Costituita la nona legislatura del Parlamento Europeo: cosa cambia

Il Presidente uscente Antonio Tajani ha costituito ufficialmente a Strasburgo, il 2 luglio, la nona legislatura del Parlamento europeo dalle prime elezioni dirette del 1979.

I deputati europei appartengono a 190 partiti politici e sono stati eletti nella consultazione diretta del 23-26 maggio scorso nei 28 Stati membri dal 51% degli elettori. I nuovi deputati rappresentano il 61% del totale, mentre la percentuale delle donne è cresciuta dal 37% del 2014 al 40% di oggi.

La danese Kira Marie Peter-Hansen, con i suoi 21 anni, è il più giovane deputato mentre l’italiano Silvio Berlusconi è il più anziano, con i suoi 82 anni.

Secondo il Regolamento del Parlamento, dal 2009, un gruppo politico deve avere almeno 25 deputati eletti in almeno 7 Stati membri. L’attuale legislatura è composta da 7 gruppi, uno in meno rispetto alla precedente. Il Deputato che non ha ancora aderito ad un gruppo è elencato come non iscritto, ma può farlo quando vuole.

David Sassoli eletto Presidente del Parlamento Europeo per i prossimi due anni e mezzo

David Sassoli

David Sassoli, eurodeputato italiano di 63 anni, è stato rieletto nelle liste del Partito Democratico (gruppo S&D). È stato eletto Presidente al secondo scrutinio con 345 voti.

In questi mesi, in troppi, hanno scommesso sul declino di questo progetto– ha detto il Presidente Sassoli in Plenaria a Strasburgo dopo la sua elezione – alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia. I cittadini hanno dimostrato invece di credere ancora in questo straordinario percorso, l’unico in grado di dare risposte alle sfide globali che abbiamo davanti a noi”. “Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento”.

Siamo immersi– ha continuato Sassoli riferendosi alle priorità del Parlamento nei prossimi anni – in trasformazioni epocali: disoccupazione giovanile, migrazioni, cambiamenti climatici, rivoluzione digitale, nuovi equilibri mondiali, solo per citarne alcuni, che per essere governate hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia”.

In conclusione ha affermato che “L’Europa ha ancora molto da dire se noi, e voi, sapremo dirlo insieme. Se sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini, se il Parlamento ascolterà i loro desideri e le loro paure e le loro necessità”.

Elezioni dei presidenti e vicepresidenti delle commissioni permanenti del Parlamento Europeo per i prossimi due anni e mezzo

Antonio Tajani e Roberto Gualtieri

Gli italiani Antonio Tajani e Roberto Gualtieri sono stati nominati rispettivamente Presidente della Commissione Affari costituzionali e Presidente della Commissione Problemi economici e monetari. 

 “Sarà per me un onore guidare i lavori della commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo”, ha affermato Antonio Tajani, PPE-Forza Italia, “lavorerò subito sulla Brexit e su un grande progetto di riforma dell’Europa. In questo proseguirò lo sforzo profuso da Presidente del Parlamento europeo per rendere le istituzioni sempre più vicine ai cittadini europei e continuerò il mio lavoro per dare finalmente al Parlamento europeo il potere di iniziativa legislativa”.

 “È un onore e una grande responsabilità– ha detto Roberto Gualtieri, S&D-PD – essere stato riconfermato Presidente della Commissione per gli affari economici e monetari. Continuerò a battermi per un’Europa della crescita, del lavoro, dell’equità e della coesione. Servono più investimenti per l’innovazione e la sostenibilità ambientale e sociale, occorre riformare e completare l’Unione economica e monetaria, contrastare il dumping fiscale e attuare il pilastro sociale. Sono obiettivi ambiziosi, ma ce la metteremo tutta”.

Agli eurodeputati italiani sono state affidate anche 5 vicepresidenze di commissioni parlamentari. Pietro Bartolo, Caterina Chinnici, Giuseppe Ferrandino e Patrizia Toia, S&D-PD, sono stati eletti rispettivamente vicepresidente della commissione “Libertà civile, giustizia e affari interni”, della commissione “Controllo dei bilanci”, della commissione “Pesca” e della commissione “Industria, ricerca ed energia”. Raffaele Stancanelli, ECR-Fratelli d’Italia, è stato eletto vicepresidente della commissione “Giuridica”.

