Blue Economy, un ecosistema sostenibile che garantisce la crescita economica

Blue Economy. Posta al centro del Mediterraneo e con uno sviluppo costiero peninsulare di 4000 chilometri e di altri 3500 delle sue isole maggiori, l’Italia è naturalmente predisposta all’economia del mare. Cosa si intende per Blue Economy o “economia del mare”? L’economia blu è tale se naturalmente diretta alla creazione di un ecosistema sostenibile grazie a una crescita economica rispettosa dell’ambiente e dei suoi limiti.

Lo sviluppo sostenibile, Infatti, è per l’economia blu un punto di forza. Non ostacola le sue possibilità di crescita, avendo cura del patrimonio marino e delle riserve naturali esauribili. L’economia del mare, inoltre, è un complesso di macro aree di sviluppo (Blue growth) sulle quali concentrare gli investimenti. Nello specifico sono cinque. 1) Alimentazione (Blue food ). 2) Turismo (Blue Tourism). 3) Blue Industry (industria cantieristica e metal-meccanica). 4) Blue Logistics (collegamenti e servizi vari) e 5) le Imprese estrattive. Esaminiamole nello specifico.

I cinque settori della Blue Economy

Nel segmento dell’alimentazione si comprende la pesca artigianale e industriale, l’acquacoltura, l’attività di lavorazione e quella di commercializzazione del prodotto. I primi due decenni di questo secolo hanno portato apprezzabili risultati per il sistema della pesca e della piscicoltura in Italia. Si è osservata infatti una sensibile inversione di tendenza, con un incremento della produzione del 17,2% (2001-2004). Tali risultati sono attribuibili alla marcata industrializzazione del settore i cui effetti non si sono ancora esauriti. Sempre più elevata è la quota di produzione generata dall’acquacoltura in strutture a produzione intensiva. Questo è un aspetto decisivo per la continua crescita della produzione e l’incremento della produttività del lavoro.

Nel Blue Tourism sono comprese le attività connesse agli stabilimenti balneari, all’alberghiero e alla ristorazione nonché i servizi di supporto (informazione, prenotazioni, biglietti aerei o navali, ecc.). Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale del turismo l’area del Mediterraneo è la più importante destinazione turistica al mondo. Qui si fattura un terzo dei proventi mondiali complessivi. I benefici provenienti dal turismo, per l’Italia, equivalgono a 9 miliardi di euro l’anno. Il turismo è quindi un importante elemento di sviluppo. Comporta però grandi problematiche di gestione legate alla tutela ambientale. Deve infatti svilupparsi tenendo conto della sostenibilità ambientale se vuole garantire un ritorno economico destinato a durare nel tempo.

Uno dei più gravi problemi che affliggono le coste è quello dell’erosione, strettamente legato alle attività lungo i litorali. Nell’intera Europa si perdono ogni anno circa 15 kmq di spiagge. Già un quinto della superficie costiera dei paesi dell’UE è soggetto ad una riduzione della linea di costa compreso tra 0,5 e 2 metri l’anno. In casi particolarmente gravi si può arrivare fino a 15 metri. Bisogna dunque mettere in atto politiche mirate a promuovere tecnologie e stili di vita a minor impatto ambientale.

Oltre il 35% della ricchezza dei servizi ambientali in Italia sono forniti dal mare

La Blue Logistics riguarda il trasporto di persone e merci, le infrastrutture, la gestione e la manutenzione delle aree portuali e i servizi a supporto. Tra i servizi più avanzati spiccano gli agenti e i mediatori marittimi (brokers), nonché una serie di categorie altamente specializzate. La cantieristica (Blue Industry) impiega circa 11.800 lavoratori. Infine, il segmento delle imprese estrattive fa riferimento alle risorse energetiche sottomarine o alla produzione di energia dal mare per il raffreddamento degli impianti terrestri, ecc.

Oltre il 35% della ricchezza prodotta dai servizi ambientali nel nostro paese sono forniti dal mare. Tale percentuale ci colloca al primo posto tra i paesi del Mediterraneo. Più del doppio della Grecia o della Spagna. L’aspetto occupazionale dell’intera economia del mare è rilevante. Si registrano oltre 213.000 lavoratori, oltre ad altri 480.000 nell’indotto (componentistica). Nello specifico, la pesca impiega 59mila unità, i trasporti marittimi 42,5 mila, la Marina Militare quasi 34.000.

La Blue Economy si basa sull’alleanza tra conservazione dell’ambiente ed alte tecnologie

Inoltre, le 26 aree marine protette istituite nei mari italiani tutelano una parte importante del valore anche economico attribuibile ai servizi ambientali. Si è tenuto conto che il semplice sfruttamento pur se conferisce vantaggi immediati non permette una crescita complessiva del valore della risorsa mare.

Alla luce dei dati e delle considerazioni sopra esposte, è evidente che il mare rappresenti una risorsa da elevate potenzialità ancora solo parzialmente espresse. Tuttavia, creando una “cultura del mare” si può procedere ad uno sviluppo sostenibile di tutta la filiera economica. La Blue Economy, infatti, si basa su una possibile alleanza tra conservazione dell’ambiente marino e costiero e sullo sviluppo di tecniche ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale.

Foto di sebamilos da Pixabay

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