La disparità dei diritti del separato

Mi farò molte nemiche tra le donne ma questo non mi esime da esprimere il mio pensiero riguardo le separazioni, consensuali o giudiziali che siano. Chi ha avuto modo di parlare con uomini separati, che realmente soffrono il distacco dalla famiglia perduta e soprattutto l’allontanamento dai figli, si sarà sicuramente reso conto che di solito esiste un problema reale che li assilla: la disparità dei diritti che, a volte, colpisce queste persone fino a sconvolgerle nel proprio io. Credo che ognuno di noi conosca qualche uomo separato con la sua storia spesso intricata e può avere constatato da vicino la sproporzione dei diritti che esiste in caso di separazione tra uomini e donne. Uomini che soffrono il distacco ma che spesso davanti a un tribunale, secondo alcuni giudici, sono solo ricchi e cinici tiranni che come unico fine hanno quello di far del male e imbrogliare mogli e figli. Probabilmente tra le tante situazioni diverse, possibili all’interno di un rapporto conflittuale, capiterà anche questa ma, nella maggioranza dei casi, il marito o il compagno, soprattutto se con figli a carico, lasciato dalla moglie o allontanatosi di sua spontanea volontà dalla dimora familiare, si trova spesso a dover affrontare una vita ricca di stenti, in solitudine e con profondo sconforto. Ad ogni modo, per anni si è dibattuto sulla parità dei diritti delle donne, sull’equiparazione in tutto e per tutto di queste nella società ma, se parità di diritti significa che le donne devono essere equiparate agli uomini appunto in tutto e per tutto, sarebbe giusto che all’interno dei diritti stessi e dei doveri da rispettare da parte di entrambi ci sia anche quello in cui è previsto, laddove la donna lavori, che questa non debba più percepire il sostentamento per se ma solo un’integrazione a quello per i figli. Non sono ferrato in materia di divorzi ma credo che, salvo rare eccezioni, nella quasi totalità dei casi di separazione le donne, lavoratrici o no, si ritrovino nel nuovo inizio senza grandi faccende da risolvere a differenza dell’uomo che deve invece affrontare diversi problemi come minimo per la seconda volta. Le signore separate non hanno quasi mai il problema di cercare casa perché le viene assegnata dal giudice, non hanno il problema di arredarla perché le rimane tutto il mobilio matrimoniale, non hanno il problema di elemosinare i figli quando si vorrebbero vicini perché, nel 99% dei casi, le sono affidati, non hanno il problema di spiarli all’uscita della scuola e vederseli crescere a distanza perché li hanno in casa a differenza dei loro ex partner a cui spetta di poterli vedere, quando va bene, soltanto nei fine settimana. Insomma i poveri uomini non sempre sono dei prepotenti arroganti che desiderano unicamente andare a donne con macchine da centomila euro, spesso sono solo poveri lavoratori, a volte nemmeno quello perché realmente disoccupati, che devono tirare la carretta per decine di ore al giorno per poter poi dimostrare ai propri figli, quando hanno la possibilità di vederli, che papà non ha problemi economici, che egli è sereno e quindi di conseguenza può rasserenare anche loro. E magari, quando i marmocchi chiedono un regalino, fare finta di niente, soddisfare i desideri dei ragazzini, fingere che tutto vada bene e avere sempre il sorriso sulle labbra. Perché paradossalmente se un uomo separato conduce una vita da miserabile inutile per lui farlo presente e confidare nella generosità del giudice. In questo caso la speranza di vedersi ridurre l’importo dell’assegno mensile, che elargisce all’ex moglie per il mantenimento della casa e dei figli, sarebbe sovrastata dal rischio di vedersi addirittura ridurre ulteriormente i propri diritti di padre. Insomma un’arma a doppia lama e pure ben affilata. Praticamente impossibile in questo modo risolvere i problemi di sopravvivenza, sempre più in crescita per lui. Tanto che già in due città, Roma e Bolzano, il comune è intervenuto in soccorso dei padri che lasciano la dimora coniugale e finiscono per strada. Poveri uomini separati, volutamente ipocriti con i propri figli a fin di bene, impotenti e inattendibili davanti alla legge e disonesti e meschini per le ex mogli. Uomini costretti a cominciare una nuova vita e a fingere di essere brillanti agli occhi del mondo ma, quando soli con se stessi, sentirsi dentro il proprio cuore piangere lacrime amare e accorgersi che intorno a se non si hanno più i propri figli ma, forse, solo quadri appesi al muro e una televisione come compagna.

Enzo Di Stasio
Foto: www.papaseparati.it

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