Il Pdl non vota la fiducia, governo a rischio crisi

Dopo la lunga riunione a Palazzo Grazioli di mercoledì il Pdl ha deciso ieri di non partecipare al voto sul decreto sviluppo pur garantendo il numero legale ed ha abbandonato l’aula di Palazzo Madama al momento del voto di fiducia sul decreto legge sui costi della politica approvato con 140 astenuti e 281 sì.

“Sulla base di una valutazione politica generale che va al di là del merito del provvedimento riguardante i costi della politica negli enti locali – afferma il capogruppo Fabrizio Cicchitto – abbiamo deciso di astenerci oggi pomeriggio sul voto di fiducia per marcare la nostra posizione fortemente critica sulla sua politica economica”.

Secondo quanto afferma il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, quanto avvenuto oggi segna per il Pdl “il passaggio del nostro gruppo ad una posizione di astensione nei confronti del governo”.

Le motivazioni sembrano essere differenti, a partire dalle parole del ministro Corrado Passera, che di fronte all’eventualità di una ricandidatura di Berlusconi afferma: “può solo fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro”, tuttavia Cicchitto ha spiegato che: “non è un povero untorello come il ministro Passera a determinare la nostra presa di posizione, ma qualcosa di molto più serio e consistente”.

Probabilmente tra tali motivi “consistenti” il ddl approvato oggi dalla Camera per le liste pulite che introduce l’incandidabilità a cariche elettive e di governo per coloro i quali abbiano avuto sentenze definitive di condanna per delitti non colposi con pene superiori ai 2 anni di reclusione. In merito Alfano nega l’esistenza di qualsiasi nesso: “L’approvazione del provvedimento sulla incandidabilità – ha affermato – nasce dall’attuazione di una legge il cui primo firmatario è il sottoscritto, porta il mio nome. Questa legge prevedeva una delega che oggi è stata attuata. Non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere il decreto incandidabilità e non vi è alcun nesso con il nostro presidente, che è colui il quale ha voluto questo ddl, e che ha la certezza di essere assolto”. E sempre Alfano in merito alla candidatura di Berlusconi afferma: “Anche oggi Berlusconi mi ha espresso la volontà di tornare in campo da protagonista. E’ lui il detentore del titolo”, in tal caso inoltre le primarie non avrebbero luogo: “Erano per la successione ma essendoci lui in campo non ha senso farle”.

Il Pd, temendo che la crisi si trascini per le lunghe, preme perché Monti vada al Quirinale, il Professore tuttavia afferma: “Non ho in programma nessun passo, come credo di aver detto più di una volta: attendo di conoscere le valutazioni del capo dello Stato”.

di Redazione

foto: blog.guerinsportivo.it

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