Giro 2019: cent’anni fa nasceva Fausto Coppi, sabato la 102a edizione

Giro 2019. Esattamente cento anni fa, nasceva “il campionissimo”. Fausto Coppi, uno di quelli che di giri d’Italia ne ha vinti più di ogni altro. Ben cinque, come solo Binda e Merkcx sono riusciti a fare. Il 102° Giro d’Italia, che inizierà tra pochi giorni, non lo avrà tra i suoi protagonisti, come non lo ha mai avuto tra i suoi spettatori.

Nacque a Castellanìa, in provincia di Alessandria, il 15 settembre 1919. Esordì al professionismo a nemmeno vent’anni, in un Giro della Toscana dove arrivò terzo, dopo aver condotto per molti chilometri da solo. La primavera successiva (1940) si aggiudicò il suo primo Giro. Ha ancora il record del più giovane vincitore della corsa in rosa.

Fausto Coppi cinque volte primo al Giro d’Italia

L’Italia entrò in guerra. Coppi trovò il tempo di battere il record dell’ora, in un Vigorelli dove, dopo pochi minuti, suonò la sirena dei bombardamenti. Il record durò ben quattordici anni. Partito per il fronte, fu fatto prigioniero e rivide l’Italia solo a guerra finita. Il tempo di vincere con un distacco di tredici minuti la sua prima Milano-Sanremo e scoppia la rivalità che ha contrassegnato la storia del ciclismo e dello sport italiano: Coppi contro Bartali.

1946: Giro d’Italia a Gino e Milano Sanremo a Fausto; 1947: Giro d’Italia a Fausto e Milano-Sanremo a Gino. Poi Fausto prende il volo e Gino non lo raggiungerà più. E’ due volte campione del mondo di inseguimento. Ottiene due volte la doppietta Giro-Tour: nel 1949 e nel 1952. Nessuno era riuscito a vincere le due grandi corse nello stesso anno. Nella tappa Cuneo-Pinerolo del Giro del 1949 compie, forse, l’impresa più grande della storia del ciclismo. 192 km di fuga attraverso cinque gran premi della montagna. Vince con quasi dodici minuti di distacco su Gino e più di venti sul terzo.

Nel 1953, sostengono che oramai è vecchio e che ha trovato il rivale che lo fa soffrire: lo svizzero Hugo Koblet. Coppi lo stacca sullo Stelvio e vince per la quinta volta il Giro d’Italia. Nello stesso anno si aggiudica anche la maglia di Campione del Mondo su strada. Poi i numerosi infortuni e le vicende private gli fanno percorrere un lungo declino. Ma non scenderà mai dalla bicicletta. Se ne andò a quarant’anni compiuti per una puntura di malaria.

Giro 2019, un percorso adatto agli scalatori forti anche a cronometro

Da allora, per altri sessant’anni, i ciclisti tentano di ripetere le sue gesta al Giro d’Italia. Sabato 11 maggio inizierà la 102a edizione, con partenza da Bologna e arrivo il 2 giugno a Verona. Sette sono le tappe con l’arrivo in salita e 59 i chilometri da percorrere a cronometro. Compresa la tappa finale, a Verona.

La prima tappa a cronometro del Giro 2019 è la nona, con arrivo a San Marino. La 13a tappa, Pinerolo-Lago Serrù, con arrivo in salita, la prima per gli scalatori puri. Poi, il giorno dopo, si giungerà a Courmayeur, dopo le scalate di Verrogne e San Carlo. Durissimo il tappone del 25 maggio, con arrivo a Ponte di Legno dopo la scalata dei “mitici” Gavia e Mortirolo. Ancora arrivo in salita, nella ventesima tappa che giunge alla Croce d’Aune. Infine i 17 km finali della crono di Verona.

Un Giro che, sicuramente, assegnerà la maglia rosa del vincitore a uno scalatore che sappia anche correre a cronometro. Come lo era Fausto, ma anche i vari Merckx, Gimondi, Hinault e Indurain.

Chi vincerà, quest’anno la classifica finale del Giro d’Italia

Assente il vincitore uscente, Chris Froome, i pronostici della vigilia arridono all’olandese Tom Dumoulin, vincitore nel 2017 e secondo sia al Giro che al Tour del 2018. Ventottenne, Dumoulin si avvia a vivere le sue migliori stagioni sulle due ruote.

L’olandese dovrà fare i conti con l’inglese Tom Yates che l’anno scorso dominò per almeno dieci tappe, ma poi crollò nelle ultime due in salita. Quest’anno, ancora con il dente avvelenato, vorrebbe rifarsi.

Per individuare un terzo incomodo del Giro 2019 basta guardare l’ordine d’arrivo finale del recente Giro di Romandia. Tradizionalmente, i suoi vincitori hanno fatto mostra di sé anche in maglia rosa. Quest’anno, a proporsi, è la volta dello sloveno Primož Roglič. Ex sciatore, ha solo cinque stagioni ciclistiche alle spalle. Pur essendo forte a cronometro, sembrano poche per giungere primo a Verona.

I tre favoriti, però, saranno oscurati, alla partenza, dall’ombra di un gigante: il nostro Vincenzo Nibali. Trentaquattrenne, già vincitore di tutti e tre i grandi Giri (anche di quello di Spagna) oltre che delle classiche “monumento”, Nibali ha forse ancora da smaltire i postumi del terribile infortunio subito al Tour dello scorso anno. Le classiche in linea di primavera, però, lo hanno visto in ripresa, subito dopo i primi. Dalla sua, una conoscenza del percorso, delle tattiche e degli avversari come nessun altro dei suoi rivali.

Favorito per la maglia ciclamino della classifica a punti è un altro italiano: lo sprinter Elia Viviani. Proveniente dalla pista, dove ha vinto una medaglia d’oro olimpica e cinque ai campionati europei, sembra imbattibile nelle volate.

Fonte foto: Rouleur

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