Arte contemporanea a Roma, le sculture all’aperto

Arte contemporanea. Quando si parla di scultura all’aperto a Roma si pensa alle statue dell’antichità. Si pensa al Marco Aurelio o ai giganteschi resti del monumento a Costantino, posti in Campidoglio. Oppure ai monumenti realizzati al tempo dell’Italia Unita. Giordano Bruno in Campo de’ Fiori. Giuseppe Mazzini sull’Aventino.

Qualcuno ricorda le magnifiche statue agli ingressi del Palazzo di Giustizia o le statue egli imperatori in Via dei Fori Imperiali. Eppure Roma ha anche prestigiosi esempi di scultura contemporanea all’aperto di assoluto valore. Andiamo in cerca di queste grandi realizzazioni partendo da un luogo insospettato: Piazza San Pietro.

Giacomo Manzù nel portico della Basilica di San Pietro

Sotto il porticato della Basilica possiamo ammirare la porta all’estrema sinistra realizzata da Giacomo Manzù. È nota come Porta della Morte perché da essa escono i cortei funebri dei Pontefici. È una delle pochissime opere di genere figurativo che ammireremo in questo tour.

Il maestro bergamasco vi lavorò dal 1947 al 1964. La porta può considerarsi un documento della fede dell’artista che rifiuta gli aspetti accademici della tradizione. La sua visione si dirige verso i valori religiosi umani. Saldando solo in tal modo il passato e il presente della storia sacra.

La porta è strutturata in quattro riquadri. Nel primo sono raffigurati la deposizione di Cristo e l’assunzione al cielo di Maria. Il secondo rappresenta tralci di vite e spighe tagliate simboli del pane e del vino. Il terzo riquadro richiama il tema della morte. Nel quarto il momento del Concilio Vaticano II in cui il cardinale Rugambwa, primo cardinale africano, rende omaggio al papa.

Arte contemporanea a Roma: le sculture di Arnaldo Pomodoro

Restiamo nei paraggi e, entrando in Vaticano dall’ingresso dei musei, dirigiamoci verso il Piazzale della Pigna. Ivi è posta la prima Sfera all’interno della sfera di Arnaldo Pomodoro. È una delle circa quindici sculture in bronzo di forma sferica dello scultore romagnolo poste nelle piazze o nei musei del mondo. La particolarità di quest’opera è quella di ruotare in un arco di tempo ben preciso. Una seconda “Sfera” di Pomodoro è posta in Piazzale della Farnesina, dal lato dello Stadio Olimpico. L’opera fu concepita come biglietto da visita dell’arte italiana al padiglione dell’Expo 1967 a Montreal. Mentre ci dirigiamo all’EUR per ammirare la terza scultura bronzea di Pomodoro, fermiamoci in Piazzale Ostiense.

Nei pressi del chiosco-bar vi sono cinque sagome in ferro, acciaio, bronzo e specchi incatenate tra loro. È il monumento Siamo Tutti Potenziali Bersagli (1995), dedicato alle vittime della resistenza antifascista. Le sagome rappresentano le persone finite nei campi di concentramento. Sono gli omosessuali, gli immigrati, gli oppositori politici, gli zingari e gli Ebrei. A pochi passi, presso l’ingresso del Palazzo ACEA è posto Le Città illuminate di Pietro De Laurentiis (1962). Si tratta di alcuni bassorilievi fruibili dal retto e dal verso. Sono composti da una serie di elementi verticali connessi tra di loro da elementi orizzontali. In essi si inseriscono dei quadrati scavati e riscavati nel bronzo. Il tutto dà l’idea dei grattacieli di una grande città.

In Piazzale Pier Luigi Nervi, presso il PalaEur, è posta Novecento, la terza opera all’aperto di Pomodoro a Roma. La scultura bronzea trae ispirazione dalla Torre di Babele. Si presenta come una spirale crescente avvolta attorno ad una colonna cilindrica centrale e vuole indicare lo scorrere del tempo. È inframezzata da solidi geometrici di varie forme e sagome astratte, simboleggianti la complessità e le contraddizioni del secolo.

L’esposizione permanente Varcare la soglia a Villa Glori

Dirigiamoci ora dall’altra parte di Roma, verso la pariolina Villa Glori. Il luogo può anche essere la partenza per un secondo itinerario. Qui, nel 1997, su idea della critica d’arte italiana Daniela Fonti, il Comune di Roma ha costituito un’esposizione permanente di scultura contemporanea. Il suo nome è Varcare la soglia, per indicare l’integrazione tra natura e arte.

Il percorso è dislocato tra i pini e gli spazi aperti della villa. Comprende tra le altre, le opere: Monadi di Pino Castagna, Ordine di Eliseo Mattiacci, Portale mediterraneo di Nino Caruso, O Bet ò tre di Franco Purini e Installazione di Jannis Kounellis. Vi sono opere di artisti che espongono all’aperto anche in altri luoghi della città. È il caso di Mauro Staccioli con Installazione e di Maria Dompè con Meditazione. Nel 2000 l’esposizione ha acquisito due nuove opere: la Porta del Sole di Giuseppe Uncini e l’Uomo-erba di Paolo Canevari.

