Non illudiamoci! Nessuna guerra potrà mai garantire una pace duratura

L’anno liturgico, che si apre con la prima domenica di avvento, è un lungo percorso di fede che il popolo di Dio in cammino intraprende accompagnato da Maria SS.ma e dall’esempio di tutti i Santi. Queste domeniche del “tempo ordinario” sono caratterizzate dalla “lettura continua” del Vangelo di Matteo che oggi, insieme a Gesù, ci conduce “su un monte” (Mt 5,1) per ascoltare la parola del Maestro. All’interno di questa cornice è raffigurato Gesù, gli apostoli e la folla, composta questa, da altri discepoli e da gente delle zone limitrofe, giunti per ascoltarLo. Il Maestro siede, tutti gli altri accorrono ed Egli inizia a parlare: “Beati i poveri; beati quelli che sono nel pianto; beati i miti; beati gli affamati…” (Mt 5,3-11). Ci vengono presentate le “Beatitudini” che, insieme ai Dieci Comandamenti del Sinai, costituiscono la “Magna Charta” del cristiano, il compendio più completo della vita di fede. Perché Gesù proclama costoro “beati”? Possiamo rispondere a questa domanda solo se consideriamo la giustizia di Dio, che non è la giustizia umana! Quella umana, infatti, non sazierebbe completamente gli affamati, non consolerebbe gli afflitti, non riscatterebbe i perseguitati. La giustizia divina, in sintesi, che realizza pienamente ogni beatitudine, “abbassa i superbi ed innalza gli umili” (Lc 14,11). Le Beatitudini e la giustizia di Dio, quindi, sono sempre unite e mai disgiunte. Queste due dimensioni trovano il loro più alto compimento nel “Regno dei cieli”, alla fine dei tempi sì certamente, ma anche nell’oggi della nostra storia, laddove i poveri sono consolati, gli affamati saziati, i perseguitati liberati. È anche questa la missione che caratterizza l’agire della comunità ecclesiale, nei suoi vari ambiti e a tutti i livelli e, a proposito, vogliamo rivolgere il nostro accorato ringraziamento a tutte quelle numerose realtà caritative presenti nelle nostre città (caritas diocesane, unitalsi, associazioni di volontariato) i cui componenti, ogni giorno, si impegnano gratuitamente per testimoniare la giustizia, l’amore e la vicinanza di Dio. Carissimi, il Vangelo odierno risponde generosamente alla sete di giustizia che l’uomo custodisce innata nel suo cuore ed essa, grazie all’azione dello Spirito Santo, spesso viene appagata in maniera inattesa e sorprendente. La voce di Gesù che parla continuamente al cuore dell’uomo non propone una rivoluzione armata; la sua è una rivoluzione che ha inizio dall’amore, già inaugurata con il sangue del Venerdì Santo e con la sorprendente vicenda del sepolcro vuoto. I potenti non si illudano! Noi non illudiamoci! Nessuna guerra potrà mai garantire una pace duratura; solo l’amore di Cristo promuove la pace e quindi un mondo migliore; non sembri un’utopia o una meta irraggiungibile; possiamo farcela, partendo dai piccoli gesti e soprattutto, vivendo la propria vocazione. “Considerate la vostra chiamata” (1 Cor 1, 26), così ci esorta S. Paolo nella II lettura di questa Domenica. Quello delle Beatitudini è un messaggio pressante che Gesù consegna oggi a ciascuno di noi per scegliere. I suoi discepoli, noi, non possiamo optare per la strada della morte, tralasciando quella della vita! Non possiamo rinunciare alla vita perché la proposta di Gesù rivela una sua avvincente ed oggettiva verità che completa l’altra “proposta di vita” proposta sempre da Dio a Mosè, sul monte Sinai. Infatti, per i cristiani, il Monte delle Beatitudini e il Monte Sinai rivestono un’importanza fondamentale; possono essere considerati la mappa principale della vita cristiana e una preziosa sintesi delle tante responsabilità che l’uomo deve esercitare nei confronti di Dio e del prossimo. I Dieci Comandamenti e le Beatitudini sono il sentiero per camminare con Cristo sulla strada della maturità e della libertà, stadi della nostra interiorità che possono essere impreziositi e nobilitati solo dall’azione dello Spirito Santo e dalla luce di Cristo, venuto non per abolire la Legge (i dieci comandamenti) ma per darle compimento. Quello del Maestro è un messaggio che, al dire di S. Agostino, conserva intatta una bellezza antica e sempre nuova e che quindi non distrugge affatto quello che già esiste. In questi termini il messaggio di Gesù, che S. Paolo sintetizza mirabilmente nella lettera ai Galati, è il seguente: “l’amore porta la legge al pieno compimento” (Gal 5,14). Carissimi, questa è una verità importantissima, metro di misura nel nostro agire quotidiano che ancora non conosce lo spirito delle Beatitudini, grandi verità che soprattutto all’uomo della post-modernità lanciano una sfida che per poter vincere ha bisogno di una vera trasformazione del cuore. Purtroppo, e lo sappiamo bene, le tante voci di oggi proclamano “beati” i superbi, i fautori di male, coloro che prosperano e che non hanno scrupoli, i disonesti, “beati” coloro che fanno guerra e che perseguitano. Ma Gesù offre un messaggio diverso, opposto: ci esorta a credere in ciò che dice. Riponiamo la nostra fiducia in Lui e non cediamo mai alle lusinghe del male sempre pronte ad illuderci. Gesù non resterà solo a guardare e non ci lascerà soli nell’affrontare questa sfida. È sempre con noi per trasformare la nostra debolezza in forza (2 Cor 12, 9). E rivolgiamoci anche alla Vergine Maria. Tutte le generazioni la proclamano “beata”, perché ha creduto (Lc 1,45.48). Lasciamoci guidare da Lei per essere liberati da una presunta autosufficienza, riconoscendo che abbiamo bisogno di Dio per entrare nel suo Regno di giustizia, di amore e di pace.

Fra Frisina

Foto: profrel.blogspot.com

 

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