Rubygate, si inizia e si finisce subito. Rimandato al 31 maggio il processo a Berlusconi

Davanti a centinaia di giornalisti, venuti per l’occasione da mezzo mondo, è stato rimandato al 31 maggio il processo a Silvio Berlusconi, imputato di concussione e prostituzione minorile per la vicenda Ruby. Ieri con 314 si e 302 no la Camera dei deputati aveva deciso di approvare il conflitto di attribuzione proprio sul caso Ruby, nei confronti dei magistrati di Milano. La richiesta è stata avanzata dalla maggioranza ed ora sarà la Corte Costituzionale a doversi pronunciare sulla legittimità della legge e sulla competenza dello stesso processo al Tribunale dei ministri piuttosto che alla Procura di Milano a cui oggi è affidato. La maggioranza ritiene che il reato di concussione, contestato al premier, sarebbe di natura ministeriale perché quando Berlusconi ha chiamato in questura, lo ha fatto in qualità di Presidente del Consiglio, credendo che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Intanto sempre nel pomeriggio di ieri, davanti a Montecitorio si è svolta una manifestazione di protesta da parte del Popolo Viola, Articolo 21 e Libertà e Giustizia. Il “Democrazia Day” organizzato contro il processo breve proprio per evidenziare, secondo i coordinatori, l’ennesima legge ad personam  da parte di Berlusconi e della maggioranza di governo. Al grido di “Fuori la mafia dallo Stato”, “Berlusconi in galera”, “Vergogna, vergogna” e intonando più volte “Bella ciao” le poche centinaia di persone, radunate con bandiere viola e rosse, dopo la votazione della Camera hanno ascoltato Antonio Di Pietro che li aveva raggiunti.  Il leader dell’Idv ha detto loro che l’unica possibilità democratica di cacciare Berlusconi è quella di votare si il 12 e 13 giugno prossimi al referendum sul legittimo impedimento.

di Redazione

Foto: sites.google.com

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