratello, il poeta e scrittore Alberto Savinio. Conosce Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire.

Apollinaire definisce De Chirico: «il pittore più sorprendente della giovane generazione». Questi nel 1914, dipinge un inquietante ritratto del poeta franco-polacco (ma nato a Roma). Il soggetto è rappresentato come un bersaglio con la testa forata da una palla. Due anni dopo Apollinaire è richiamato al fronte ed è ferito alla testa. Deve subire un intervento di trapanazione del cranio da cui non si riprende mai completamente. Muore il 9 novembre 1918. Il ritratto è la testimonianza più strabiliante delle doti paranormali del maestro italo-greco.

Il periodo ferrarese

Nel maggio del 1915 De Chirico e Savinio rientrano in Italia per il servizio militare e sono destinati a Ferrara, nelle retrovie. In questa città di grande tradizione culturale il maestro approfondisce ancor più i temi della pittura metafisica. Sono di questo periodo Il grande metafisico, Ettore e Andromaca, Il trovatore e Le muse inquietanti. Dipinge piazze deserte e oggetti geometrici e inconsueti. Nella sua arte ricorrono prospettive e architetture essenziali, immerse in un clima spettrale. Un personaggio del dramma teatrale del fratello, L’uomo senza volto, gli ispira la figura del manichino.

A Ferrara, De Chirico comincia a dipingere i primi Interni metafisici, dove sono presenti oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto. Famosa è la rappresentazione di una barca a remi in un salotto, con una minuzia talmente ossessiva da sembrare irreale. Si apre alla tecnica della scultura in bronzo che coltiverà maggiormente nel “periodo romano”. Frequenta saltuariamente De Pisis e la pittura dadaista ma non vi si sente attratto.

Il classicismo e il periodo barocco di Giorgio De Chirico

Nel 1924, a Roma, De Chirico conosce la ballerina e archeologa russa Raissa Calza che diventerà la sua prima moglie. Dopo un breve periodo di contatto con il surrealismo, inizia a dipingere i primi soggetti archeologici, ispirato dai libri di Raissa. Le sue Ville romane sono un omaggio alla classicità ma riproposto in maniera inquietante. La frattura con i surrealisti è ormai totale. Il matrimonio con Raissa dura pochi mesi, Alla fine del 1930 il pittore si innamora di Isabella Far un’ebrea russa nata a Varsavia. Isa diviene la sua seconda moglie e gli resta accanto fino alla morte.

Nel 1934 De Chirico esegue dieci litografie sul tema dei Bagni misteriosi per Mythologie di Jean Cocteau. Partecipa alla II Quadriennale di Roma del 1935 con quarantacinque opere, tra cui sette dipinti ancora sul tema dei Bagni misteriosi. È profondamente disgustato dai decreti per “la difesa della razza” che discriminano la moglie Isabella.

A partire dal 1940 il pittore russo Nicolas Lokhoff lo inizia ai segreti della tempera grassa verniciata. A Firenze, durante gli anni della guerra inizia la creazione di alcune sculture in terracotta, sempre a tema classico. Dopo essersi nascosto in una parrocchia insieme alla moglie, alla fine del 1944 si stabilisce definitivamente a Roma. Le sue opere successive rappresentano un tributo e un ringraziamento al periodo barocco. Traduce l’interesse per la tecnica dei grandi maestri rinascimentali adottando un grande virtuosismo tecnico. I suoi temi principali sono ora gli autoritratti in costume e gli immancabili cavalli. Sono questi i primi quadri presenti nella Casa-museo.

Il secondo periodo metafisico di Giorgio De Chirico (1968-1978)

Dopo il 1968, l’ottantenne artista riacquista una tranquillità lavorativa. Inizia un nuovo periodo di ricerca conosciuto come il “secondo periodo metafisico”. Dipinge opere sulla meditazione e la rielaborazione dei soggetti dei decenni precedenti la II Guerra mondiale. Torna il Manichino, il Trovatore, gli Archeologi, i Gladiatori, i Bagni misteriosi e il Sole sul cavalletto. Tutti però reinterpretati sotto una nuova luce, con colori accesi e atmosfere più serene. Quella strana sensazione d’inquietudine che caratterizza le opere cupe e severe della “prima metafisica”, sembra superata.

Appaiono nuove combinazioni di soggetti e innovazioni spaziali come nella Piazza d’Italia, ridipinta nel dopoguerra. Gli Interni Metafisici sono nuovamente abitati da personaggi mitologici come Minerva e Mercurio. Nel 1973 a Milano, nel parco Sempione, il maestro realizza la Fontana dei Bagni misteriosi per la XV Triennale.

Per tutta la vita, De Chirico ha dovuto combattere con la proliferazione di numerosissimi falsi delle sue opere. In alcuni casi, i falsari sono riusciti a ingannare anche lui che, nel 1947 firmò un falso credendo di averlo veramente dipinto in precedenza. Il 20 novembre 1978 Giorgio de Chirico si spegne a Roma all’età di 90 anni. Oggi le sue spoglie riposano nella chiesa romana di San Francesco a Ripa in Trastevere.

Fonte foto: fondazionedechirico.org

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