Uomini che (s)parlano di donne

 “Una donna vuole essere conquistata con la dolcezza, le buone maniere, la galanteria. So cosa vuole una donna quando mi avvicino a lei, le scrivo poesie, le dico che vedo quello che ha nell’anima, che voglio lenire la sua sofferenza. Io so come prendere una donna”. (Tizio su Facebook)

Ci sono uomini, illuminati da non si sa quale entità extraterrestre, che si credono profondi conoscitori del mondo femminile, della nostra natura, della nostra anima, di quello che pensiamo, che sogniamo e, soprattutto, di ciò che desideriamo. Ovviamente tutto questo avviene al riparo di uno schermo e con l’ardire di una tastiera da cui sfornano, con ottima media giornaliera, pillole di saggezza e consigli su come cambiare quello che, finora, ci ha deluso. Sono in grado di comprendere, con metodo infallibile, la malinconia che esprimono i nostri occhi che, se gioiosi, celano, tuttavia, una tristezza atavica derivante, certamente, da una delusione amorosa manchevole di protezione, di poesie, complimenti, parole rassicuranti, promesse, canzoni d’amore.  

Comincia, quindi, la girandola delle frasi ad effetto (effetto conati per noi): “io so di cosa hai bisogno”, “è la tua anima quella che traspare dalle foto”, “tu meriti di sorridere ed essere protetta”, “io ti capisco profondamente”, “sei quella che cercavo” e così via.

Gli uomini di questo tipo, col deretano ben saldo sulla poltrona di casa, scelgono la “vittima” tra le donne (piacenti) che hanno apprezzato con un like il loro post e iniziano, con una sorta di autopsia psicologica investigativa, di cui non conoscono l’esistenza, a raccontare la vita della prescelta, a ripercorrere le tappe più dolorose, a descrivere una serie di bisogni indispensabili che la renderanno una donna realizzata e felice. A nulla serve fargli notare che sta dicendo una serie di inesattezze e che, in quanto completamente estraneo, non può conoscere la nostra vita passata e tantomeno quella presente, lui sa e noi dobbiamo arrenderci al suo sapere, noi siamo ciò che lui percepisce, inutile resistere.

Lui è il nostro guerriero: come piccoli, fragili cristalli gettati sull’asfalto e in pericolo di essere calpestati, noi donne abbiamo bisogno di un uomo forte in grado di fare da scudo contro le avversità della vita. Peccato che, al massimo, ci ritroveremo un ombrello, pure da riparare.

Il tutto è accompagnato da un’azione motoria pari a zero perché, tutto sommato, il pericolo di una randellata nelle gengive è molto reale, dal momento che tutto quel che si afferma è solo in teoria, quindi, meglio rimanere al sicuro a scrivere poesie e a far passare il messaggio che una donna ha bisogno di dolcezza ma, all’occorrenza di “essere presa”, come un cavallo da domare per sottomettersi al suddetto guerriero.

Uomo conoscitore delle donne ti sveliamo un segreto: sei avvilente, offendi l’intelligenza delle donne che hanno la sventura di rapportarsi con te, sei ridicolo, vuoto, vanesio, ripugnante, debole, urticante.

Uomo conoscitore delle donne, passa più tempo a comprendere la tua fragilità, il non saperti rapportare con donne con la D maiuscola che di deboli oppressori mascherati da guerrieri ne ha le tasche piene. Analizza il tuo vissuto, fai risaltare la tua necessità di essere accompagnato, esalta la tua parte femminile, il tuo essere egoista e affrontalo.

Magari, abbassato lo scudo, ti rivelerai una bella persona.

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