Teatrosophia. Inaugurazione romana

Guido Lomoro e Giulia Martinelli

In via della Vetrina, nel cuore di Roma antica, ad un passo da via dei Coronari e dalla splendida chiesa di S. Salvatore in Lauro, ha aperto i battenti una nuova realtà teatrale, Teatrosophia. Nomen omen, dicevano i latini, nel nome il significato. Teatro e Filosofia, o, meglio, filosofia del e nel teatro.

Una lavagna sul muro restituisce in poche semplici parole quella che, forse, è la sorgente di questo progetto teatrale: “La vita è troppo breve per restare con i piedi per terra. Quindi dipingi, scolpisci, scrivi, recita, danza, insomma sogna!”

Parlo del progetto con il direttore artistico, Guido Lomoro: “Teatrosophia è il sogno di una vita, detto in sintesi. Ho iniziato a fare teatro vent’anni fa, quindi ho aperto una scuola, ho fondato una piccola compagnia e lo scopo è sempre stato quello di arrivare ad aprire uno spazio in cui poter realizzare tutto questo e molto di più, perché non vogliamo solo fare teatro, ma avvicinare le persone al teatro; quindi portare qui grandi attori ma anche giovani compagnie, fare musica, poesia, laboratori. Ho scelto questo nome perché a me il teatro ha cambiato la vita e vorrei che questo stesso miracolo possa toccare altri. Prima che imprenditoriale, il mio, il nostro, è un messaggio d’amore”.

Sul teatro come specchio di amore non posso che concordare. E l’amore, in Teatrosophia, si vede sin da come è stato realizzato anche sotto il profilo architettonico. Il legno domina, legno chiaro e profumato. Scelta shakespeariana, oserei dire. Sulle pareti del foyer un divertente rivestimento: file di palchi abitati da un pubblico eterno, affacciato su tutto ciò che accade e che accadrà in quel luogo. A valle di una rampa di scale c’è la sala più grande: il palcoscenico non è rialzato rispetto alle sedie dove si accomoda il pubblico; è uno spazio libero dove inventare storie.

La sensazione è quella di trovarsi in un ambiente domestico, intimo, piacevole, nella casa dell’arte scenica, con i suoi piccoli spazi ben curati ed i suoi arredi evocativi. Il teatro, del resto è una casa, soprattutto per l’anima. Le vite che attraversano le storie ci denudano e ci mettono in contatto con la parte più intima di noi. È quasi paradossale: come può, un mondo in cui si recita, in cui si “finge”, catturare l’essenza del fruitore del messaggio artistico, raggiungere la sua verità? Attraverso l’immedesimazione, il farsi altro da sé attori e spettatori vivono insieme molte vite. E vivere tante vite significa dare senso all’esistenza attraverso il dominio sulle scelte. Ebbene, entrare in Teatrosophia, è un modo per muoversi in una casa dove le leggi del tempo e dello spazio seguono un’altra fisica. Prosa, musica, poesia, laboratori: un insieme di attività che vogliono accogliere chiunque in un luogo di magia.

La stagione 2018-2019 è ancora in allestimento. Nei prossimi due mesi, comunque, il teatro inizierà a mettere in scena alcuni spettacoli. Si inizia sin dalla sera dopo l’inaugurazione con Gli Occhi delle Donne di Susanna Cantelmo, un’improvvisazione teatrale di parole e tango.

Guido Lomoro, in questa bella avventura, è affiancato da attrici e collaboratrici che animeranno le diverse iniziative dell’associazione, dalla recitazione, all’insegnamento, all’organizzazione: Marta Iacopini, Giulia Martinelli, Cristina Longo, Alessandra Di Tommaso e Giovanna D’Avanzo. Insieme stanno dando vita ad un sogno nella speranza di riuscire a far sognare. Le premesse ci sono.

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