Lo Stato, il vero nemico del cittadino

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Inevitabilmente, chi prima, chi dopo, ogni cittadino regolarmente censito si trova involontariamente a far parte di quel gruppo, sempre più numeroso, formato dai tartassati, persone impegnate quotidianamente a divincolarsi tra le maglie sempre più strette di uno Stato nemico.  

La burocrazia, con le mille difficoltà da affrontare negli uffici pubblici; le tasse, che gravano sempre più sul reddito individuale e aziendale; il costo della vita, ormai insostenibile; gli incredibili errori di Equitalia, con le cosiddette cartelle pazze che fanno perdere giornate intere per venire a capo di una violazione, a volte, mai commessa e le ridicole sanzioni amministrative, spesso subite a causa di codicilli invisibili, ci portano a considerare lo Stato quale il vero nemico del cittadino.

Principalmente, però, quello che più influisce negativamente sulla qualità della vita dell’individuo è la triste consapevolezza di una giustizia iniqua e lenta che comporta l’inevitabile e immediata  rabbia con il conseguente sconforto per la palese impotenza nell’agire.

Purtroppo senza una riforma della macchina dello Stato e, soprattutto, senza la riforma della Giustizia, che permetterebbe in tempi rapidi di venire a capo di un torto subito o di un diritto violato, l’unica difesa a cui un individuo può fare affidamento è quella di risultare in una condizione sociale da nulla tenenti, non attaccabile dal fisco.  

Questo il motivo principale per il quale molti capitali vengono esportati, la ricchezza occultata, i commercialisti divenuti consulenti dell’aggiramento fiscale e alcuni commercianti evasori fiscali.

Che porta chi possiede un immobile a cercare invano di venderlo, o a tenerlo sfitto per evitare di trovarsi in improbe vicende amministrative senza immediate vie d’uscita, e chi invece lo desidererebbe ad evitare di acquistarlo per non imbattersi nel tritacarne fiscale.

L’attuale Governo, molto attento al rigore fiscale, ha dimenticato di ristabilire l’indispensabile rigore statale la cui assenza, contestualmente alla riduzione del credito bancario e alla speculazione dei mercati, ci ha portati alla stagnazione dell’economia.

Il tempo è scaduto e le parole sono diventate inefficaci, soprattutto quelle dei vecchi politicanti, che di giorno fingono di litigare e di notte vanno a cena insieme. E’ giunta l’ora dei fatti altrimenti, pur se involontariamente, saremo attori di una sollevazione popolare. Ci si augura senza vittime.  

Enzo Di Stasio  

Foto: romaregione.net

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