Sempre ai Parioli, all’esterno del Museo Civico di Zoologia, in via Ulisse Aldrovandi è posta la Fontana dell’alca impenne. L’autore della scultura in bronzo è lo statunitense Todd Mc Grain. L’alca impenne era un uccello estinto nel 1844 per la caccia dell’uomo. La fontana è il simbolo di tutte le forme viventi, animali o vegetali che l’uomo ha eliminato per sempre dalla Terra.

Arte contemporanea, Giardini della Galleria Nazionale di Arte Moderna.

Poco lontano, nei giardini della Galleria Nazionale sono collocate numerose sculture di arte contemporanea. Guardando l’entrata, alla sinistra spicca Roma 2010 di Mauro Staccioli. È un grande cerchio, del diametro di circa 10 metri, posto in modo leggermente obliquo sul terreno. Nelle intenzioni dell’autore è una “scultura-segno”. Si pone cioè in stretta correlazione con il luogo nel quale è realizzata. Il figurativo riappare poco distante con il gruppo Peace on Earth di Jacques Lipchitz e nei Leoni di bronzo di Davide Rivettoni posti sulla scalinata.

A destra dell’ingresso della GNAM vi è la Grande spirale di Ettore Colla (1966). In ferro saldato è applicata su un’asta, anch’essa in ferro, alta 11,75 metri. Il riferimento è alla spirale del DNA. A pochi metri dalla “spirale” vi è la scultura Muro d’Europa/La Barca di Fabio Mauri (1979). È un muro di mattoni che divide per la lunghezza una barca di legno di otto metri. All’epoca della sua realizzazione il riferimento era al Muro di Berlino. Oggi può essere benissimo interpretata come simbolo della difficoltà dei migranti di giungere in Europa con i loro barconi.

Il Giardino delle Fontane sul lato sinistro della GNAM

Ipotesi grafica s’inserisce in una ricerca che Cloti Ricciardi ha iniziato negli anni ’70. Protagonista l’acqua, che dall’alto scende creando un velo che separa porzioni di spazio. Al contempo però le lascia in comunicazione. Libro in giallo e Libri in giallo sono due sculture di Lucilla Catania. Suggeriscono un senso di immaterialità e di assenza di gravità. Le striature del marmo somigliano ad una scrittura che si srotola verticalmente con moto ascensionale. La scultura rappresenta la scrittura, che sembra virtuosamente fuoriuscire dalla solidità del marmo per tradursi in messaggio.

L’opera più suggestiva dell’area è il Giardino dell’Anima di Maria Dompé, artista di riferimento dell’arte ambientale. Si caratterizza come luogo di meditazione e contemplazione di ispirazione orientale. È costituita da un grande bacino d’acqua al cui interno galleggiano delle stupende ninfee rose. Il riferimento rimanda a quelle del celebre dipinto di Monet esposto all’interno della Galleria.

I monumenti a Giacomo Matteotti e ad Alcide De Gasperi

In Lungotevere Arnaldo da Brescia si trova il Monumento a Giacomo Matteotti. È esattamente il luogo dove l’uomo politico socialista fu caricato a forza su un’auto dagli squadristi per poi essere ucciso. La scultura ha una forma slanciata verso il cielo simile a una fiamma perenne. L’opera è stata realizzata da Iorio Vivarelli nel 1974, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Matteotti.

Maria Dompé ha realizzato anche il Monumento in memoria di Alcide De Gasperi situato in via delle Fornaci, nei pressi della casa dello statista. L’autrice ha ideato questo singolare intervento riproducendo una vallata del Trentino, terra natale di De Gasperi. Ha realizzato un prato in pendio racchiuso da lastre in bronzo. Sul rivestimento sono incise alcune citazioni dell’ideale europeo di De Gasperi. L’opera vuole indicare l’evoluzione del pensiero dello statista che procede dalla sua terra d’origine sino alla sua visione dell’Europa. Purtroppo la localizzazione del monumento, in un luogo fortemente urbanizzato, è risultata alquanto infelice.

Arte contemporanea, il monumento a Giovanni Paolo II

L’autore della scultura Conversazioni, Omaggio a Giovanni Paolo II è Oliviero Rainaldi (2011).  Collocata davanti alla Stazione Termini, la statua è fusa in bronzo e misura circa 7 metri di altezza. L’opera s’ispira ad una foto scattata nel 1993 durante un convegno scientifico. In tale occasione il Papa avvolse con il mantello un bambino che sedeva su una scalinata. Lo scultore ha scelto di non rappresentare il corpo fisico del Pontefice ma una specie di “corpo pneumatico” sostenuto dal vento.

Una particolare attenzione è dedicata all’antico copricapo da pescatore galileo e al mantello aperto del pontefice. Il primo simboleggia la discendenza del pontefice da Pietro come pescatore di anime. Il secondo il senso della protezione e dell’accoglienza. Vuole proporre, attraverso l’apertura del mantello, l’immagine di svuotamento e di donazione di sé di Giovanni Paolo II. L’opera dà spesso rifugio ai senza tetto, confermando la coerenza della realizzazione alle intenzioni del suo ispiratore.

Foto di DEZALB da Pixabay

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