Lucio Battisti e le nuove sonorità di “io, tu, noi tutti”

lucio battisti

Nel pieno degli anni ‘70, Lucio Battisti era già una stella del pop italiano. Nel 1974 la sua musica, grazie all’album “Anima Latina”, stava prendendo una nuova direzione. L’anno successivo partì per un viaggio negli USA, in California, dove cominciò ad assimilare i linguaggi del funk e della discomusic. Tutte idee che prenderanno forma nell’album “La Batteria, Il Contrabbasso, Eccetera”, uscito nel 1976 e trainato dal singolo “Ancora Tu”. Nel 1977 il compositore di Poggio Bustone pubblicherà il disco “Io Tu Noi Tutti”, disco del quale parleremo oggi.

I linguaggi del funk, del soul e della discomusic qui acquisiranno maggiore forza. L’opera è un perfetto sincretismo tra melodia italiana e ritmo americano grazie alla registrazione tra Italia e California e all’apporto di musicisti nostrani come gli indimenticabili Ivan Graziani e Walter Calloni, tra gli altri, oltre ad ottimi session-men statunitensi come Ray Parker jr. (già con Stevie Wonder, Marvin Gaye e Barry White e fondatore del gruppo soul-disco Raydio), Michael Boddicker (suoi i sintetizzatori nel capolavoro di Michael Jackson “Thriller), Dennis Budimir, Ed Greene (che ha collaborato con gli Steely Dan). Agli arrangiamenti troviamo il pianista e tastierista Mike Melvoin, che vanta nel suo curriculum collaborazioni con Frank Sinatra, i Beach Boys e Tom Waits, nonchè padre di Wendy Melvoin del duo Wendy & Lisa (entrambe pupille di Prince).

Sappiamo benissimo della continua voglia di sperimentare e di aggiornarsi di Lucio Battisti, della sua grande capacità di sprovincializzare la musica italiana, contaminandola con nuove soluzioni armoniche e stili internazionali; “Io Tu Noi Tutti” non fa eccezione e trae la sua forza vitale dai singoli “Amarsi Un Po’ “, con il riconoscibilissimo riff chitarristico che si ripete per tutta la durata del pezzo, e “Sì, Viaggiare”, caratterizzato da un trascinante groove funky-disco e da un’ottima coda di sintetizzatori finale. Non sono da meno “L’Interprete di un Film”, in cui Lucio Battisti e Ray Parker jr. danno il loro meglio con le chitarre elettriche, e le atmosfere soffuse e soul di “Soli” ed “Ami Ancora Elisa”.

Chiudono il disco “Questione di Cellule”, che parla dell’incomprensione da parte della società che ci circonda e del desiderio di voler vivere la vita fino in fondo, coi suoi alti e bassi, e le malinconica e nostalgica “Neanche Un Minuto di “Non Amore” “, trascinante pezzo di chiara impronta funky. La donna della canzone, dopo aver perso il proprio posto di lavoro, cerca conforto nella presenza del suo uomo il quale, preoccupato dal tono insolito di lei al telefono, teme la fine della relazione. Cosa che poi non accade.

”Io Tu Noi Tutti” si guadagna di diritto il posto tra i migliori album della produzione di Lucio Battisti, una discografia di alto livello, sia che si tratti dei lavori con Mogol, della parentesi con la moglie Velezia, o della sperimentale elettronica ed ermetica fase con Pasquale Panella.

I dischi di Battisti hanno dato molto alla musica italiana, portandola in una dimensione inedita e sorprendente e, soprattutto, risultando ancora oggi attuali. “Io Tu Noi Tutti” stazionerà per quattordici settimane ai vertici della classifica italiana, insieme ad altri nomi altisonanti del pop tricolore come Angelo Branduardi, Edoardo Bennato, Mina e Claudio Baglioni.

A distanza di 46 anni dalla sua uscita, questo lavoro ancora impartisce lezioni di grande musica italiana, liberandola da logori stereotipi, grazie al suono di stampo internazionale ed ai testi di Mogol, capaci di raccontare l’amore e la vita quotidiana senza risultare mai retorici o melensi, mostrandosi allo stesso tempo come un’ottima fotografia dello spaccato italiano anni ‘70.

Le influenze funky e disco, inoltre, non risultano mai manieristiche: Lucio Battisti era capace di assorbire come una spugna diverse sonorità, facendole proprie. Il suono che ne deriva è sempre un sound personale. A questo contribuisce anche la vocalità di Battisti, più emozionale che tecnica, ma con quel qualcosa che la rende riconoscibile e originale.

E allora tuffiamoci nell’ascolto di questo disco, ringraziando sempre Lucio per le grandi emozioni che ha saputo regalarci. 

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