Sergio Caputo e il suo “Un Sabato Italiano”(1983)

sergio caputo

Verso la fine degli anni ‘70 un giovane Sergio Caputo, che a quell’epoca lavorava come grafico pubblicitario, esordisce con il singolo “Libertà Dove Sei / Giorni di Festa”(1978), pubblicato per la It di Vincenzo Micocci e prodotto da Ernesto Bassignano, anch’egli cantautore. Il brano non otterrà successo e ad esso seguirà un mini album di 4 tracce omonimo, che nemmeno otterrà i risultati sperati.

Bisognerà attendere il 1983 perché la carriera di Sergio Caputo cominci a decollare. Infatti, in quell’anno, vedrà la luce il suo capolavoro intitolato “Un Sabato Italiano”, un disco che passerà alla storia della musica italiana come pietra miliare.

Innamorato dello swing e del jazz, il cantautore romano, in questo disco, ci offre 10 brani dal piglio narrativo, surreale, ironico, ricchi di vari riferimenti letterari, ma allo stesso tempo pregni di quella vena pop accessibile, leggera ma mai banale. Ed è proprio il suo realizzare in forma canzone delle specie di mini-film la grande peculiarità di Sergio, dei film che raccontano della vita notturna passata tra vari locali, con i suoi momenti scanzonati, inquieti  e di  fortuna a fasi alterne, navigando nel sottobosco della vita mondana della Capitale.

Tutti elementi che rendono inconfondibile e fresco lo stile del musicista romano che, a differenza di altri cantautori italiani, più vicini al pop-rock, sceglierà il jazz e lo swing per raccontare il suo mondo artistico. L’aver lavorato come grafico pubblicitario influirà anche sulla sua scrittura lirico-testuale, evocativa  e appunto ricca di immagini dai colori e sapori più disparati.

E allora immergiamoci nell’ascolto dell’ iniziale “Bimba Se Sapessi”, che originariamente era intitolata “Citrosodina”(titolo e versi iniziali furono cambiati per evitare problemi legali con la casa farmaceutica del prodotto). Il verso “Citrosodina granulare” diventerà infatti “Idrofobina vegetale”(inesistente in natura). Tra le altre tracce degne di menzione sono da ricordare “Io e Rino”, un racconto disincantato e rocambolesco sulle varie peripezie per i locali notturni e le vie della città da parte di Sergio Caputo e Riccardo Rinetti, appunto detto Rino, nonchè produttore del disco, e la title-track con un testo suggestivo che ci fa viaggiare attraverso i colori e i vari umori della “Roma felliniana”, durante il weekend, e in cui “dilaga anacronistica la musica di ieri”, “il peggio sembra essere passato” e la notte viene vista come “un dirigibile che ci porta via lontano”.

Imperdibili anche la disillusione di “E Le Bionde Sono Tinte”, oltre che la pianistica e soffusa ballata “Spicchio di Luna”, a chiudere in bellezza l’intero lavoro. I testi, coinvolgenti, metricamente carichi di grinta, oltre che cinematografici, gli arrangiamenti di ispirazione jazz, blues e swing, e la presenza di ottimi musicisti italiani come Marco Rinalduzzi, Toto Torquati, Vincenzo Restuccia, Luciano Ciccaglioni e Antonio Marangolo, faranno sì che “Un Sabato Italiano” venga annoverato dalla rivista Rolling Stone Italia tra i 100 migliori album italiani di ogni tempo, collocandolo alla posizione numero 37.

Il disco incarna perfettamente lo spirito dell’Italia in un periodo come gli anni ‘80, decennio ricco di disimpegno ed edonismo che ospitava nelle classifiche di vendita la new-wave elettronica di gruppi come Pet Shop Boys, Depeche Mode, il dualismo tra boyband come Duran Duran e Spandau Ballet, ma anche il pop raffinato venato di jazz e soul di artisti come Sade, Style Council, Matt Bianco, Sting e Simply Red, tra gli altri.

L’ opera prima di Sergio Caputo otterrà anche grande successo di critica, che lo considererà una sorta di “The Nightfly italiano”(con riferimento al capolavoro di Donald Fagen), grazie ai passaggi televisivi di ben otto video dei pezzi del disco da parte della mitica trasmissione RAI “Mister Fantasy”, condotta dal grande esperto di musica e giornalista Carlo Massarini.

Alla fine ogni parola è superflua e se è vero che bisogna lasciar parlare la musica, allora tuffiamoci nell’ascolto di “Un Sabato Italiano”, lavoro imprescindibile del buon vecchio cantautorato italiano. La sua freschezza e attualità vengono anche dimostrati dalla riedizione dello scorso anno in un cofanetto per i suoi 40 anni, oltre che da un brillante tour nei vari teatri.

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