La crudeltà della Storia: guerre e tregue

Crudeltà

Quasi dimenticando cosa è successo nel mondo fino a ieri, noi europei vissuti in una relativa pace (meglio dire tregua) dal1945, sentiamo gli eventi odierni, dalla guerra fra Russia e Ucraina al conflitto fra Israeliani e Palestinesi, come un segno sinistro dell’incrudelirsi della Storia.
Nulla di più errato.
La Storia è stata, è, e dio sa per quanto lo sarà ancora, crudele.
Dal’45 ad oggi ci sono state guerre nel Vietnam e nella Corea, la guerra in Iraq, i reciproci massacri fra gli Utu e i Tutsi, le stragi di Pol Pot, le persecuzioni africane da cui fuggono i profughi senza domani…
E prima le due assurde guerre mondiali, i lager nazisti, le purghe Staliniane, le fosse di Katyn…
E prima ancora, in un sinistro viaggio a ritroso nel tempo, le rovine di Cartagine, su cui i Romani sparsero il sale perché non ricrescesse un filo d’erba, i seimila schiavi sopravvissuti alla guerra servile, crocifissi da Crasso lungo la via Appia.
Nel dramma di Shaw un messaggero porta a Cesare la notizia che un incendio sta distruggendo la biblioteca di Alessandria. Cesare appare indifferente.
Il messo insiste “ma così si distruggerà anche la memoria storica” e Cesare “poco male, è una storia di nefandezze”.

La tragica dicotomia

Nel bellissimo film di Giorgio Diritti sulla strage di Marzabotto “L’uomo che verrà”, la scena finale ci mostra la ragazzina adolescente che ha salvato sé stessa e il fratellino, e che, mentre ancora non si è spenta l’eco degli spari che hanno massacrato un intero paese, canta con voce esile la ninna nanna al piccolo.
È una delle sequenze più alte e struggenti del cinema d’ogni tempo, ma cela e rivela a un tempo il suo intimo contrasto. In quella visione c’è la tragica dicotomia fra gli abissi dell’orrore e le estasi di bellezza in cui vive l’umanità.
Con due semplici parole Wisława Szymborska ha tradotto il sentimento che la esprime: incanto e disperazione.
Non mi si venga a dire che questo è il misterioso equilibrio della Natura…
Questo è il conflitto fra il bene e il male, fra Dio e il diavolo come simbolizzano le religioni.
Se vincerà il diavolo sarà la fine, e basta.
Se vincerà Dio?
Che trovi il modo di cancellare, di riscattare tutto il dolore che è stato.
Cristo nel discorso della montagna l’ha promesso, ma in un altro mondo, in un’altra vita.

Foto di John Hain da Pixabay

1 risposta

  1. M.S.P

    Terribile nella sua verità,e commovente.
    Per alleggerire: meditate gente,meditate,del grande Renzo Arbore

    Rispondi

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.