Intervista a Domenico Di Conza, direttore dell’Istituto Europeo Pegaso, impegnato a garantire i disabili non vedenti

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Il progetto per disabili non vedenti potrebbe portare Foggia a essere una delle “Smart cities” della Ue.

Intervistiamo oggi Domenico Di Conza, direttore dell’Istituto Europeo Pegaso Onlus di Foggia, che si batte fieramente per garantire “pari opportunità” ai disabili non vedenti.

L’Istituto, è il primo ente formativo in Puglia ad offrire gratuitamente ai disabili non vedenti la possibilità di studiare utilizzando 4 computer che leggono i file delle di sintesi vocale, in adesione ai dieci principi dell’Onu. Ad assisterli, uno staff di tutor esperti e zelanti docenti.

La lodevole iniziativa dell’Istituto potrebbe permettere alla città di rientrare nella lista delle Smart City ed essere inquadrata dunque all’interno del progetto Ue che “mira a stimolare lo sviluppo di tecnologie intelligenti nelle città, mettendo insieme le risorse di ricerca di energia, i trasporti e Ict, e la loro concentrazione su un numero limitato di progetti dimostrativi che saranno realizzato in collaborazione con le città”.

L’Europa infatti incoraggia le comunità “intelligenti” -come le ha definite il Commissario per l’energia Günther Oettinger- che vadano verso soluzioni “integrate e sostenibili”.

Per tali motivi l’Unione europea ha previsto la creazione di una rete di 30 Smart cities da selezionare entro il 2020 e le Amministrazioni Comunali scelte, potranno utilizzare i fondi in ottemperanza al principio di integrare risorse e valori umani all’Innovazione Tecnologica, finalizzata al miglioramento della qualità della vita in ambito urbano.

Ovviamente l’auspicio del management della Pegaso è quello di ottenere la prestigiosa “etichetta” e portare a termine con successo uno dei più grandi progetti sociali e culturali della Puglia, spesso indicata agli ultimi posti delle classifiche per la qualità della vita e la solidarietà sociale”.

“Questa iniziativa” – spiega il Direttore Domenico Di Conza “rappresenta una svolta epocale per tante famiglie che hanno sino ad oggi temuto di non poter avere le stesse opportunità concesse agli studenti. Questo servizio sarà anche proposto tra le iniziative europee di sviluppo didattico all’Istituto Italiano Open Date, di cui la Pegaso è socio fondatore”.

Domenico, come e quando è nata l’idea di creare tale servizio?

L’Istituto Europeo Pegaso come Membro delle Nazioni Unite per Academic Impact si sta adoperando da anni per implementare servizi e azioni in favore dei soggetti svantaggiati in Applicazione dei 10 principi fondamentali dell’ONU.

L’idea è nata un anno fa dopo aver ascoltato un’associazione di ipovedenti. Non era facile, ma soprattutto i costi erano elevatissimi sul mercato. Io però non mi arrendo mai se credo in un’idea. Iniziamo con i disabili della vista. A settembre lo incrementiamo con un servizio in favore dei disabili dell’udito.

Cosa ti ha spinto a immolarti per la causa ?

Ci sono troppe discriminazioni nel mondo della scuola e in quello dell’università. Troppe barriere architettoniche e l’idea che una disabilità deve essere considerata come una giustificazione per dare un titolo frutto di atteggiamento pietistico, con la ingiusta e ingiustificata convinzione che il disabile della vista non possa avere possibilità di utilizzare il suo titolo per un’attività lavorativa. E’ grave non far di tutto per fornire a queste persone un servizio sancito dalla Costituzione: costruire e certificare competenze in pari dignità.

Di cosa ti occupi nella vita solitamente e come concili il tuo lavoro con l’impegno sociale?

Io sono diventato giornalista professionista nel febbraio del 1995 con professionisti del calibro di Marco Mazzocchi (un uomo e un professionista di una serietà e sensibilità come pochi). Sono fortunato perché faccio il lavoro che ho sempre sognato e per il quale mi sono battuto. Negli anni mi sono specializzato in comunicazione istituzionale, lavorando per l’ex Ministro per la Famiglia Antonio Guidi e in diversi Enti Pubblici. Grazie a Gianni Pittella ho studiato tanto diritto e legislazione comunitaria prima e mi sono specializzato nella progettazione comunitaria. Oggi lavoro per la realizzazione delle reti d’impresa sociale, e per la realizzazione di una fondazione di comunità del Sud Europa. Grazie a Guidi credo molto nelle imprese sociali e nella valorizzazione dei talenti.

