Architettura contemporanea a Roma, le grandi realizzazioni di inizio millennio

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Architettura contemporanea a Roma. Quando si parla di architettura a Roma si pensa alle magnifiche realizzazioni dell’antichità. Ci si ricorda degli acquedotti, del Colosseo, delle basiliche o delle grandi terme di Caracalla e di Diocleziano. Oppure delle bellissime chiese del tardo rinascimento e del barocco: San Pietro, i capolavori del Bernini e del Borromini. Qualcuno rievoca la Terza Roma del ventennio mussoliniano o i grandi impianti sportivi delle Olimpiadi del 1960. Molti addirittura plaudono al fatto che non si è mai costruito alcun grattacielo.

Pochissimi sanno che Roma, invece, ospita anche prestigiosi edifici di architettura contemporanea. Infatti, tra la fine del XX secolo e il primo decennio di questo millennio, sono state realizzate opere contemporanee di assoluto valore. Tanto da mettere Roma, per un brevissimo periodo, all’avanguardia tra le altre capitali del mondo, per la qualità della sua architettura contemporanea. Ricordiamo queste grandi realizzazioni e siamone fieri.

Architettura contemporanea, la città della musica

Dal 1936, Roma non aveva più un auditorium. L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia aveva dovuto far le valige dalla sua sede, il Teatro Augusteo, per la sua demolizione. Dovettero passare quasi sessant’anni prima che il comune approvasse il nuovo auditorium di Renzo Piano.  Finalmente, nel 2002, fu inaugurata una grande Città della musica su un’area di 55000 mq tra Villa Glori, la collina dei Parioli e il Villaggio Olimpico.

Il nuovo complesso si compone di tre sale da concerto, allocate in edifici di diverse dimensioni. Lastre di piombo con una forma che richiama quella di uno scarabeo coprono le tre sale. Queste si dispongono a raggiera intorno a una cavea all’aperto, che può accogliere circa 3.000 spettatori. Attorno all’insieme degli edifici corre un vasto terrazzo praticabile. All’interno si ammirano i resti di una villa romana venuti in luce durante la costruzione del complesso.  

Oltre alle tre sale da concerto la struttura comprende anche il Teatro Studio, tre diversi studi di registrazione, e l’atrio comune alle sale. Possiede anche un bar-caffetteria, un bar ristorante con accesso alla strada e una grande libreria. Oggi Roma ha una struttura culturale e per la fruizione della musica che tutto il mondo ci invidia.

Architettura contemporanea, il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo 

Sempre al quartiere Flaminio, dove prima insisteva una caserma in disuso ora si erge il MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Il concorso è stato aggiudicato nel 1999 al progetto redatto dall’architetta britannica di fama mondiale Zara Hadid. L’inaugurazione si ebbe nel 2010. Le pareti che caratterizzano la forma e la struttura del MAXXI, sono in calcestruzzo. Come pure le superfici orizzontali, le lame di copertura, interamente rivestite in cemento fibrorinforzato e gran parte delle finiture.

L’ idea di fondo è quella che la tradizionale nozione di edificio si ampli in una dimensione più vasta. La circolazione interna confluisce infatti in quella urbana, sovrapponendo più strati di percorsi intrecciati a spazi aperti. Le forme della struttura, il variare e l’intrecciarsi delle quote determinano una trama spaziale di grande complessità. L’articolazione funzionale prevede sostanzialmente i due musei, il MAXXI arte e il MAXXI architettura. Questi ruotano intorno alla grande hall attraverso la quale si accede ai servizi di accoglienza. Cioè la caffetteria e la libreria dedicata, i laboratori didattici, oltre all’auditorium e alle sale per eventi.

Roma contemporanea, i ponti 

Erano quarant’anni che a Roma non si costruivano ponti sul Tevere. A partire dal 2008 su progetto di David Liagath e della Buro Happold Engineering fu realizzato il Ponte della Musica. Collega il lungotevere Maresciallo Cadorna a piazza Gentile da Fabriano. È quindi in asse con via Guido Reni ove ha sede il MAXXI e con via Pietro De Coubertin dove sorge l’Auditorium. Costruito in acciaio, calcestruzzo e cemento armato e pavimentato in legno fu inaugurato nel 2011. Nel 2013 fu intitolato al compositore Armando Trovajoli. Attualmente ammette il solo transito pedonale e ciclistico ma si prevede anche il passaggio di un’eventuale linea tranviaria.

Contemporaneamente partirono i lavori per il Ponte della scienza. È un altro ponte pedonale che collega il lungotevere Portuense (oggi dedicato a Vittorio Gassman) all’area dell’ex gazometro, nel quartiere Ostiense. Anch’esso costruito in acciaio, calcestruzzo e cemento armato e pavimentato in legno, fu inaugurato l’8 luglio 2014. Successivamente ha preso il nome di Rita Levi Montalcini.  

