Passa al Senato con 165 voti a favore, 141 contrari e tre astenuti l’ulteriore manovra economica che, dopo quella del luglio scorso, svuoterà ancor di più le tasche degli italiani. Le principali misure che emergono dal testo – che dovrà ottenere oggi la fiducia della Camera – sono la maggiorazione dell’IVA di un punto che passa dal 20 al 21%, il contributo sui redditi oltre i 300.000 euro pari al 3% e il graduale aumento dell’età di pensionamento delle donne impiegate nelle aziende private già dal 2014. Non passano inosservati neanche i punti relativi alla vendita delle caserme del ministero della Difesa e il piano di rivisitazione della spesa pubblica che il ministro dell’Economia dovrà far conoscere alle Camere entro il 30 novembre prossimo. Nel programma dovranno essere contenuti gli indirizzi per lo snellimento della struttura dell’amministrazione Statale.
Intanto in sordina è stato rivisto anche l’articolo 13 della manovra, quello sui costi della politica. Una parte di questo prevede uno stralcio ai tagli per l’indennità di carica di deputati e senatori, che non sarà toccata (il testo originario prevedeva un taglio del 50%). Escluse completamente dai tagli di spesa la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale. E dulcis in fundo rivisto anche il punto che prevedeva l’incompatibilità dei parlamentari a ricoprire due ruoli, con la nuova manovra gli eletti potranno mantenere gli incarichi di Sindaco e di assessore nei municipi.
Ma mentre il Senato concedeva il passi al provvedimento, nelle vie limitrofe a Palazzo Madama e Palazzo Grazioli si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia. Le forze dell’ordine sono state costrette al lancio di lacrimogeni per calmare gli animi dei molti contestatori appartenenti alle unità sindacali di base.
di Redazione
Foto: soldionline.it
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