Editoria, chi sono i ‘signori’ della comunicazione e della carta stampata

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Editoria. Quattro anni or sono, da queste colonne, abbiamo redatto un articolo riguardante la concentrazione delle testate giornalistiche. Era emerso che l’80-90% dei mass media italiani erano editi da solo otto soggetti. Dal nostro esame avevamo preso in considerazione i quotidiani, i periodici, le radio-tv, le agenzie e le testate telematiche.

Gli otto soggetti erano: Silvio Berlusconi, Carlo de Benedetti, Urbano Cairo, Francesco G. Caltagirone, Andrea Riffeser-Monti, Antonio Angelucci, Paolo Panerai e Roberto Amodei. A questi otto si aggiungeva la Confindustria, editrice de Il Sole 24 Ore. Non avevamo citato la RAI, perché sotto il controllo dei partiti e Sky, perché di proprietà di una multinazionale straniera.

Dopo quattro anni eravamo curiosi di sapere se la situazione fosse cambiata. In effetti ci sono state alcune importanti variazioni. Alcuni soggetti sono usciti di scena. Il risultato è quello appresso riportato. Iniziamo con i confermati, per concludere con le “new entry”. Poi seguiranno i necessari commenti.

Editoria, sono di Urbano Cairo i più diffusi quotidiani milanesi

Urbano Cairo si conferma nei “magnifici otto”. Tramite RCS Mediagroup è proprietario della testata milanese storicamente più importante: il Corriere della Sera. La medesima società edita anche il più importante quotidiano sportivo: la Gazzetta dello Sport. Inoltre, i settimanali Dove, Io donna, Io e il mio bambino, Oggi e i mensili Abitare, Amica e Sportweek.

Cairo, tramite Cairo Communications, è proprietario dell’emittente televisiva La7, di Dove TV e di Caccia e Pesca TV. Controlla l’agenzia di stampa AGR. Nel settore dei periodici Urbano Cairo è presente anche con la Cairo Editore spa. Con tale marchio escono infatti, il settimanale Dipiù e i collegati DipiùTv e DipiùTv Cucina. Poi i settimanali femminili Diva e Donna, Nuovo, con Nuovo TV e Nuovo Cucina. Inoltre: Tv Mia, F e Giallo.

Tra i mensili, rientrano nelle edizioni Cairo: Airone, Bell’Italia, Bell’Europa, In Viaggio, Gardenia, Arte e Antiquariato. Il suo impero, negli ultimi quattro anni, è praticamente immutato. Tra l’altro è anche Presidente e proprietario del Torino calcio.

Caltagirone e Monti-Riffeser si dividono grosse quote dei mass media dell’Italia centrale  

Un altro magnate dell’informazione è Francesco Gaetano Caltagirone. Il costruttore romano, infatti, è proprietario de Il Messaggero, primo quotidiano della Capitale. Ma anche di Leggo, il quotidiano distribuito gratuitamente che fa introiti soltanto con la pubblicità e del Mattino di Napoli. Caltagirone, inoltre è presente tra i quotidiani locali con Il Gazzettino di Venezia, Il Corriere Adriatico e il Nuovo Quotidiano di Puglia. Nell’emittenza privata, tramite il fratello Edoardo, controlla Teleroma 56 e Teleradiostereo.

Il gruppo Monrif, fondato dallo scomparso petroliere Attilio Monti è oggi presieduto dal nipote Andrea Riffeser Monti. Già negli anni sessanta, il capostipite del gruppo aveva acquistato Il resto del Carlino di Bologna e La Nazione di Firenze. Con l’acquisizione del milanese Il Giorno, gli eredi hanno costituito il Consorzio QN-Quotidiano Nazionale. QN gestisce la testata telematica Quotidiano.net. Ad essa si affianca Hardware Upgrade (Hi-tech) e i periodici Cavallo Magazine ed Enigmistica.

Editoria, altri protagonisti della concentrazione delle testate

La Confindustria è proprietaria del Sole 24 Ore, di Radio 24 e dell’agenzia di stampa Radiocor. La Stampa sportiva (tranne La Gazzetta dello Sport di Urbano Cairo) è monopolizzata dall’editore Roberto Amodei. La sua casa editrice, ereditata dal padre, pubblica i quotidiani Il Corriere dello Sport/Stadio e Tuttosport. Oltre ai periodici AM Automese, Auto, Autosprint, Guerin Sportivo, InMoto e Motosprint. Amodei possiede anche l’8% de Il Giornale.

L’editore Paolo Panerai è titolare della Class Editori, specializzata in pubblicazioni economico-finanziarie e di lusso. Pubblica i quotidiani MF Milano Finanza e Italia Oggi. Inoltre, i periodici Capital, Class, Gentleman, Lombard, Patrimoni, MFF e MFL. Nell’etere è presente con Class TV e Class Horse TV, oltre che con Radio Classica. Fanno riferimento alla Class editori anche le agenzie di stampa MF-Dow Jones News, Teleborsa e le collegate testate telematiche.

