Nelle ultime settimane stiamo assistendo ad una lenta ma inesorabile implosione dei maggiori partiti italiani e contestualmente ad uno spezzatino di gruppi e pseudo associazioni fondate solo per far pesare il loro valore politico. Partecipiamo, attraverso giornali e tv, a proposte e strategie di ammucchiate, da una parte e dall’altra, utili solo a decidere quali saranno gli eletti che si dovranno dividere il futuro potere politico e i mega stipendi da nababbi parlamentari. I politici attuali sembrano matricole in ordine sparso. Le idee politiche, i programmi governativi, i progetti concreti finalizzati ad una società volta al miglioramento della vita dei cittadini e degli emarginati, il “credo” nel partito e nelle istituzioni che, nel secolo scorso erano alla base della formazione politica, sono di fatto scomparsi dal loro lessico politico. Dissolti a favore di un estremo personalismo imperante volto solo al materialismo onorevole. La gran parte dei parlamentari presenti nell’ultima legislatura sembra non rendersi conto della gente stanca di questo tipo di politica individualista. E’ necessaria una rivoluzione dell’idea politica, del concetto istituzionale, bisogna ridare il significato esatto alle parole che quotidianamente riempiono le loro bocche. I nostri, sono politici assuefatti alla parola e astratti nei fatti. Una classe politica ormai primitiva persa nel loro mondo da eletti, con autisti, scorte, portaborse e segreterie a disposizione, che non si rende più conto delle problematiche reali che attanagliano il paese. Ormai la gran parte dei deputati eletti sono entità intoccabili, mediatiche ma cacofoniche, distaccate dalla realtà e smarrite nel loro ambiente sterile e retorico. Ci vuole una svolta. Ce la faremo?
Enzo Di Stasio
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