Si parla moltissimo di TMB, discariche, trattamento rifiuti, riciclaggio, isole ecologiche, porta a porta, soprattutto in questi giorni e soprattutto nella Capitale. Oggi affrontiamo il tema rifiuti nell’arte ed in particolare nell’Arte povera con Michelangelo Pistoletto.
Spesso proprio attraverso l’arte abbiamo voluto affrontare vari argomenti per parlare di altro ed in questa occasione vogliamo parlarvi e farvi conoscere le opere di Michelangelo Pistoletto, considerato uno dei più grandi animatori e protagonisti dell’Arte povera: un movimento artistico nato in Italia intorno agli anni Sessanta i cui artisti utilizzavano materiali appunto “poveri“come pietre, terra, carbone, legno, gesso, stoffa, plastica e scarti industriali, in polemica con l’arte tradizionale e con l’avanzamento tecnologico della società moderna,facendo spesso ricorso alla forma dell’installazione e della performance.
Pistoletto è uno dei più grandi artisti del 900 per la creatività e le tematiche affrontate; grande passione per lo stile classico, in particolare, ha recentemente esposto in Senato, al Maxxi, espone molto a Parigi ed in ogni parte del Mondo. Per tanti, Pistoletto è quello “degli specchi” ma la sua arte va molto al di là del visibile.
L’obiettivo dell’artista è quello di spogliare il linguaggio della società contemporanea dai suoi orpelli, dal superfluo, per carpirne la sostanza originaria e coglierne l’anima. A breve esporrà, probabilmente in autunno, anche alla Valle dei Templi, luogo meraviglioso, in provincia di Agrigento, che ho personalmente visto e visitato nel mese di agosto. Un luogo magico, una valle costellata di templi dorici del periodo ellenistico, un sito archeologico di grande pregio che ci riporta alla grande bellezza e perfezione dei greci.
LARGO ALL’AVANGUARDIA
Michelangelo Pistoletto realizza opere in materiali completamente riciclati.
Ha creato un Tempio fatto tutto di materiale riciclato, i capitelli fatti con cestelli di lavatrici ed il tetto ed il frontone con le serpentine di frigoriferi. Elementi architettonici rivoluzionari, avanguardisti, moderni, metaforici.
Massima espressione di economia “circolare“, uno dei più grandi esponenti di “arte povera” (utilizza ferro, legno, stracci, scarti industriali, plastica). Una delle sue opere più famose è La Venere degli Stracci, opera dissacrante in cui l’artista mette un’icona immortale dell’arte classica, come Venere appunto (Afrodite greca) di fronte a un cumulo di indumenti logori.
SIMBOLO E SIGNIFICATO
Completamente fuori dagli schemi convenzionali, cerchiamo un significato in questa attualissima Venere? Vogliamo dare od offrire un significato di questa originalissima opera che si divide tra un’epoca remota e la scottante attualità ? La sua particolarità sta proprio nell’aver donato dignità artistica ad elementi di scarto come gli stracci in aperta contraddizione al consumismo imperante ed aver posto l’accento sul tema dei rifiuti già all’epoca ingombranti e dilaganti. Una bella visione ed opinione artistica audace, non credete?
La statua, forse, deve solo evocare la bellezza e l’arte per eccellenza davanti a una montagna di abiti usati. La vita vera, sciupata, usata, in contrapposizione al Bello ideale. Tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, Pistoletto si avvicina alla scultura in poliuretano o in marmo con opere come L’etrusco (1976), L’annunciazione (1980), Il Gigante (1981) o L’acrobata (1982), in cui adopera calchi di sculture classiche, astraendole dal loro contesto originario ed originale e “gettandole” letteralmente nel mondo moderno, come metafore silenti di un vivere faticoso.
Un geniale pensiero di avanguardia “morte dell’arte, viva l’arte”.
Povera Arte.
Certamente personaggio curioso ed eccentrico che è riuscito a trovare correnti politiche e cul-turali che gli hanno spalancato quelle porte che, assieme a tanti, per il bene dell’arte, mi piacerebbe vedere richiudersi.