A Mirabello (Fe) Gianfranco Fini su un punto ha parlato chiaro “Il Pdl non c’è più, ci vuole un nuovo patto per governare”. Per il resto l’ex capo di An, che oggi ce l’ha messa tutta per resuscitarla, ha detto di volere una maggioranza a tre gambe che affronti i propri vertici con Futuro e Libertà considerato alla pari di Pdl e Lega. A quel punto egli garantirebbe la fiducia al governo sui cinque punti proposti da Berlusconi, per il resto ognuno per la sua strada. Insomma opposizione da dentro la maggioranza. Da vecchi estimatori del Fini politico dobbiamo ammettere che, a differenza del passato dove i suoi discorsi risultavano esemplari per chiarezza, questa volta ne siamo rimasti delusi. Dal suo discorso si evincono diverse contraddizioni, a cominciare da quella palesemente macroscopica di stare con una gamba dentro e l’altra fuori dal governo, a quella di essere da una parte garante del popolo in qualità di Presidente della Camera dei Deputati e dall’altra capo fazione pronto a girare l’Italia in lungo e largo per fare politica contro il capo del Governo, all’interno del quale alcuni suoi uomini fanno i ministri. Per non parlare dell’accusa rivolta ai suoi ex “colonnelli” di aver cambiato “generale” quando la realtà dei fatti è che è lui ad aver cambiato linea politica (vedi le posizioni su famiglia, vita ed extracomunitari). E per finire la mancata chiarezza sulle vicende che nell’ultimo mese hanno coinvolto la sua famiglia: dalla casa di Montecarlo nella quale è coinvolto il cognato alla storia dei contratti Rai che vede interessata sua suocera. In conclusione, vista la scarsa considerazione nei confronti di alcuni piccoli gruppi politici, l’assenza della sinistra, l’inconsistenza del centro e la diatriba tra Fini e Berlusconi, pensiamo che qualora si andasse ad elezioni anticipate l’unico partito che oggi possa ricevere la fiducia dal popolo e avere un risultato favorevole sia la Lega di Bossi e Maroni.
Enzo Di Stasio
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