Infine, il Ponte Settimia Spizzichino, dedicato all’unica donna sopravvissuta alla deportazione nazista dal ghetto di Roma dell’ottobre 1943. Costituisce il prolungamento della circonvallazione Ostiense e la collega con via Ostiense scavalcando la Metro B e la Roma-Ostia. È un ponte ad arco, realizzato in acciaio e lungo 160 metri, di cui circa 125 totalmente sospesi sopra i binari. Anche quest’opera di ricucitura urbanistica la si attendeva da tempo immemorabile. La costruzione iniziò nel 2009. L’inaugurazione è del 2012.

Crollato il tabù dell’intoccabilità del Centro storico

Il fervore architettonico d’inizio millennio travolse un altro tabù. Quello dell’intoccabilità del Centro Storico, sancita dal Piano regolatore del 1962. L’evento si dovette alla realizzazione del Museo dell’Ara Pacis, opera di Richard Meier. Costruito in acciaio, travertino, vetro e stucco, ha chiari accenni allo stile imperiale romano. Ampie superfici vetrate consentono di ammirare l’Ara Pacis in condizioni di luminosità uniformi. L’ambizioso progetto di Meier comprendeva anche la riqualificazione della piazza e un collegamento pedonale. Grazie a un sottopassaggio, si sarebbe potuto proseguire sino alla banchina del Tevere. Purtroppo lo stop edilizio e progettuale del secondo decennio del secolo ha rimandato il tutto a data da destinarsi.

Sempre nel centro storico, nel 2005, si ebbe l’inaugurazione dell’Esedra di Marco Aurelio, nuova ala del museo capitolino. Trattasi di un’aula vetrata ricavata dall’architetto Carlo Aymonino sull’area dell’ex Giardino romano.  Nella grande esedra vetrata è esposta l’originale statua equestre di Marco Aurelio, messa al coperto dopo il restauro. Inoltre, l’Ercole in bronzo dorato proveniente dal Foro Boario e i frammenti della statua colossale in bronzo di Costantino.   

Contemporaneamente fu ristrutturata la Centrale elettrica Montemartini, sulla via Ostiense, che divenne sede museale permanente. Lo si è fatto secondo i canoni dell’architettura contemporanea già applicati per la Tate Gallery di Londra. La Centrale rappresenta oggi uno dei più particolari musei del mondo grazie all’unicità della sua esposizione. Opere classiche dell’epoca romana nel primo impianto di Roma per la produzione di elettricità.

Architettura contemporanea, la Nuvola di Fuksas

Il Nuovo Centro Congressi, noto come “La Nuvola” è situato sulla Via Cristoforo Colombo, all’EUR. Lo ha progettato l’architetto Massimiliano Fuksas e realizzato a partire dal 2008. Il complesso dota finalmente la capitale di un moderno centro congressi. È in grado di ospitare eventi di varie tipologie, da convegni ed esposizioni fino a mostre e spettacoli. Si sviluppa su un’ampiezza complessiva di circa 55 000 mq.

La caratteristica del progetto è la “nuvola” vera e propria. È una struttura sospesa dal design innovativo. Si collega al resto dell’edificio per mezzo di passerelle sospese e tramite un gigantesco portante detto lo “scafo”. In essa vi è l’auditorium da 1.850 posti e i relativi servizi (foyer, bar, guardaroba, bagni, camerini, sale traduzioni e deposito). All’interno dell’edificio c’è anche un albergo di 449 stanze con alti standard qualitativi. L’edificio del Centro Congressi si sviluppa per un’altezza complessiva di 56 metri, per 17 piani.

Cade anche un ultimo tabù: grattacieli a Roma

Nell’ambito della realizzazione del centro commerciale Euroma 2, si ergono due grandi edifici a torre.  Progettate dall’architetto Purini, sono la Torre Eurosky e la Torre Europarco, alte 120 metri. Il completamento risale alla metà del 2012 per un totale di 800 mila mc di cemento. Per la cronaca il mitico grattacielo Pirelli di Milano è alto solo 7 metri più delle Torri di Euroma 2. Inizialmente si pensava di abbattere anche tale “primato”. Ma qualcuno oltre Tevere richiese che le due torri non superassero l’altezza della cupola di San Pietro (132 m).

Come dimenticare, infine, la nuova Stazione Tiburtina, per l’alta velocità, dedicata a Camillo Cavour. Progettata da uno studio romano, è composta da un piano a ponte lungo 300 metri. Ad un’altezza di 9 metri sopra i binari, esso ora collega fisicamente i quartieri Nomentano e Pietralata, storicamente separati dalla ferrovia. Una grande superficie di cristallo sostenuta un’orditura di montanti di acciaio riveste la galleria-ponte. In essa vi sono le biglietterie, i servizi, bar, negozi e ristoranti. Il progetto è caratterizzato da un significativo funzionamento bioclimatico ed ha ottenuto, nell’anno 2003, il premio Eurosolar per l’architettura Bioclimatica.

Foto di albertosandrin da Pixabay

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