Quando il gioco si fa duro… scegli bene le tue carte: le armi a doppio taglio delle donne

donnaconcappelloE’ universalmente nota la difficoltà che incontrano le donne nel farsi strada nella vita. Ad ogni livello, – lavorativo, affettivo, familiare – si ha sempre la sensazione di dover lavorare il doppio per conquistare un posto nella considerazione degli altri, e anche in questo caso non sempre è sufficiente l’impegno.

La questione è ardua, lo sapete, e per una volta non riguarda gli uomini: il gioco si fa duro quando giocano le donne.

Già perché siamo proprio noi le più ambiziose e competitive. Ci facciamo prendere dal brivido della sfida, dalla necessità di dimostrare che siamo più in gamba delle altre, ognuna facendo leva sui propri punti forti.

A quanto pare abbiamo completamente assorbito il piacere della conquista di cui per tanto tempo gli uomini si sono vantati. Ciò che una volta bastava a rendere Uomini ora è lo schema più seguito dalle Donne.

Ma assistendo all’ennesima scena della sventola di turno che sfodera i suoi assi per arraffare un posto di lavoro, un uomo, una posizione di rilievo o semplicemente un sacco di soldi mi sono chiesta quanto vale la pena rischiare per una mano vincente.

Le carte da giocare, per una donna, non sono molte e c’è chi pensa che nell’insidioso tunnel dell’ambizione, la femminilità sia quella che più di tutte può farci vedere la luce. Ma è un terreno impervio ed è facile scivolare nel cliché dell’arrivista che sfrutta se stessa per una ricompensa.

C’è ancora chi ritiene che sia giusto usare la carta della donna come un’arma contro il dominio maschile, ma quanto è onesto sfruttare l’aspetto sessuale dell’essere donna per ottenere qualcosa in cambio?

Ci ribelliamo se qualcuno ci scarta in quanto donne ma non ci facciamo scrupoli a usare le nostre “armi” per emergere. donne antagoniste

Il nostro si può ancora considerare fair play o ci siamo abituate al gioco sporco?

Il problema sta nell’essere troppo rigide o troppo permissive. Nel non concedersi quella famosa via di mezzo perché non ne siamo ancora capaci. Siamo ancora troppo prese a cercare un ruolo da rivestire, come se essere solo noi stesse non ci bastasse. Come se la solidarietà tra donne ci obbligasse ad omologarci tutte l’una all’altra, senza possibilità di comprensione per chi ha opinioni diverse, per chi ha imparato a cavarsela in altri modi.

Ed ecco che qualcosa ci distrae e non vediamo più dov’è che finisce il gioco e inizia il pericolo, dov’è che smettiamo di decidere e iniziamo a trasformarci in merce di scambio. Una svista non da poco, considerando che chi ne paga le conseguenze siamo solo noi. Per una volta gli uomini non c’entrano: non dobbiamo dimostrare niente, non è a loro che dobbiamo quell’onestà. La dobbiamo a noi stesse, alla fatica che facciamo ogni giorno per farci ascoltare, per studiare e laurearci, per farci assumere da qualcuno.

Alla fatica che hanno fatto altre donne prima di noi perché oggi avessimo la possibilità di difendere quello che abbiamo, di evolverci e scegliere per il meglio. Abbiamo la fortuna di vivere in una società che, con qualche sforzo, ci lascia dimostrare quello di cui siamo capaci. Sveglia!

donna_managerL’unica cosa che non abbiamo ancora capito è che non siamo costrette a dimostrare niente e le nostre vere armi sono il coraggio e la forza che abbiamo costruito negli anni. Chi dice che giocare sporco o non giocare affatto siano le nostre uniche possibilità? Il piatto può essere nostro anche solo con le poche carte che abbiamo.

di Simona Scardino

 

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