Zimmermann SS 2019: quel sensualissimo tocco bohémien dietro una storia di moda australiana

Zimmermann racconta di femminilità, ma sempre dietro un sensualissimo tocco bohémien.

Una storia di moda australiana che inizia nel 1991 a Sydney, quando Zimmermann era semplicemente il cognome di Nicky e Simone: due sorelle che sapevano di inseguire un sogno, mentre speranzose si rinchiudono nel garage dei genitori, e lì realizzano i primi capi, per poi venderli al mercato di Paddington.

All’inizio si trattava di semplici costumi da bagno, così tra un mercato e l’altro, dopo un editoriale improvviso su Vogue Australia, e l’apertura di un piccolo negozio a Darlinghurst, è il beachwear a far conoscere il brand sul palcoscenico internazionale. Un approccio evidentemente elegante e sexy, che mantiene la sua prematura cifra stilistica, anche quando supera la sfida più grande, passando dai costumi al prêt-à-porter, e trovando subito tra stampa e clientela, il massimo dei consensi.

È da allora che Zimmermann, per fortuna non si ferma più: il brand ha sede a Sydney, e showroom sparsi tra Londra, New York, Los Angelese Saint Tropez, e con il beachwear nel cuore, oltre alla linea donna, oggi include divise, abbigliamento per bambini e accessori.

Una sinergia quella di Nicky e Simone, tradotta in una delle migliori voci australiane della moda, dietro collezioni presentate direttamente dalla New York Fashion Week.

Con un design accattivante, fatto di romanticismo, bellezza e fascinazione, spesso si impregna di quelle note bohémien un po’ calde, un po’ gitane, un po’ folk, ma perfettamente in grado di risaltare tagli e dettagli certosini, che per Zimmermann devono necessariamente essere sensuali, stravaganti, sottendendo a volte, anche un certo senso di divertimento. Come il debutto al Lincoln Center (Spring 2014) e la linea ispirata al circo, con maxi ruches intorno al collo, pronte a richiamare l’ilarità delle maschere teatrali, mantenendo allo stesso tempo lo sguardo sempre fermo, su una femminilità leggiadra e ostentata.

Tra asimmetrie moderne, tessuti di alta qualità, geometrie dall’allure androgina, e stampe floreali quasi scolorite dal sole, lo stile Zimmermann sovente pesca dal passato, e come dice Nicky, spesso si lascia guidare da vecchi ricordi d’infanzia, polverosi romanzi di fine Ottocento o semplici fotografie vintage dei genitori: come le vacanze estive a Bali, che diventano ultra-chic (Resort 2015) a suon di pizzo bianco e ricami a occhiello, mixati a pareo proprio come facevano le donne del posto; oppure l’epoca vittoriana nei racconti di Ethel Turner con balze sul petto e maniche a sbuffo (Spring 2016); o ancora gli anni 70, e la luna di miele dei genitori sulla splendida Gold Coast(Spring 2018).Perché appunto, sono proprio i ricordi d’infanzia e tutto ciò che tocca la loro vita, a muovere spesso le stagioni targate Zimmermann, come quando i genitori vietano a Nicky e Simone, di guardare Number 96, la serie tv peccaminosa, che negli anni 70 spopola in Australia: una soap interamente ambientata in un condominio, con scene di razzismo, sesso e nudità… un po’ troppo per il periodo, un po’ troppo per delle bambine.

“Non ho muse, ma di solito faccio riferimento alla memoria personale” ha spiegato dunque Nicky nel backstage subito dopo lo show. Perché proprio Number 96 – la prima serie tv al mondo ad avere nel cast una coppia omosessuale, perfettamente integrata nella comunità – è l’estrosa ispirazione della Primavera Estate 2019, presentata lo scorso settembre durante la settimana della moda newyorkese.

Zimmermann della serie tv, cattura subito la sensualità, e dietro l’abile gioco di trasparenze, e quel vedo/non vedo che con nonchalance, segue l’ordine capriccioso di ricami minuziosi, e ghirigori fatti di volant e ruches sbarazzine, si modella con freschezza, quasi dosando al punto giusto, il ricordo di una proibizione dall’aria sfacciata e impertinente.

Un savoir-faire, quello del brand australiano, che alla fine mantiene sempre intatta l’idea di femminilità, e tra crop top a lupetto, abitini leziosi con maniche a lanterna e mini-short in pizzo, alza il tiro all’eleganza.

L’impronta bohémien qui appare meno gipsy del solito, si arma di un carattere forte e dinamico, complice anche la tendenza contemporanea (inaspettata per il brand) di attingere dallo sportswear, e rimarcare di tocchi athleisure quel romanticismo che Zimmermann volutamente spezza: a volte con una tuta, a volte con dei comodi pants a vita bassa, a volte con un semplice paio di sneakers bicolor.

Una collezione dove i coinquilini di Number 96, alla fine rubano dagli anni 70, e lo fanno per vivere il nostro tempo, seguendo l’estro creativo della designer, e raccontando storie sconce, bardati di morbidi paisley svolazzanti, e caleidoscopici patchwork di seta, addolciti da minuziosi ricami all’uncinetto.

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