Le borse non sono poi così correlate

Dal 2000 ad oggi, con una variazione positiva del 16% l’indice Dow Jones, è l’unico a essere in terreno positivo. Wall Street è l’unica borsa ad essere uscita realmente indenne dalla bolla di Internet, le torri gemelle e i subprime messi insieme. Piazza Affari è invece in rosso del 64%. Positiva anche Shanghai che però non è sui massimi storici dopo la caduta degli ultimi mesi.

Il differenziale dei corsi delle borse europee ed americane riflette la differente “ricetta” che è stata proposta per superare la crisi economico-finanziaria sulle due sponde dell’atlantico: politiche economiche prevalentemente restrittive in Europa – con la rilevante eccezione della Gran Bretagna – ed espansive negli Stati Uniti. In particolare l’Europa ha cercato di intervenire in modo diretto sul debito, mentre gli Stati Uniti e la Gran Bretagna ritengono che la riduzione del debito pubblico debba passare attraverso la ripresa economica. Conseguentemente, le politiche monetarie espansive attuate negli Stati Uniti dalla Fed hanno sostenuto i prezzi dei beni reali consentendo al mercato immobiliare ed azionario una notevole ripresa.

Dopo la vittoria di Obama gli Stati Uniti sono ora chiamati ad affrontare la prova del rientro dal debito con il fiscal cliff alle porte; la “ricetta” di Obama in termini di politica economica è di fatto molto simile a quella europea: maggiori tasse e minori tagli alla spesa. Tuttavia resta negli Stati Uniti una maggiore attitudine alla monetizzazione del debito con il conseguente sostegno ai prezzi dei beni reali. Questo aspetto ha delle ricadute anche sui consumi laddove, sentendosi più ricchi o meglio meno poveri, i consumatori americani spendono di più ed aiutano la ripresa economica.

Anche l’Europa recentemente, attraverso un inedito interventismo della BCE, è andata nella stessa direzione degli Stati Uniti e della Gran Bretagna promuovendo politiche economiche espansive per evitare il credit crunch in atto. Probabilmente la riduzione del debito (c.d. deleverage) passa attraverso una giusta miscela di politiche economiche restrittive e monetizzazione del debito che consentano di riposizionare il ciclo economico su un percorso di crescita sostenibile storicamente pari al 2% del PIL; questo processo potrebbe richiedere molto tempo e non mostrare un andamento lineare con fasi di contrazione alternate a spinte inflazionistiche.

Ci aspettiamo comunque che questa divaricazione tra gli andamenti delle borse continuerà fino a quando le politiche monetarie saranno così diverse, anche se sarà meno marcata per la necessità che hanno anche gli Stati Uniti di affrontare il rientro dal debito.

di: Renzo Moretti

Presidente GWA

foto: ilsussidiario.net

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.