Tra illusione ed illusionisti vecchi e nuovi

Senza-nome-2Le elezioni politiche sono terminate ed i risultati sono noti a tutti, quindi è inutile una analisi, che porterebbe ad un solo risultato: ha vinto chi le ha sparate più grosse.

A questo siamo ormai abituati, per questa ragione, il 25% , i più disincantati, degli aventi diritto al voto ha preferito non uscire da casa per andare a mettere una croce su una scheda variamente colorata.

Mentre, il restante 75% armato di cappotto e di santa pazienza si è messo in fila e con la matita indelebile e due schede colorate è entrato nel seggio, con la voglia di cambiare qualcosa o di dare la sua preferenza al partito o movimento per cui tifa.

Più che una competizione elettorale, sembrava ancora una volta di assistere ad una competizione sportiva dove i tifosi delle opposte squadre facevano il tifo a suon di croci.

In questo quadro è interessante analizzare le proposte o le illusioni vendute agli elettori.

Il Partito comunista, oggi trasformato in democratico (vergogna verso il passato?), parte con una campagna elettorale di prosecuzione del rigore, il verbo preferito è tassare. Tassare chi? Loro sostenevano i ricchi. Ora ad esser buoni in Italia i ricchi, quelli veri sono già scappati via da tempo e non ci pensano proprio a far ritorno.

Il Popolo della libertà, miscuglio di ex democratici cristiani ed ex di destra ed ex socialisti (il partito degli ex), proponeva quella che è sempre stata la stessa campagna elettorale, meno tasse per tutti e restituzione del mal tolto per pagare la permanenza in una Europa che diviene sempre più una slot machines che non una unione di popoli.

Di Monti e la sua fiera accozzaglia di perdenti indecisi, poco si capiva se non che il rigor mortis del paese era l’unico vero obiettivo.

Infine, il vero vincitore Beppe Grillo ergo il Movimento 5 stelle, non identificabile con nessuno, come il suo non partito, il suo non statuto, il suo non leader, ed infine il suo non a tutto. Le promesse oltre al “non a tutto” erano fondate su una democrazia diretta, dove ognuno di noi cittadino della Repubblica, dovrebbe essere parte della formazione delle leggi.

Lui, il vero vincitore,  o il migliore illusionista ha fondato la sua campagna sui sentimenti delle persone e giù a promettere tagli alla politica, ai costi della stessa, a chiudere i cantieri non amati, vedi la TAV, a dare l’assegno di cittadinanza.

In un momento di crisi ha offerto ai candidati un sicuro posto in parlamento con uno stipendio statale e la democrazia telematica a chi è restato fuori.

Vediamo allora di capire, in cosa consisterebbe questa democrazia.

Immaginate per un attimo che si deve fare la legge finanziaria o di stabilità, come si chiama oggi. I deputati del movimento attraverso la rete , devono recepire le istanze della gente comune o popolo e inserirle nel testo normativo. Quindi 52.000.000 di cittadini con idee e sentimenti diversi dovrebbero  esprime il loro testo.

Senza farla lunga non basterebbero dieci anni per mettere tutti d’accordo ed arrivare ad una sintesi.

Quindi come andrà? Semplice, come sempre,  i messaggi che non piacciono al capo verranno eliminati e non giudicati e solo quelli da lui condivisi accederanno al dibattito.

Quindi nessuna reale democrazia, solo l’illusione della stessa.

In tanto noi poveri cittadini, tifosi dell’uno o dell’altro continueremo a pagare tasse in abbondanza per non avere in cambio nessun servizio.

Questa è la democrazia

di Antonio Caliò

foto: nuovaitalialeggieriforme.it

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