Tomas Tranströmer è il premio Nobel per la letteratura 2011

Tomas_Transtromer

Premio Nobel per la letteratura 2011 è il poeta svedese Tomas Tranströmer perché “attraverso le sue immagini condensate e traslucenti, ha dato nuovo accesso alla realtà”. L’ultimo poeta a vincere il Nobel fu l’autrice polacca Wisława Szymborska nel 1996. Il premio come al solito ha sbaragliato ogni pronostico, tra i favoriti vi erano infatti Adonis, poeta siriano candidato già da diversi anni, Haruki Murakami e Bob Dylan.

Poco tradotto in Italia Tranströmer iniziò a scrivere all’età di 13 anni e pubblicò la sua prima raccolta a soli 23 con il titolo 17 dikter (17 poesie), nel 1990 è stato colpito da un ictus che non gli ha però impedito di continuare a scrivere e persino  suonare seppure con la sola mano sinistra. In Italia si trovano presso l’editore Crocetti  il volume ‘Poesia dal silenzio’ e tra quindici giorni arriverà in libreria una nuova raccolta ‘Il grande mistero’ di haiku svedesi.

Il poeta-psicologo è stato nella sua lunga carriera insignito di diversi riconoscimenti tra cui il Premio Internazionale Neustadt per la Letteratura, il Germany’s Petrarch Prize, il Swedish Academy’s Nordic Prize e il prestigioso Struga Poetry Evenings. In Italia nel 2004 ottenne il premio internazionale Nonino, la giuria era presieduta da Claudio Magris e composta tra gli altri anche da Adonis. Transtromer ha anche un riconoscimento a lui dedicato: il Premio Transtromer, istituito nel 1997 dalla città di Vasteras.

Le poesie di Tranströmer sono scritte per lo più in versi liberi, molti lo collocano tra il modernismo, il surrealismo e l’espressionismo: le sue poesie sono poesie scarne, procedono attraverso paesaggi simbolici privi di figure umane ma da cui l’uomo emerge nella sua mancanza di identità. I conflitti della natura sono la sorgente di ogni riflessione sull’identità dell’uomo e sulla sua interiorità, ne sono metafora. Le immagini oniriche, in alcuni componimenti quasi mistiche, procedono per continue sinestesie e ossimori, non a caso stiamo parlando del “poeta del silenzio”:

Pagina di libro notturno

Sbarcai una notte di maggio
in un gelido chiaro di luna
dove erba e fiori erano grigi
ma il profumo verde.

Salii piano un pendìo
nella daltonica notte
mentre pietre bianche
segnalavano alla luna.

Uno spazio di tempo
lungo qualche minuto
largo cinquantotto anni.

E dietro di me
oltre le plumbee acque luccicanti
c’era l’altra costa
e i dominatori.

Uomini con futuro
invece di volti.

Le pietre

Sento cadere le pietre che abbiamo gettato,
cristalline negli anni. Nella valle
volano le azioni confuse dell’attimo
gridando da cima a cima degli alberi, tacciono
nell’aria più leggera del presente, planano
come rondini da cima
a cima dei monti finché
raggiungono l’altopiano più remoto
lungo la frontiera con l’aldilà.
Là cadono
le nostre azioni cristalline
su nessun fondo,
tranne noi stessi.

Proprio questa tendenza alla natura fu la causa delle accuse che alcuni colleghi gli rivolsero negli anni settanta per la sua assenza di un definito impegno politico, ma laddove la poesia vuole essere mediatrice tra l’armonia della natura e la disarmonia interiore dell’uomo, laddove l’interrogativo è quello ultimo su significato e dignità dell’esistenza umana e la possibilità stessa di esprimerla l’assenza di filoni strettamente politici sembra tradire per lo più coerenza con la propria visione del mondo e della ricerca poetica. D’altronde non mancano nei componimenti di Tranströmer chiari riferimenti al potere, anch’esso tuttavia colto come idea, il “potere in sé”.

Insicurezza nazionale

Il sotto segretario si piega in avanti e disegna una X
e i suoi orecchini tintinnano come spade di Damocle.

Come una farfalla screziata è invisibile al suolo
così il demonio si mescola con il giornale spalancato.

Un casco che nessuno porta ha preso il potere.
La tartaruga-madre fugge volando sotto l’acqua.

In  ogni caso questo premio servirà forse per un nuovo sguardo sulla letteratura svedese che vada al di là della moda imperante di gialli e thriller e che non si limiti ai libri di Stieg Larsson.

“Corpi accasciati sonnecchiano nei vagoni della metropolitana, le catacombe che corrono. So anche, senza statistica, che proprio ora si suona Schubert in qualche stanza lontana e per qualcuno quelle note sono più reali di tutto il resto”.

di Claudia Durantini

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