Editoria, al posto di Carlo De Benedetti ora c’è John Elkan

Dopo aver ripercorso i nomi degli editori che nell’ultimo quadriennio sono rimasti in sella, veniamo alle variazioni del quadro. L’ingegner Carlo De Benedetti era l’azionista di riferimento di GEDI (già Editoriale l’Espresso). Commise l’errore di trasferirne il controllo ai figli Marco, Rodolfo ed Edoardo. Costoro, nel 2019, hanno venduto le azioni in loro possesso alla Exor Stellantis. Cioè la ex Fiat controllata da John Elkan, nipote del compianto avvocato Gianni Agnelli.

In tal modo Elkan è subentrato a De Benedetti quale ‘signore’ dell’editoria. Oggi controlla due dei primi cinque quotidiani italiani per diffusione. La Repubblica, con i supplementi D e Il Venerdì, e La Stampa. Ma anche Il Secolo XIX di Genova. Controlla, inoltre, i periodici Limes, e National Geographic Italia. Nell’etere, tramite la società Elemedia, le radio M20, Radio Capital e Radio DJ. Le ultime due sono anche TV. Inoltre, è presente nel settore delle testate telematiche con Huff Post.

Le cessioni di John Elkan contribuiscono a differenziare il quadro

John Elkan, tuttavia, ha preferito cedere la proprietà di alcuni periodici “politici” ex GEDI. Micromega è stata ceduta all’intellettuale Paolo Flores d’Arcais. Soprattutto lo storico settimanale L’Espresso è stato acquisito da BFC Media. Tale società è controllata da Danilo Jervolino, Presidente della Salernitana. Nuovi personaggi sono entrati quindi nel “club degli editori” dei mass media.

Elkan ha inoltre ceduto la proprietà dei quotidiani locali già di De Benedetti. Le testate Il Tirreno di Livorno, La Nuova Ferrara, La Gazzetta di Reggio, La Gazzetta di Modena e La Nuova Sardegna, sono andati alla S.A.E. È una società di azionariato diffuso. Le testate del Triveneto sono state acquistate dalla Nord Est Multimedia, una società composta da industriali delle costruzioni. Stiamo parlando de Il Piccolo di Trieste, Il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso e il Corriere delle Alpi.

L’impero mediatico di Silvio Berlusconi è passato ai figli e ad altri editori

Con la scomparsa di Silvio Berlusconi, il suo impero mediatico è passato in gran parte ai suoi eredi. Il settore periodici della Mondadori è stato ereditato dalla primogenita Marina Berlusconi che già lo dirigeva. Esso ha un estensione quanto meno pari a quella del concorrente Urbano Cairo. I suoi gioielli sono i settimanali: Sorrisi e canzoni TV, Grazia, Telepiù e Chi. Ma anche: Donna Moderna, Spy, Giallo Zafferano, gli “scientifici” Focus, Focus jr e Focus Storia. Oltre ai mensili più “impegnati”: Nuovi Argomenti, Men’s Health, Il mio Papa, Interni e Prometeo.

Al secondogenito Piersilvio Berlusconi è andata Mediaset, il polo televisivo privato da sempre n. 1 in Italia. In campo strettamente giornalistico le testate Mediaset sono tre: TG5, Mediaset News e Video News. Ma fanno parte dei gioielli di famiglia anche le emittenti radiofoniche R 101, Radio 105 e Radio Monte Carlo. Inoltre, le testate telematiche: Nostrofiglio.it, SmartWorld e Soldi On Line.

Editoria, completano il quadro Angelucci, Romeo e Belpietro

Silvio Berlusconi controllava anche Libero Quotidiano, tramite la Fondazione San Raffaele. A lui faceva capo l’azionariato de Il Giornale fondato da Indro Montanelli, tramite la Società Europea di Edizioni. Queste due testate sono ora controllate da Antonio Angelucci, due volte deputato nelle file del PdL, poi di Forza Italia. Aggiunge le due nuove acquisizioni al quotidiano romano Il Tempo, tradizionalmente di destra. Angelucci faceva già parte degli otto “signori” dell’editoria di cui trattasi. Possiede anche i quotidiani locali Corriere dell’Umbria, di Siena, di Arezzo, di Viterbo e di Rieti.

Al giornalista Maurizio Belpietro, già direttore e azionista di riferimento de La Verità è andato il controllo dello storico settimanale Panorama, di TuStyle, Starbene e di Confidenze. Inoltre i “gastronomici” Cucina Moderna e Sale e Pepe. Completa il quadro l’imprenditore Alfredo Romeo. Questi, dopo aver acquistato il quotidiano Il Riformista ha finanziato la riapertura dello storico L’Unità.

In sintesi, la situazione complessiva dell’editoria italiana risulta più differenziata di quattro anni fa. Compaiono nuovi editori, anche se in posizioni più defilate, rispetto ai “magnifici otto”. I quali, oggi, sono diventati almeno nove, con l’ingresso dei due fratelli Berlusconi al posto del padre Silvio. Fa piacere che alcuni nuovi editori siano rappresentati da società con azionariato diffuso. Il ché garantisce maggiormente la libertà di stampa.

Foto di Eveline de Bruin da Pixabay

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