Disabilità: diritti di uguaglianza e di inclusione sociale

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Verso un “Progetto di vita personalizzato e partecipato” – Obiettivo della nuova Legge Quadro sulla Disabilità

Convenzione Onu sui diritti del disabile

Il 3 dicembre, da oramai 15 anni, si celebra la giornata internazionale della disabilità con l’obiettivo di porre fine a tutte quelle forme di discriminazioni e di violazioni dei diritti umani che ostacolano l’inclusione sociale.

La convenzione fu firmata nel 2006 e attraverso i sui 50 articoli indica la strada che gli Stati devono percorrere per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini con disabilità.

Nonostante siano passati tutti questi anni, il tema della disabilità, a livello nazionale, attende ancora molte risposte di tipo normativo, culturale ed infrastrutturale e questa carenza non ha permesso di garantire ai più fragili il riconoscimento di quei diritti sanciti nella Convenzione.

Si parla di diritti fondamentali come il diritto ad una istruzione accessibile integrata e dignitosa; il diritto ad un lavoro adeguato alle proprie condizioni di professionalità e aspirazione; il diritto di vivere in una abitazione e in un contesto senza barriere; il diritto ad una informazione accessibile in tutte le sue forme; il diritto di fruire di servizi adeguati e accessibili, di costruire rapporti sociali ed interpersonali di relazione come l’amicizia, le relazioni sentimentali, la famiglia, il diritto ad una sessualità libera.

Come viene affermato nella Convenzione, ogni individuo, anche affetto da una grave forma di disabilità, può aspirare alla realizzazione di un proprio progetto personalizzato di vita indipendente per realizzare il quale, oltre alla propria volontà, è richiesta la partecipazione di una platea di attori che collaborino insieme e perseguano lo stesso fine.

La legge quadro sulla disabilità

Per raggiungere l’obiettivo del diritto ad una vita indipendente, autonoma ed autogestita, occorre un approccio culturale nuovo, leggi e regole chiare ed uniformi, servizi adeguati su tutto il territorio nazionale e maggiori risorse distribuite equamente.

La riforma promossa dalla nuova legge quadro sulla disabilità approvata dal Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 43 del 27 ottobre 2021 (prevista dal Pnrr alla Missione 5 pur se priva di stanziamenti di risorse ad essa dedicate) pone al centro la persona con le sue esigenze, le sue relazioni, i suoi desiderata.

Il cuore della riforma prevede un nuovo sistema di riconoscimento della condizione di disabilità, in linea con la Convenzione Onu e gli ambiti in cui interviene la nuova legge sono 6:
1. la definizione della condizione di disabilità, riassetto e semplificazione della normativa di settore;
2. l’accertamento della condizione di disabilità e revisione dei suoi processi valutativi di base, unificando tutti gli accertamenti concernenti l’invalidità civile, la cecità civile, la sordità civile, la sordocecità, l’handicap, anche ai fini scolastici, la disabilità prevista ai fini del collocamento mirato e ogni altra normativa vigente in tema di accertamento dell’invalidità;
3. la valutazione multidimensionale della disabilità, progetto personalizzato e vita indipendente; la informatizzazione dei processi valutativi e di archiviazione;
4. la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità;
5. il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali necessari
6. Infine vi è l’istituzione del Garante nazionale delle disabilità che dovrà svolgere una serie di compiti: occuparsi di raccogliere le istanze e fornire adeguata assistenza alle persone con disabilità che subiscono violazioni dei propri diritti; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni e nei confronti di singoli enti; promuovere campagne di sensibilizzazione e di comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone.

Si potrà realizzare, attraverso questa nuova legge, quello che la Ministra per le Disabilità Erika Stefani ha definito “progetto di vita personalizzato e partecipato” fortemente richiesto dal mondo associativo ed essenza della convenzione ONU.

Come ha dichiarato la Ministra, il “progetto di vita personalizzato e partecipato” si realizza, se si verificano più condizioni concomitanti e cioè: le persone non devono porre barriere e le istituzioni e la società devono promuovere l’interazione tra i vari contesti fornendo cultura e strumenti necessari alla inclusione.

Il ddl disabilità, che ora dovrà essere approvato in Parlamento, contiene i principi e le direttive a cui il governo si dovrà attenere nell’emanare, entro 20 mesi, i decreti legislativi di attuazione.
Saranno questi provvedimenti attuativi a dare concretezza alla Riforma e solo allora si potrà cominciare a vedere se il cambiamento è davvero in atto.

Foto di Stevepb da Pixabay

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