The Eichmann show: il processo alla banalità del male

NaziTrialMainEsce in questi giorni il film “The Eichmann Show”, diretto da Paul Andrew Williams che racconta il lavoro del produttore televisivo Milton Fruchtman per organizzare le riprese TV del processo a uno dei più conosciuti gerarchi nazisti: Adolf Eichmann.

Quello ad Eichmann fu il primo processo per crimini contro l’umanità a svolgersi in Israele e il primo evento di questo tipo ad essere trasmesso in “diretta” in televisione.

Il film racconta le difficoltà che il produttore dovette affrontare per mandare in onda un processo cosi importante. Da un lato l’occhio all’audience, il grande problema della televisione, dall’altro riuscire a seguire un processo cosi importante, cercando di rendere al massimo le testimonianze ma soprattutto la figura di Eichmann.

Per fare questo si affida ad un regista statunitense Leo Hurwitz (Anthony LaPaglia) a cui è stato impedito di lavorare in USA , per sospetto di attività comuniste durante il periodo del Maccartismo.

Il film si sofferma non solo sulle difficoltà incontrate per poter riprendere il processo, i giudici non volevano le telecamere in aule (altri tempi) e per questo furono nascoste dietro i muri, ma soprattutto sul tentativo di capire la figura di Eichmann, le sue reazioni di fronte alle testimonianze dei sopravvissuti.

Il regista punta continuamente la telecamera su di lui cercando di “leggere” dai suoi movimenti, per capire l’uomo, trovare in lui una qualche parvenza di rimorso per quello che aveva fatto. Ma nulla.

Quello che colpisce del film è come di fronte all’Olocausto, vi sia quasi una sorta di rimozione, e chi ne era rimasto vittima in qualche modo non veniva creduto. Si sentivano «ebrei sconfitti» al confronto dei «pionieri» che apparivano invece come «ebrei vincenti»

Una giornalista statunitense che seguì tutte le udienze, Hannah Arednt scrisse un libro fondamentale “La banalità del male -Eichmann a Gerusalemme” descrivendo Eichmann come un uomo senza “pensiero” e quindi non in grado di capire le proprie responsabilità, un uomo “banale” utile alle dittature per eseguire gli ordini, qualsiasi essi siano.

Purtroppo di soggetti come Eichmann, nelle grandi tragedie umane se ne trovano sempre. Sono l’efficiente motore di tante stragi e tanto dolore.

di Gianfranco Marullo

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