Un salto nel 1989 con Lenny Kravitz e il suo “Let Love Rule”

lenny kravitz

Leonard Albert Kravitz, semplicemente Lenny, classe 1964, rappresenta uno dei principali esponenti della black-music degli ultimi 35 anni, grazie a uno stile che fonde rock, funk, soul, blues, pop, folk e psichedelia attraverso un sound debitore degli anni ‘70, ma che suona ugualmente legato alla contemporaneità degli anni ‘90.

Figlio di Sy Kravitz, ebreo statunitense di origini ucraine, e di Roxie Roker, originaria delle Bahamas e divenuta famosa per il ruolo di Helen Willis nella serie TV “I Jefferson”, è un ottimo polistrumentista, arrangiatore e produttore del proprio materiale. Nella sua musica convivono influenze blasonate che vanno da Sly & The Family Stone, Prince, Stevie Wonder, Jimi Hendrix, Curtis Mayfield, The Beatles e Led Zeppelin e realizza il proprio materiale suonando la maggior parte degli strumenti, servendosi di pochi collaboratori.

Dopo un decennio come gli anni ‘80, dominato da elettronica new-wave, irrompe nel 1989 grazie all’esordio “Let Love Rule”, lavoro di impronta psichedelica in cui dà libero sfogo al suo talento e alla sua creatività. Con lui troviamo il sassofonista e fiatista Karl Denson (che anni dopo collaborerà con l’indimenticabile jazzista Roy Hargrove, con Stevie Winwood e i Rolling Stones) e il fidato chitarrista Craig Ross.

“Let Love Rule” è formato da 10 brani nella versione vinile originaria e 13 in quella cd e, tra le tracce meritevoli di menzione, ricordiamo il funk-blues iniziale di “Sitting On Top Of The World”, con tanto di tastiera clavinet wonderiana, e il poderoso rock n’ soul della title-track. Il funk-rock ruvido e ulceroso la fa da padrone in pezzi come la quasi strumentale “Freedom Train”, in “Fear”, caratterizzata da ottimi assoli chitarristici, e nel singolo “Mr. Cab Driver”, brano di denuncia contro il razzismo, ispirato a un episodio realmente accaduto allo stesso Lenny Kravitz.

Per quanto riguarda il soul basta lasciarsi deliziare da tracce come “My Precious Love”, carica di vena gospel, e “Does Anybody Out There Even Care”. “Flower Child”, una delle tracce contenute nella versione cd, è invece puro rock n’ roll con accenti ryhthm n’ blues di chiara impronta anni ‘60.

Lenny Kravitz è fortemente innamorato della musica anni ‘60 e ‘70, grazie al suo stile revivalistico e al gusto per la musica suonata da lui portati a fine anni ‘80, decennio in cui dominavano i sintetizzatori e le drum-machine, e anche grazie ai messaggi positivi delle sue canzoni, fortemente incentrati sul binomio “peace & love”. Anche lui come Prince, Stevie Wonder e Sananda Maitreya (l’ex-Terence Trent D’Arby) ama avere la supervisione del suo materiale, forte anche dello stile, che altro non è che un ineccepibile riassunto di tutte le forme della black-music e che permette ai suoi album di risultare variegati e piacevoli all’ascolto, con un taglio mainstream ma di alto lignaggio.

“Let Love Rule”, pur avendo alla sua uscita un successo moderato, pavimenterà la strada a Lenny Kravitz per una brillante carriera di successi e verrà successivamente inserito in numerose riviste e libri musicali autorevoli tra i dischi di maggior rilievo degli ultimi 35 anni. E possiamo dire che il tempo abbia dato ragione a quest’opera, che ancora oggi è sempre un piacevole ascolto. 

Fonte foto: pagina Facebook Lenny Kravitz

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