India. Lo scoppio della Guerra in Ucraina ha cambiato la nostra interpretazione geopolitica del mondo. L’elemento fondamentale è stata la narrazione data al voto di condanna dell’invasione approvata dall’ONU il 4 marzo 2022. Pur essendo passata in modo schiacciante (141 voti a favore), gli osservatori sono andati a “spulciare” il peso, in termini demografici, dei “non favorevoli”. È emerso che i 35 astenuti e i 5 contrari rappresentavano, sia pur di poco, oltre i 50% della popolazione mondiale. Questo perché comprendevano Cina e India, cioè i due paesi più popolosi al mondo (3 mld sul totale di 8).
L’India, tra l’altro, non aderiva all’embargo nei confronti delle esportazioni russe, al pari della Cina. Ciò gli ha permesso di importare da Mosca gas e petrolio in quantità superiori al passato e a prezzi molto più bassi. È sorta quindi una narrazione che accomuna India e Cina in funzione filorussa e antioccidentale. Gli autori di tale interpretazione geopolitica del mondo attuale non conoscono la storia. Né danno particolare importanza all’enorme differenza tra i due sistemi economici cinese e indiano. Quest’ultimo sostanzialmente liberistico, al pari delle democrazie occidentali.
L’India è tuttora formalmente in guerra con la Cina
Economicamente parlando, infatti, all’India dà molto fastidio il percorso marino della Via della Seta, che lambisce le sue coste. E noi italiani abbiamo toccato con mano quanto siano gelosi gli indiani dei propri mari, nella nota vicenda dei Marò. L’India, inoltre, considera illegale l’occupazione cinese di 38.000 kmq del suo territorio, avvenuta nel 1962 in una guerra formalmente ancora in corso. Infine, non riconosce l’annessione cinese del Tibet, di cui ospita dal 1959 il governo in esilio.
In questo scorcio di 2023 sono accaduti due fatti emblematici che dimostrano quanto stia stretto a Nuova Delhi il ruolo subalterno che molti analisti gli attribuiscono. Il primo è il “sorpasso” dell’India alla Cina per quanto riguarda il numero della popolazione. Se è vero che “il numero è potenza”, ciò colloca l’India sul tetto del mondo della popolazione mondiale.
Il secondo è l’allunaggio di una sonda indiana sulla superficie del nostro satellite. Un’impresa recentemente fallita dalla Russia di Putin. Pur essendo erede di quell’Unione Sovietica che, nel lontano 1959, era stata la prima a riuscirvi. Completa il quadro la considerazione, troppo spesso dimenticata, che l’India fa parte, dal 1974, del club delle nazioni in possesso dell’arma nucleare.
Il Brics è soltanto un semplice seminario tra Stati
Lo scorso mese di agosto si è tenuta a Johannesburg una riunione dei paesi del cosiddetto Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Stiamo parlando di un organismo che non ha alcun peso internazionale se non quello di un semplice seminario tra Stati. In tal sede si è proposto il suo allargamento ad altri sei paesi. Gli pseudo analisti, quindi, l’anno subito definito “una sfida” all’Occidente. Questo perché almeno quattro dei candidati (Iran, Arabia, EAU ed Egitto) sono Stati dispotici. Che si aggiungono a Russia e Cina (membri originari).
Nessuno ha provato a “pesare” gli Stati del “Brics allargato” in termini demografici, come hanno fatto con il voto all’ONU del 4 marzo 2022. Sarebbe emerso che quelli governati da un sistema non dispotico sono ancora i più popolosi. Inoltre gli Stati arabi sono economicamente troppo legati all’Occidente per “sfidarlo” anche soltanto formalmente. E l’India?
In assenza di Putin e Xi, il premier dell’India ha giocato un ruolo centrale al G20
Da che parte stia “la più grande democrazia del mondo” lo si è visto in occasione della riunione del G20, tenutasi proprio a Nuova Delhi pochi giorni fa. Non per nulla, il leader cinese Xi Jinping e Vladimir Putin sono risultati assenti. Il comunicato finale è stato generico per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino, pur definendolo “guerra”. Inoltre comprendeva l’annuncio dell’adesione dell’Unione Africana al G20 e di un “corridoio” India-Medio Oriente-Europa. Anche in questo caso i “Pierini” hanno sottolineato l’assenza di una condanna esplicita alla Russia. Hanno poi considerato l’adesione dell’UA un altro scacco all’Occidente.
Altri, più intelligenti, hanno fatto notare che, in tali occasioni, gli incontri a latere sono più interessanti dei comunicati formali. Tali incontri hanno avuto come protagonista indiscusso il premier indiano Narendra Modi, Presidente del summit. Grazie a tale ruolo Modi ha saputo sostituirsi agli assenti come fautore di una cooperazione alternativa alle contrapposizioni attuali. Il neonato “corridoio” India-Medio Oriente-Europa, infatti, recide all’ingresso dell’Oceano Indiano la velleitaria “Via della Seta”.
Grandi progetti tra Occidente e Sud del mondo promossi dall’India
Modri, inoltre, ha ottenuto l’impegno americano a modificare la filosofia operativa di strutture come il FMI e la Banca Mondiale. Tali organismi diventeranno finanziatori di grandi progetti di sviluppo rivolti al Sud del mondo. Biden ha in proposito annunciato un Corridoio economico Trans Africano, in partnernariato con la Ue. Inizierà con la realizzazione di una nuova linea ferroviaria che collegherà i porti occidentali dell’Angola con il Congo, lo Zambia e l’Oceano Indiano. Altri corridoi economici saranno realizzati attraverso l’Africa, l’Asia e le Americhe.
L’Ammissione dell’Unione Africana al G20, e presto anche al G7, va vista in tale ottica. Si fa notare, infatti, che i nuovi governi golpisti giunti al potere in Africa non sono stati riconosciuti dalla UA. Trattasi di Burkina Fasi, Guinea, Niger e Gabon sorti grazie all’aiuto della Cina e della Wagner. La UA, quindi, continua ad essere filo occidentale e non filorussa o filo cinese. Soprattutto, l’India non può essere considerata in contrapposizione con l’Occidente. Semmai alternativa a Cina e Russia per quanto riguarda la loro politica terzomondista.
Foto di Vikramjit Kakati da Pixabay
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