E Bojo cadde per una toccatina. O forse no

bojo

Ma no, dai, davvero? Chi lo avrebbe mai detto che il governo di Boris Johnson sarebbe finito così, per una toccatina?

Da uno come Bojo, che come prima azione di governo aveva pensato bene di andare a raccontare frottole alla Regina per farle “chiudere” temporaneamente il Parlamento, c’era da aspettarsi molto di più: che so, se proprio doveva cadere per motivi di sesso, allora doveva trattarsi di una mega orgia nel cuore di Londra, a Covent Garden e proprio davanti alla chiesa. Poi, colto in flagranza, coprendosi le pudenda dopo essersi dato una inutile rassettata ai capelli, Boris avrebbe potuto dire “non si tratta di un’orgia ma di un incontro di lavoro”, così come non erano feste ma riunioni con i colleghi i festeggiamenti organizzati a Downing Street durante il lockdown, ai quali Bojo ha fermamente negato di aver preso parte fino a che non si è visto ritratto in centinaia di fotografie.

Insomma, c’erano grosse aspettative per uno che, appena salito alla guida del suo partito e del paese, ha sùbito, magistralmente, abbassato il livello della credibilità di entrambi: secoli a costruirsi un nome, poi arriva Boris e, in un attimo, addio, si riparte da zero. Nel suo genere, un talento, non c’è che dire.

E invece, vedi, anche i migliori alla fine cadono per una cosa da niente. Non che le molestie sessuali siano cosa da poco, intendiamoci; solo si fatica a credere che lo sdegno dei Tories dipenda tutto dal fatto che il loro chief whip Chris Pincher, caro amico di Boris, sia stato accusato di aver palpeggiato un collega. 

Manco a dirlo, Bojo si è difeso dicendo che non sapeva nulla delle “lunghe mani” di Chris; sembra, invece, che ben prima di promuoverlo a chief whip (una sorta di supervisore dei colleghi di partito), Boris avesse detto di lui “Pincher di nome e di fatto” dove “pincher” sta anche per “palpeggiatore”. Insomma, pare che Bojo abbia detto l’ennesima bojata (si pronuncia “bogiata” ma anche “boiata” può andar bene) e questa volta i suoi colleghi non lo hanno perdonato.

Considerate l’infinità di bojate dette e fatte da Mr Johnson fino ad oggi, sorprende che questa ultima abbia scosso tanto profondamente il partito da far venire meno la fiducia nel suo rappresentante. 

La questione, a ben vedere, è un po’ più complessa ed il vero atto di accusa emerge dalle parole del ministro del Tesoro, Rishi Sunak, nella sua lettera di dimissioni: 

“Il popolo si aspetta che il governo sia condotto in modo corretto, competente, serio… tutti vogliamo abbassare le tasse, far crescere l’economia, avere servizi pubblici eccellenti ma per realizzare tutto questo si deve lavorare sodo, fare sacrifici e prendere decisioni difficili… Credo che il popolo sia pronto a sentire la verità… Il nostro popolo sa che se qualcosa è troppo bella per essere vera, non è vera.”… vuoi vedere che, alla fine, il più grande successo di Boris, il suo motivo di profondo orgoglio, quello sul quale ha costruito tutto è proprio quello che lo ha portato alla rovina? Vuoi vedere che, alla fine, è tutta colpa della Brexit?

È stato con immensa soddisfazione che, il 31 gennaio 2020, Boris ha salutato l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, dopo aver chiuso un accordo a suo dire eccellente. Brexit è stato il suo trionfo, lo ha ricordato anche nel discorso da dimissionario, e con lui ha esultato metà nazione, composta dagli accesi sostenitori della indipendenza dall’Europa. 

Subito dopo i brindisi ed i festeggiamenti, il mondo è stato travolto dal Covid, Bojo ha rischiato di rimanerci secco e la Brexit è passata in secondo piano, come se ormai fosse finita lì.

Ma adesso che il Covid non fa più cosi paura, i britannici iniziano a fare i conti con la loro scelta e ad accorgersi che la agognata indipendenza non era priva di conseguenze negative.

L’impavido condottiero Boris, imbracciando l’arma della menzogna, ha sparato balle sulle conseguenze dell’accordo raggiunto e ha taciuto riguardo agli aspetti negativi dell’uscita  ma oggi non si può più nascondere che il sogno della Brexit ha un prezzo da pagare ed è molto alto.

Chi di Brexit ferisce di Brexit perisce e l’éra di Boris è giunta al termine: i suoi “amici” di partito gli hanno lasciato fare il lavoro “sporco” e il deal con l’Europa sarà per sempre imputato a lui, nel bene e nel male. 

Adesso è giunto il momento di ridare al paese un governo “condotto in modo corretto, competente, serio”, per dirla con l’ex ministro Sunak che, di certo, non stava pensando a Boris. O forse sì, stava pensando proprio a lui, ma non era un complimento. 

Foto di Pete Linforth da Pixabay

9 Risposte

  1. Dinah Craik

    Non so, l’éra di Boris con l’accento acuto?

    chief whip Chris Pincher, veramente deputy (vice) chief whip
    e poi “accusato di aver palpeggiato un collega”
    veramente accusato di aver palpeggiato due uomini al Carlton, lo storico club dei conservatori a St James.

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      • Dinah Craik

        Chi è? L’avvocato dell’avvocato. C’è poco da zazzà Zazzara. Fuori luogo tale piglio sardonico.

        Il correttore di bozze trova e corregge eventuali errori tipografici, come “l’éra di Boris”. Qui manca la verifica dei fatti, con derivati errori, imprecisioni e menzogne. In più, Caporedattore scrivente.
        Io leggo InLibertà.it per l’avallo di soggetti riconosciuti come Direttore Di Stasio e Vice Colis, e questa incuria e pressappochismo non dà lustro alla testata; n’è vero?

  2. Cristiano Zazzara

    Tu che dovresti essere morta nel 1887 parli di menzogne? Se vuoi continuare questa conversazione, metti nome e cognome, caro leone da tastiera…

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  3. Dinah Craik

    Aho, a Zazzara, ma da dove sei cicciato fuori te? Sei tu Valentina Clavenzani allora? Visto che non c’è foto. Perché ti rinzeli tanto. Te rode ch’hai toppato e io t’ ho preso in castagna. Ma placati.
    In che mondo vivi, se pubblichi in Internet Urbi et Orbi ti devi attendere delle puntualizzazioni se sbagli.
    Mica t’ho detto cotica. Il mio non è un troll. Tu vai fuori dal seminato con tale spocchia da
    coda impagliata. Non dico di ringraziarmi, ma smorza la tua tracotanza.
    Figuriamoci se ho voglia di continuare la conversazione con un forsennato da far onta a sé stesso e chi ti frequenta.
    E poi, conversazione di che? Piuttosto ribatti i tre fatti. Vai al sodo Zazzara-Clavenzani, al sodo.

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  4. Dinah Craik

    Zazzara, tu sei una genuina testa di caxxo.
    Non uso la z per non essere scambiata per putiniana.

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    • Cristiano Zazzara

      Anonimo e offensivo leone da tastiera che, addirittura, si appropria dell’identità altrui (il furto di identità e’ un reato).

      La polizia postale e’ gia’ stata interessata perche’ verifichi la sua identità ed io possa procedere nei suoi confronti per tutti i reati che sta commettendo.

      Sapremo cosi’ il suo nome e cognome e potremo finalmente parlare InLibertà…

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