Una su tutte “ADOTTA UN TALENTO”, 20 donne per la meritocrazia è un’iniziativa che stiamo portando avanti con fatica ma con straordinari risultati. Mi batto contro le violenze. Il mio Istituto è l’unico ad aver apposto una targa contro i

femminicidi davanti alla propria sede. Avevamo anche pensato di diffondere la cultura della lotta alla violenza di genere attraverso una squadra di calcio, il BOJANO. Ma siamo stati attaccati da un mondo che odia questa determinazione nel

promuovere azioni concrete contro la violenza. Hanno provato a farci radiare con ogni mezzo da Settembre in poi e solo ad Aprile ci sono riusciti. Ma non mi arrendo. IL MIO LAVORO COINCIDE CON L’IMPEGNO SOCIALE.

Quale è stata la tua più grande soddisfazione professionale e personale?

Ovviamente la più grande soddisfazione è sempre l’ultima in ordine di tempo. Lottare con i più grandi autori internazionali per far trionfare al PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA, la nostra presidente onoraria MARCIA THEOPHILO, poetessa e antropologa brasiliana che si è sempre battuta per la difesa dell’Amazzonia. Con noi tante adesioni a partire dall’Accademia Mondiale della Poesia.

Non meno significativo arrivare a sedermi alle Nazioni Unite accanto a Ban Ki Moon portando una donna, che tre anni prima faceva la segretaria in una scuola paritaria, ad esprimere il suo talento all’Academic Impact. E’ un monito per tutte le donne e tutti i giovani a credere e investire nei propri talenti.

Cosa regala un disabile a chi non lo è, in termini di valori emozioni e non solo?

Questa risposta oggi, dopo una grande ed emozionante esperienza al lago Pescara nel bosco di Biccari (FG), una meravigliosa area verde dell’Italia che andrebbe meglio valorizzata e conosciuta, ha un significato nuovo per me e per tutti i vostri lettori.

Grazie a Ruggiero Laurioia e ai suoi associati della Polisportiva SPORTINSIEME io ho avuto la prova di come un disabile possa far sentire a suo agio un normodotato con la sua allegria, la sua energia positiva, la sua forza e determinazione per superare qualsiasi tipo di ostacolo o avversità. La disabilità nasce nella nostra odiosa abitudine a ritenere normali solo gli stereotipi che ci propone la tv, emarginando o giudicando chi non rientra in questi canoni.

Provate a scoprire le poesie dipinte dipinte di Carmen Auletta una donna che supera il dolore con le poesie scritte in italiano, napoletano e, spesso, in inglese. Poesie che scandiscono gli accadimenti della sua quotidianità e si armonizzano in colori e personaggi del Museo Multimediale che nasce in Second Life. Dobbiamo cambiare la cultura del rispetto e dobbiamo insistere nell’educazione civica nelle scuole, evitando di far diventare un bene archeologico la lingua italiana.

Consideri il tuo impegno una missione o un lavoro?

Io vivo il mio lavoro come una missione. Dio mi ha regalato tanto nella mia vita, dai genitori ai figli, alle esperienze di vita che mi ha fatto vivere. Dio mi è stato vicino sempre quando doveva aiutarmi a prevenire situazioni di disagio, a sopportare delle croci, ma soprattutto mi ha insegnato a leggere negli occhi e nell’animo delle persone buone, permettendomi di aiutarle anche non conoscendole direttamente, leggendo dietro le parole.

Io quindi vivo la mia esperienza di lavoro cercando di dar voce a chi non ha voce. Il primo contatto con i giovani è nel considerarli il presente, il seme del nostro futuro che va piantato in un terreno fertile. Oggi molti giovani si amano poco e non credono molto nei propri talenti. Mi ha impressionato un architetto che ha partecipato alle selezioni per le pulizie di una Oggi molti quando si sentono stimolati a cacciar fuori la loro parte migliore si spaventano e fuggono.

Molti invece vedono l’ignoranza e la superbia di amministratori e imprenditori locali, rappresentanti delle associazioni di categoria e preferiscono scappare dalla propria terra natia. Sbagliano :bisogna combattere!

Per questo ho ideato i BARCAMP come quello sulla responsabilità sociale delle imprese. Per questo mi batto per la realizzazione delle RETI DI IMPRESA. Perché da soli siamo vulnerabili mentre in gruppo siamo una forza.

Un sogno o un progetto che vorresti realizzare per i tuoi amici disabili?