Fra le varie competenze delle 20 commissioni del Parlamento europeo figurano le proposte legislative, la nomina dei membri dei gruppi deputati a negoziare con i ministri dell’UE, le audizioni, le relazioni ed il monitoraggio degli  altri organi e istituzioni dell’UE.

Eurobarometro post-elettorale: aumento significativo dei giovani che hanno votato pro UE

Pubblicati i risultati di un sondaggio Eurobarometro post-elettorale commissionato dal Parlamento europeo in tutti i 28 Stati membri. Circa 28.000 cittadini dell’UE, poco dopo le elezioni, hanno risposto alle domande sulle motivazioni della loro partecipazione alle elezioni europee.

“I cittadini hanno votato in queste elezioni europee sulla base di un sostegno molto forte per l’UE e con una convinzione più forte che la loro voce abbia un peso”, ha detto il Presidente del PESassoli.“Il Parlamento europeo e le sue elezioni – ha proseguito Sassoli– sono entrati a far parte della normale vita democratica dei cittadini. Tuttavia, queste elezioni sono state più di una semplice espressione del dovere civico. I cittadini hanno votato perché erano a favore dell’UE, perché credono di poter cambiare le cose votando. Il Parlamento europeo deve ora essere all’altezza di queste aspettative”..

La partecipazione alle ultime elezioni europee è stata del  50,6%, raggiungendo il la più alta dal 1994 , con un aumento di 8 punti. Per la prima volta dal 1979 si è avuta un’inversione di tendenza nella partecipazione. In particolare si sono avuti aumenti di 22 punti percentuali in Polonia, di 19 punti in Romania, di 17 punti in Spagna, di 15 punti in Austria e di 14 punti in Ungheria.

L’affluenza alle urne, come emerge dal sondaggio, è aumentata grazie ai giovani e agli elettori che hanno votato per la prima volta. La partecipazione dei giovani è aumentata del 50% rispetto al 28% del 2014. Infatti il 42% dei cittadini della fascia di età 16/18-24 anni ha risposto di aver votato. La partecipazione degli elettori di età 25-39 anni è passata al 47% (+12 punti) dal 35% del 2014, con aumento dell’affluenza del 34%. La partecipazione al voto dei giovani supera gli aumenti di affluenza delle altre fasce d’età. 

Il sostegno all’UE dei cittadini rimane elevato. Il 68% degli intervistati (+1 punto percentuale rispetto a febbraio/marzo scorso) è convinto che il suo Paese è stato avvantaggiato dall’appartenenza all’UE, confermando l’esito dei sondaggi pre-elettorali.

Il 56% degli intervistati condivide l’opinione“La mia voce conta”, (+ 7 punti da marzo scorso). 

Risultato molto significativo per la legittimità democratica dell’UE. La domanda è stata posta per la prima volta nel 2002.

Fra i motivi che hanno portato la gente a votare, il 52% degli intervistati ha indicato  il “dovere civico”, con +11 punti rispetto alle precedenti elezioni. Il 25% degli elettori, con +11 punti percentuali, hanno votato anche perché favorevoli all’UE, o comunque perché convinti di poter cambiare le negatività di oggi con il loro voto (18%, con +6 punti percentuali).

Un maggior numero di cittadini di tutti i 28 Stati membri, ha votato perché a favore dell’UE. In particolare in Germania il 39%, con +14pp, in Irlanda il 27%, con +15pp, in Italia, il 23%, con +14pp, in Spagna il 23%, con +15pp.

L’Eurobarometro ha anche esaminato le motivazioni che hanno portato i cittadini a decidere di votare. Fra queste l’economia e la crescita (44%), il cambiamento climatico (37%) e i diritti umani e la democrazia (37%). Il 36% degli intervistati ha definito di primaria importanza “il modo in cui l’UE dovrebbe lavorare in futuro”. In 16 paesi, gli intervistati hanno individuato “l’economia e la crescita” come la motivazione più rilevante del voto. I cittadini di 8 paesi hanno indicato tale motivazione nel “cambiamento climatico”.

Il sondaggio post-elettorale del Parlamento europeo è stato effettuato dal 7 al 26 giugno 2019 come Eurobarometro 91.5. Kantar per il Parlamento europeo ha intervistato faccia a faccia 27.464 cittadini con età pari o superiore ai 15 anni, in tutti i 28 Stati membri.

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