Avere il riconoscimento ufficiale di Centro per la certificazione delle competenze dei soggetti svantaggiati. Così molti soggetti disabili e disagiati possono vedersi riconosciute competenze per esperienze di lavoro svolte, spesso in nero, e per studi applicati nella loro quotidianità. E’ realtà in altri Paesi. Avere una linea dedicata dei fondi interprofessionali per i lavoratori. Molte aziende hanno l’obbligo di assumere disabili ma pochissime consentono loro di fare formazione e aggiornamento professionale gratuito con corsi mirati alla loro crescita. Soprattutto sviluppare una rete per conoscere, attraverso l’innovazione tecnologica, con facilità i luoghi dove un disabile può mangiare, dormire, studiare; i luoghi

pubblici che sono accessibili ecc. Sono tra i soci fondatori con il mio organismo formativo, dell’Istituto Italiano Open Data. Al nuovo direttore dell’Agenda Digitale ho chiesto di inserire proprie azioni dedicate ai disabili, nelle azioni da realizzare con i cospicui fondi delle SMART.

Esiste la solidarietà o è solo un’ipocrita chimera, una forma odiosa di finta compassione?

Esiste e gli italiani sono meravigliosi. Manca la rete e il coordinamento e mancano regole precise.

Ti disturba maggiormente il pietismo o l’indifferenza?

Entrambi denotano la mancanza di rispetto. Spesso sono le basi di violenza.

Qual’è stata la lotta più pesante che hai dovuto sostenere ?

Quella nel calcio con il Bojano. Non pensavo di ritrovare un calcio così malato e privo di principi morali. Qualcuno non ha capito che entro due anni finisce tutto se non si procede ad una svolta.

Ci racconti un caso ti ha particolarmente colpito?

Sicuramente la storia di un mio carissimo amico. Un preziosissimo medico pediatra che ha conosciuto improvvisamente la malattia e la tragica esperienza dell’attesa di un trapianto di organi. Il mio amico, per sua e nostra fortuna, ha conosciuto il miracolo dell’avvenuto trapianto e dell’avvio della sua nuova vita.

Questa esperienza lo ha reso ancor più speciale perché combatte con tutti i malati affinché tutti abbiano l’opportunità naturale di donare gli organi e di poterli ricevere come unico frutto d’amore. Abbiamo intitolato il nostro laboratorio ad una ragazza Raffaella che morendo in un tragico incidente, grazie alla sua scelta e quella dei familiari, ha donato la vita a 7 persone. Il nostro laboratorio “LA CASA DI RAFFAELLA” è il centro dove le conoscenze e le competenze si condividono e si attraggano per il bene comune.

Nelle scuole come si vive la disabilità?

Oggi molti della scuola pensano di diventare esperti con corsi di poche ore e, spesso, di bassa qualità. La comunicazione aumentativa, il trattamento degli alunni con problematiche di apprendimento, non sono strumenti che devono ghettizzare l’alunno. Oggi si parla spesso con sigle e numeri di legge incomprensibili alle famiglie. Occorre tornare a docenti che sappiano essere educatori di valori e di competenze.

Pensare che molti docenti hanno falsificato titoli per diventare insegnanti di sostegno e altri che hanno scelto questa via per entrare più facilmente nella scuola mi spaventa rispetto al diritto della famiglia di veder il proprio figlio trattato con pari dignità e adeguato rispetto. A livello di infrastrutture e integrazione soprattutto. Questo è un capitolo davvero grave. Le scuole non hanno soldi per adeguare le infrastrutture e metterle in sicurezza. Speriamo che Renzi davvero stia attento a mantenere questa promessa.

Infine permettetemi di lanciare un appello. LE ONLUS, le ASSOCIAZIONI sono trattate dalle banche, dalle compagnie elettriche e telefoniche, dall’INPS, dall’AGENZIA DELLE ENTRATE come delle aziende. Chi pensa ad aiutare il prossimo non sempre, anzi quasi mai, può permettersi studi commerciali, legali e tributari per evitare le trappole delle sanzioni. Non possono essere trattate come Associazioni che contano poco o nulla quando invece devono ricevere servizi e compensi. LO STATO HA BISOGNO DELLE ASSOCIAZIONI VIRTUOSE E NON PUO’ VESSARLE OGNI GIORNO.

Un esempio se una ONLUS assume un dipendente paga due stipendi e mezzo. Uno al dipendente, uno allo Stato e mezzo per il TFR, se fa un contratto con l’ENEL o con le compagnie telefoniche paga la tariffa più alta prevista per le Aziende. Se non paga multe e sanzioni sono in misura davvero significativa. Se invece la ONLUS deve ottenere l 5 X MILLE può attendere anni senza neanche avere un centesimo di interesse in più, e spesso non ottiene neanche tutto quello che i cittadini con le loro dichiarazioni hanno scelto. RENZI può cambiare anche questo stato di cose per il bene di tutti coloro che in silenzio ogni giorno si prendono cura delle persone disagiate.

di Simona Mazza

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